E' davvero singolare constatare come siano ancora attuali certe considerazioni espresse ben 22 anni fa dall'allora presidente dell'UNCZA Bruno Lauro Vigna, a proposito in particolare della situazione della montagna, all'indomani dell'approvazione della 157/92. Mentre le riproponiamo su invito di Lucio Parodi, non possiamo esimerci da una amara considerazione: in un'epoca in cui tutto corre velocemente con masse sempre più consapevoli (ma sarà vero?) della brutta china verso la quale si sta dirigendo il pianeta a causa dell'inquinamento e delle sciagurate politiche di irragionevole sfruttamento delle risorse naturali, come mai i nostri autorevoli scienziati e governanti continuano a perseguire politiche immobiliste, che non fanno altro che peggiorare la situazione? Perché si persegue pervicacemente la difesa dello status quo (interessi consolidati, ricoperti sommariamente da una velatura che si ostinano ancora a definire ambientalista), ignorando gli allarmi sempre più vigorosi, legati soprattutto ai rischi che corre il patrimonio faunistico, lanciati anche dal mondo della caccia? (B.H.)
Montagna: troppi medici al suo capezzale. La legge 394 sui Parchi, la legge 157 sulla Caccia, la Legge Merli, la Legge Galasso, la Legge 97 sulla montagna, la Convenzione Internazionale sulla Protezione delle Alpi (Cipra); le Direttive Cee, e chi più ne ha più ne metta. Dato il numero dei rimedi è forse la montagna in fase preagonica?
Ci sono poi le Leggi Regionali in materia di territorio, di agricoltura, di turismo, spesso contrastanti con quelle Nazionali e in certi casi in contrapposizione fra di loro.
Per amministrare la montagna è in azione una miriade di “proconsoli” ognuno in rappresentanza dello Stato o delle Regioni, delle Province o di Enti Locali, bacini imbrifeni, Comunità Montane, Parchi, Aziende Promozione Turistica A.P.T., Associazioni di vario genere dal C.A.I. al variegato mondo ambientalista.
Tutti devono o vogliono “fare qualcosa” per la montagna; quasi tutti adoperano un'ottica particolaristica e limitata alla loro collocazione amministrativa, politica, ideologica. Quando ci sono troppi medici il malato è sicuramente destinato a morire.
È assolutamente indispensabile che si ponga mano ad una radicale modifica del caos attuale, è indispensabile che tutta la gestione del territorio montano venga ricondotta ad un unico responsabile titolato dal voto dei cittadini: mi riferisco all'Ente Regione o Province Autonome tenuto conto della Legge 142 sulle Autonomie Locali.
Devono essere modificate o annullate, dove necessario, tutte le disposizioni in contrasto con le linee di programmazione regionale.
Nell'immediato futuro per l'ambiente e la corretta gestione della fauna è indispensabile che vengano riviste e rese omogenee la Legge sui Parchi e la 157 sulla Caccia.
Gli ATC e i CA (Comprensori Alpini) potranno portare frutti solo se si gestirà tutto il territorio con criteri omogenei.
Non è possibile che estesi territori, in certi casi quasi intere province, siano esclusi da una corretta e unitaria gestione causando squilibri all'habitat sia vegetale che animale; non è possibile che più Enti e proconsoli decidano in modo contrastante sullo stesso argomento e sullo stesso territorio.
Al nuovo Parlamento Nazionale e ai Parlamenti Regionali chiediamo nell'interesse non dei cacciatori, ma di tutti – valligiani, cittadini, amanti della montagna – di prendere coscienza di questa anomala situazione e di porvi rimedio nel più breve tempo possibile, facendo magari tesoro delle esperienze di protezione dell'ambiente, della fauna e delle popolazioni messe in atto dai Paesi vicini, tutti con antiche e consolidate tradizioni in tal senso.
Bruno Vigna