Ci sforziamo sempre e sono anni, che indefessamente ci arrovelliamo, cercando di dare la colpa ad un qualcuno che non ci vuole mai difendere. Ma perché non cerchiamo prima di capire che cosa ha portato le associazioni naturanimaliste al fulgore che le distingue oggi, al potere che sono riuscite ad ottenere?
Come preferiamo chiamarlo questo processo che da decenni non conosce crisi? inutile sforzare la fantasia: la politica, tutta, quella che noi consideriamo tanto buona quanto cattiva, in funzione alla caccia, lo ha condiviso e assecondato, al punto che pare ormai che tutto sia stato scritto, già a suo tempo e che si attenda ormai solamente che il processo innescato vada a compimento e che, chi ancora non l’ avesse capito, sarà solo costretto a darci una facciata contro, per rendersene conto.
Ma come hanno fatto il WWF, l’ENPA ed altri, ad avere il loro piccolo esercito, a ricorrere impunemente quanto gratuitamente ai TAR, a sequestrare, entrare nelle case altrui per aprire i freezer, andare e venire a loro piacimento, se non con la connivenza di legislatori orientati e senza alcuna distinzione di colore politico? Questo è solo il frutto di un disegno concertato per ottenere in altro modo ciò che la politica non ha ottenuto a causa delle nullità referendarie: commistione sociopolitica, orientata in un sol senso.
Un orientamento politico legale che ha tolto ogni possibilità di difesa al mondo venatorio, costringendo ogni sua reazione a sbattere contro un muro di gomma. E al mondo venatorio non è rimasto altro che adeguarsi, ancora non è abbastanza chiaro? Per parlare la stessa lingua ambientalista, che lo vuole ridurre all’ angolo, ha cominciato a metabolizzare che la caccia non possa avere altra sembianza esistenziale se non quella della medicina ambientale. Caccia agli ungulati! selezione per equilibri naturali, riduzione dei soggetti esuberi, necessaria inoltre per ridurre i danni alla viabilità, all’ ambiente, all’ agricoltura; una caccia che necessita di acquisire merito e sempre più spesso, a danno di altre forme di caccia.
Nessuno parla più dei danni, inversi, che l’agricoltura, l’ambiente violentato, la viabilità, reca invece a tutta quella selvaggina ’secondaria’, oggetto tutt’ ora di forme tradizionali di caccia, oberate con ogni mezzo e forma, definite ormai comunemente e sempre più spesso, “stragi indegne di animali indifesi”. Questo ’esercizio’ di coerenza non lo fanno nemmeno WWF, ENPA, LAC, LIPU e LEGAMBIENTE e via dicendo, se ne parlano, in relazione alla caccia, è solo per maquillage di facciata: in pratica nessuno agisce contro pesticidi, diserbanti, fitofarmaci, con la stessa forza e veemenza di come si è agito contro la caccia, ancor peggio se si considera che nemmeno lo si fa per proteggere la salute umana.
Piuttosto si spostano i parametri della potabilità dell’ acqua, rendendo legale un progressivo avvelenamento, visto come queste associazioni, così protettive e la loro politica, siano impotenti e come sia ormai impossibile sovvertire certi processi. Processi santificati da parole come produttività, che in realtà e proprio nei confronti della produttività agricola, inficiata di farmaci, più che semplici parole sono vere bestemmie, perché a fronte di una produttività, labile nel tempo, si otterrà in cambio un terreno definitivamente morto e improduttivo per decenni. Ecco cosa è veramente una strage indegna! E’ evidente che tutta questa gran cassa contro caccia e cacciatori è solo una grande vergognosa farsa a cui gran parte del mondo venatorio si è adeguato, diventandone pressoché connivente.
Vista la sua totale impotenza, questo mondo si è ormai sempre più riconvertito verso la caccia agli ungulati al punto di farla diventare il tormentone quotidiano, di cui a farne le spese, immolati come vittime sacrificali, saranno coloro che non si sapranno adattare a questo nuovo ambientalismo, a doppia mandata, che frutterà grossi introiti quando finalmente, anche gli ultimi superstiti, si convertiranno a pagare il prezzo del capriolo, del daino o del camoscio. I voti del mondo venatorio, ai politici, sono totalmente indifferenti: se non voti, pazienza, se voti, tanto a destra quanto a sinistra, voterai comunque questo bel sistema.
Certamente, nei periodi preelettorali, molti portaborse solleciteranno i voti dei cacciatori, disposti a promettere l’ impossibile, col solo intento di ottenere, alla fine, premi di produzione dal loro partito di riferimento. Se devo tenere i piedi per terra non mi resta da considerare che due opzioni future: che la caccia tradizionale rimanga, ancora per molti anni, in preda al caos che la divora, in attesa che, fisiologicamente, ci saremo ridotti al punto che non interesserà più a nessuno per mancanza di ricambio generazionale, o che alla fine anche noi, ultimi dissidenti, pressoché quasi inconsciamente, ci adegueremo e forse solo per sentirci, finalmente, del tutto omologati: alle scuole, ai vestiti, alle armi, ai marchi, parleremo tutti alla stessa maniera, tutti uguali, come tanti soldatini in divisa, come degli ottimi naturalisti … ma armati di tutto punto.
“Weidmannsheil!!!!” “ … ma che vuoi da meee!!? Vacci tu a Mannail!!!!”
Fromboliere