Forse Andrea Zanoni non si aspettava una risposta così precisa e circostanziata da Janez Potočnik. Probabilmente ha pensato che la sua richiesta di chiarimento sulle presunte violazioni alla direttiva 2009/147/Ue, secondo lui “palesi e reiterate” nei calendari venatori dello scorso anno e di questa stagione venatoria, fosse soltanto propedeutica a lanciare un bel comunicato stampa all'apertura della caccia. Così, tanto per mettere la pulce nell'orecchio dei giornalisti e aggiungere problemi sul controverso tema della caccia, visti anche i tanti ricorsi contro i calendari venatori nei Tar di mezza Italia. Ma un mese dopo la risposta è arrivata ed è un bell' autogol per Zanoni, di fatto, smentito su tutta la linea.
Il Commissario europeo per l'ambiente, che di certo non si può dire un amico dei cacciatori, questa volta non ci ha girato molto intorno. A differenza della scorsa stagione, in cui prometteva genericamente di approfondire la situazione italiana, quest'anno dà finalmente a Zanoni quello che chiede, rispondendo punto per punto e smontando in un solo colpo tutte le nefandezze attribuite alla caccia italiana.
Caccia ai migratori: secondo Zanoni “diverse specie di uccelli migratori sono cacciabili durante le fasi di dipendenza” e dopo l'inizio del ritorno al luogo di nidificazione. Falso: così come sostenuto alla nausea dalle associazioni venatorie e dalle Regioni davanti al Tar, Potočnik non può che affermare semplicemente che riguardo alla situazione italiana “non risulta esserci sovrapposizione tra i periodi di caccia e i periodi di riproduzione e di migrazione prenuziale, soprattutto se si considerano la possibilità di una sovrapposizione parziale teorica di una decade o situazioni specifiche come il periodo prolungato di nidificazione del germano reale”.
Zanoni parla anche di carnieri giornalieri e stagionali, secondo lui incompatibili con lo stato di conservazione di alcune specie di uccelli, e di caccia non ammissibile ad alcune specie il cui status sarebbe negativo. Anche qui il deputato ex Verdi ed ex Idv viene smentito: “la Commissione – dice letteralmente Janez Potočnik- non ha ricevuto alcun elemento che confermi l'incompatibilità con la direttiva dei carnieri stagionali e giornalieri stabiliti dalle regioni italiane per le diverse specie cacciabili”.
Ovviamente questa risposta, che Potočnik dà a nome della Commissione Europea, che è l'organo deputato al controllo del rispetto delle direttive comunitarie, non è stata minimamente diffusa dall'onorevole Zanoni, né dalle associazioni ambientaliste che stanno dando battaglia nei Tar ai vari calendari. Il motivo è facilmente intuibile: dovrebbero ammettere che ogni calendario impugnato è del tutto legittimo e che ogni ricorso altro non è che uno stratagemma per sospendere temporaneamente la caccia, sfruttando i cavilli tecnici e legali che offre loro la giurisprudenza dei Tar. E' un fatto che le piccole vittorie ottenute si devono alle istanze cautelari, davanti alle quali i presidenti dei Tar non entrano mai nel merito del ricorso ma hanno la facoltà di accordare o meno la sospensione nell'eventualità di “danno grave e irreparabile”.
Gli elementi per capire la situazione italiana ci sono tutti, basta studiare. Zanoni parla di 19 specie di uccelli che non dovrebbero essere cacciate, perchè secondo lui (e secondo diverse associazioni protezioniste) in sfavorevole stato di conservazione. In realtà le uniche specie per cui la situazione è delicata hanno un piano di gestione Europeo che comporta monitoraggi, limitazioni al carniere e interventi che portino ad un miglioramento degli habitat (di solito sono i cacciatori che se ne occupano). In nessun caso, dalle leggi Ue è previsto il divieto di caccia.
Stando alle informazioni che vengono dalle associazioni venatorie, in realtà dati scientifici certi ridimensionano la situazione definita dall'Ispra nella sua guida ai calendari venatori di qualche anno fa. Sono i dati a cui la gran parte delle Regioni fa riferimento, discostandosi dal parere dell'Istituto scientifico ambientale nazionale che non è in grado di fornire dati aggiornati sulle specie cacciabili.
Un esempio? La beccaccia
“La condizione “ondata di gelo”, fattore climatico a cui la beccaccia risulta molto sensibile durante lo svernamento, come definito da ISPRA nel Protocollo per la salvaguardia delle popolazioni svernanti della Beccaccia in occasione di eventi climatici avversi", - si legge in un recente intervento di Alessandro Cannas su questo portale - è confortata anche dal mutato stato di conservazione della specie per la quale, dal 2009, non è stato più rinnovato il piano di gestione (previsto per le specie in cattivo stato di conservazione), di conseguenza è decaduta anche l’allerta meteo “ondata di gelo” indicata dall’Ispra nella guida alla stesura dei calendari del 2010”.
Peccato che Ispra per giustificare lo stato di conservazione globale europeo della specie, utilizza quello che Bird-life International ha scritto nel 2004. Poco importa che nel 2006 lo stesso Birdlife abbia modificato quello status, classificando la specie come stabile, recependo quindi le conclusioni degli altri organismi di ricerca internazionali (come Wetland International). La verità, scomoda per Zanoni, gli altri anticaccia e forse anche per l'Ispra è una: le Regioni nei loro calendari si sono dimostrate in linea agli attuali riferimenti scientifici, tutto il resto sa di un patetico oscurantismo animalista, da cui speriamo questo paese si liberi al più presto.
Cinzia Funcis
Per chi se le fosse perse, l'interrogazione sui calendari venatori e annessa risposta di
Potočnik le trova qui