A fronte dei ripetuti attacchi anticaccia che puntualmente partono in concomitanza con la discussione della modifica della 157/92, mi preme analizzare alcune questioni che potrebbero trovare ragione interessando più in generale le modalità attraverso le quali vengono sferrate le "aggressioni".
Innanzitutto provvediamo ad una scrematura di coloro che si dichiarano in modo più o meno marcato “contrari alla caccia” per centrare così la questione nei confronti di chi lo è in maniera convinta dimostrandolo anche attraverso uno stile di vita “coerente” con il dissenso manifestato. Con questi ultimi infatti, molte argomentazioni pro-caccia potrebbero venire a cadere.
Ho invece ragione di credere che le persone disinteressate alla caccia esprimano la loro contrarietà rispondendo esclusivamente ad una “logica di comodo” (non pratico una determinata cosa pertanto, seguendo ciecamente la scia della società in cui vivo, posso anche concedermi la contrarietà). Poi ci sono le persone interessate alle questioni ambientali che approfondiscono più o meno la materia dichiarandosi anticaccia ma che non riescono a mantenere uno stile di vita coerente con le loro idee. Per questi ultimi mi riferisco agli ecologisti anticaccia carnivori, ai vegetariani poco convinti, a chi si ciba della sola carne di pesce facendo finta di ignorare che questi sono pur sempre animali.
Si potrebbero riempire pagine di argomentazioni ragionevoli pro-caccia per smontare una ad una tutte le assurdità dei manifestati dissensi da parte di chi, poi, si rifornisce al supermercato o “usa” animali in forma ben più grave del cacciatore o del pescatore. Tolte queste persone rimangono quelli che conducono un vero e proprio stile di vita "animalista" dai modi apparentemente “coerenti”. Ho usato il virgolettato perché sarebbe comunque possibile dimostrare da un punto di vista pratico, filosofico e spirituale in quali terribili contraddizioni cadono continuamente queste persone. Concesse però le attenuanti del caso, vista la situazione fallibile dell’uomo, supponiamo che costoro siano i veri titolati per esprimere “ragionevolmente” argomentazioni contro la pratica venatoria non facendone una questione legislativa ma puramente ideologica tendente al radical-abolizionismo.
Voglio erigere momentaneamente queste persone quali uniche depositarie di una ragione che possa esprimere secondo logica e coerenza un naturale dissenso perché per le altre abbiamo visto che l’incoerenza e l’insussistenza di idee incapaci di trovare applicazione pratica non concedono un dibattito all’interno dei confini imposti dalla ragione umana e del buon senso. Prova ne è il fatto, e di questo ne sono felicissimo e ringrazio i veri animalisti, che molte persone la cui unica ragione di vita sembra la causa “anticaccia”, persone anche dello spettacolo, vengono prese di mira e “scartate” dal mondo animalista in quanto ritenute estremamente incoerenti negli stili di vita.
A fronte di ciò, confidando sul buon senso e l'intelligenza delle persone, devo supporre che gli ultimi attacchi mediatici, riportati puntualmente anche su questo sito, provengano proprio da persone impeccabili sotto questo punto di vista e quindi coerenti fino in fondo con le loro idee. Gli ultimi comunicati e trasmissioni televisive che hanno vomitato veleno sulla pratica venatoria celano però un aspetto che non può passare inosservato.
Se queste persone sono veramente le depositarie a pieni titoli per argomentare secondo ragionevolezza e buon senso un’idea diversa dalla nostra ai fini di esporla all’ignaro pubblico che di caccia ne capisce poco e deve quindi farsi una propria idea, perché devono contenere a cadenza quasi ossessivo-compulsiva delle palesi menzogne? Si gioca ancora sull’ignoranza delle persone quando in realtà, coloro che hanno, o dovrebbero, aver titolo, potrebbero argomentare seriamente! Si parla di centinaia tra morti e feriti per colpa della caccia eppure sappiamo tutti, dati alla mano, che non è così! Si cerca di focalizzare l’attenzione sulla caccia a 16 anni quando tutti sanno che per mano dello stesso Senatore Orsi questa norma non c’è più!
Vengono presentati due emendamenti per allungare di qualche giorno la caccia a determinate specie e si diffonde la notizia che parla di “caccia tutto l’anno”! Cosa emerge pertanto traendo le dovute considerazioni su questo modo di fare “opposizione” da parte di coloro che ne avrebbero i requisiti comportamentali? Gli aspetti sono molteplici. Innanzitutto si denota un odio profondo nei confronti della nostra categoria. Un odio morboso che omette dolosamente la verità, altera le prove e rifiuta qualsiasi discussione propositiva con la parte in causa con l'unico scopo di distruggere ed annientare, arrivando a mentire sapendo di mentire per sfruttare l’ignoranza delle persone.
Un odio talmente forte capace di raggiungere il suo apice con l’esultanza per gli umani morti durante la caccia o la pesca. Il rifiuto totale di un dialogo propositivo e la continua denigrazione dell'"avversario" condotta con odio accecante non trova nella mia memoria simili paragoni con altre attività umane lecite. Siamo costretti a misurarci con chi non vuole misurarsi civilmente e seriamente e scade in tatticismi subdoli dai contenuti menzogneri.
Non possiamo neanche lontanamente pensare che una simile condotta possa un giorno aver la meglio sulla serietà ed il dialogo...la ricerca della ragione attraverso la menzogna è una cosa per la quale tutti, non solo i cacciatori, dovrebbero ribellarsi. Spetta a noi smascherare la bugia e portare la verità perchè confidando sulla maturità intellettuale dell'uomo e l'insussitenza argomentativa intrisa di menzogna di chi, pur potendolo fare, nega un dialogo serio e leale, aiuterà il tempo a ritrovare la ragione perduta.