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Le Prove

Benelli Vinci Camo Wood


mercoledì 6 marzo 2013
    

Azienda Produttrice: Benelli

Nome Modello: Vinci Camo Wood

 

 

 Semiautomatico Inerziale “Vinci Inertia System”

 

 

 

 

 Peso: kg 3,15 con canna da cm 65

Modello Calibro Camera

Serbatoio

Strozzatori

Lunghezza Canne
(mm) (mm) (mm)

Benelli Vinci Camo Wood

12/76 spara tutte le cartucce standard e magnum  con cariche comprese tra 28 e 56 grammi, unica condizione una Ec minima di Kgm 230 a m 1 dalla volata   76 Magnum tubolare intercambiabile; 3 colpi, su richiesta riduttore a 2 colpi

Criochoke *, **, ***, ****, Cyl; 



free floating cm 65, 70, 75;

 

 

La prova di funzionamento

 

Dalla meccanica alle canne, dai calci ad assorbimento di rinculo ai gruppi di scatto ed alimentazione, Benelli ha introdotto forti elementi di innovazione, se non una vera e propria rivoluzione. Fino al Vinci lo ha fatto mantenendosi più o meno fedele all’impostazione tradizionale del self loader, ma è proprio con questo modello che ha rivoluzionato il modo stesso di intendere il fucile. Frutto del nostro know-how unico a livello mondiale e della nostra capacità di pensare in modo anticonvenzionale, questo semiauto del terzo millennio segna, tanto sul piano sostanziale come su quello formale.

L’estetica non convenzionale può essere motivo di interesse ma, al contempo può anche costituire un freno nella scelta del consumatore. Non siamo tutti uguali, ogni cliente ha infatti gusti ed esigenze differenti. La consapevolezza di questo ha portato Benelli Armi a proporre una vasta ed articolata gamma di modelli in grado di far fronte ai differenti desideri dell’utente finale.

Considerando la dirompente carica innovativa del fucile, il mercato ha recepito il Vinci come il fucile più attraente sia dal punto di vista funzionale che delle prestazioni.

Come fare allora a solleticare ancora di più l’interesse di coloro che sono legati alla tradizione verso un fucile che ha quota formale e quota sostanziale così strettamente integrate?

E se la risposta si trovasse ancora in una fuga in avanti?

Tutti sappiamo che c’è un pubblico che preferisce le calciature in “legno”, o quanto meno in materiali che non richiamino subito alla mente la modernità del tecnopolimero. Il mondo delle armi lunghe, lisce e rigate, è ricco di esempi che valorizzano quanto affermato. Restando in casa Benelli abbiamo avuto delle prove grazie ai Vinci Select Colours e alla variante Amazonia Green di Argo E. Perché allora non spingersi avanti di un altro passo proponendo una versione del Vinci con “calciatura” in “simil-legno”? Il Vinci non ha né asta né carcassa tradizionali nonché il peculiare calcio Comfortech Plus che non possono essere realizzati in noce o con altro legno, ma solo con composito di ultima generazione. Ecco allora una brillante intuizione: rivestire il tecnopolimero con una pellicola che simulasse le venature del legno di noce. Questa innovazione, sperimentata con la variante Wood del Vinci Slug , ha visto il gradimento di una quota del pubblico e per questo è stata “generalizzata” dando origine alla variante Vinci Wood che si affianca alle altre già parte della famiglia.

I sovrapposti e le doppiette boxlock sono talvolta dotati di false cartelle laterali (magari anche corredate di falsi perni) che simulano quelle degli acciarini di cui sono dotati i più pregiati basculanti sidelock. In origine si pensava di far annusare il profumo di H&H a chi doveva “accontentarsi” di una Anson, ma ben presto ci si è resi conto del fatto che le cartelle laterali, oltre ad essere un buon supporto per l’incisione snelliscono le linee del fucile e, almeno per certi utenti, lo rendo più accattivante.

Nel caso del Vinci Wood è stata seguita la stessa logica, niente camuffamenti quindi, ma solo un richiamo per rendere ancor più accattivante un fucile rivoluzionario da parte di chi è legato a più consolidate espressioni formali. Il Vinci non ha certo motivo di “mimetizzarsi” perché in termini prestazionali, operativi e meccanici non teme alcun confronto, ma anzi, proprio perché unico e rivoluzionario, si colloca in posizione di vertice nella produzione mondiale e la variante Wood è un modo per consolidare questa posizione del nostro semiautomatico del terzo millennio.

Il Vinci è una realtà ormai da 3 anni, è stato shotgun of the year nel 2010 e, con la versione Super Magnum, anche nel 2011; si tratta di un fucile pensato in primo luogo per il mercato statunitense, ma che ha un eccellente vendibilità anche sui diversi mercati europei, riteniamo quindi che vista la sua notorietà, sia superfluo parlarne in modo diffuso. E’ anche vero però che si tratta di un modello decisamente unico e questo ci impone di fare cenno almeno ai suoi tratti più salienti.

Affidabilità assoluta, altissima velocità di ripetizione, riduzione del rinculo e del rilevamento, elevate prestazioni balistiche, ergonomia spinta, facilità di uso e manutenzione: nel Vinci le abbiamo condensate ed esaltate in un progetto che partiva da un foglio bianco ma prendeva le mosse dalla nostra esperienza e dalla volontà di realizzare un fucile quanto più possibile user-friendly.  

Siamo abituati a pensare al fucile che ha nella carcassa il suo elemento di base, e in cui sono contenute o innestate tutte le altre parti dell’arma. Il Vinci non ha una carcassa intesa in senso tradizionale ed è costituito da tre elementi principali: canna con scatola di culatta, scatola di scatto e gruppo di alimentazione, calcio.

La canna è priva del classico occhione di fissaggio al tubo serbatoio e porta posteriormente una appendice cilindrica (la scatola di otturazione) al cui interno scorre il gruppo di otturazione con otturatore rotante a svincolo inerziale. Il gruppo di otturazione è completato da una molla di recupero, da una guida che funge pure da espulsore e da un ammortizzatore polimerico a fondo corsa, collocato all’interno dell’elemento che chiude posteriormente la scatola di culatta ed è solidale al gruppo di otturazione cui è collegato dall’asta porta molla di recupero e dalla guida/espulsore. Mancano quindi la biella e la molla di recupero alloggiata in un porta molla all’interno del calcio. Queste “assenze” stanno a significare due cose: mancanza di una componente verticale che esalta il rilevamento quando l’otturatore scorre e libertà assoluta nella configurazione del calcio, non condizionata dalla presenza al suo interno del tubo portamolla e del relativo tirante.

Il calcio si accoppia direttamente alla scatola di otturazione attraverso un sistema di incastri a filettatura interrotta (un po’ come gli otturatori rotanti con più alette) che rende montaggio e smontaggio del calcio di una semplicità e rapidità semplicemente sbalorditive. Non sono necessari attrezzi e un kit di spessori permette la variazione della piega e del vantaggio.

Avendo eliminato tutte le parti interne al calcio si è potuto conformarne la pistola in modo da renderla più confortevole e naturale e, nel contempo, velocizzando e facilitando il raggiungimento del grilletto da parte dell’indice.

L’assenza di parti interne e delle necessarie cavità ha permesso di intervenire anche sul sistema di riduzione del rinculo. Denominato Comfortech Plus quest’ultimo è caratterizzato da interventi sulla struttura del calcio volti a migliorarne la risposta elastica allo sparo unita a calcioli intercambiabili Air Cell (in tre diverse lunghezze) e a due naselli, sempre intercambiabili, di nuovo disegno.

Il risultato è che il Comfortech Plus smorza ulteriormente rinculo, rilevamento e vibrazioni. Allo scopo di migliorare ulteriormente il comfort e la controllabilità dell’arma allo sparo, si è fatto in modo di ridurre i casi in cui la corsa retrograda dell’otturatore si arresta con un urto contro la testata posteriore della scatola di culatta facendo si che venga invece progressivamente frenata dalla molla di recupero (che non va mai a pacchetto). Ciò avviene anche grazie alla buona corsa dell’otturatore che, proprio grazie alla corsa non ridotta e alle velocità non elevate, contribuisce ad aumentare l’affidabilità dell’arma e a ridurre scuotimenti allo sparo. Nel caso di caricamenti particolarmente potenti il gruppo di otturazione può arrivare fino a fine corsa, in queste situazioni l’urto viene smorzato (eliminando così anche le vibrazioni connesse) dall’elastomero inserito sull’elemento che chiude posteriormente la scatola di culatta. Da osservare che a fucile montato l’elemento di chiusura posteriore è a contatto con la testa del calcio, ed è quindi questa che chiude posteriormente la scatola di culatta.

Il gruppo costituito da scatola di scatto e alimentazione è la parte del Vinci che sostituisce parzialmente la carcassa. Lo fa anche da un punto di vista normativo, visto che proprio questa parte porta la matricola del fucile; l’altra matricola presente sull’arma si trova sulla canna, come richiesto dalla normativa nazionale trattandosi di canna intercambiabile.

La “carcassa” del Vinci alloggia anteriormente il tubo serbatoio intercambiabile tre colpi (ridotto a due dove imposto dalle leggi sulla caccia) ma che può essere sostituito con altri da 5, 7 e 9 colpi. Nella parte posteriore della “carcassa” è alloggiato il gruppo di scatto con la cucchiaia di alimentazione (o elevatore). La sicura, a pulsante, si trova alla radice anteriore della guardia paragrilletto, blocca la leva di scatto e può essere inserita solo a cane armato. Nella parte anteriore della radice della guardia troviamo la leva sgancio cartucce che se premuta a cane armato fa spostare l’elevatore dalla sua posizione intermedia (assunta sempre a cane armato) e sgancia la prima cartuccia nel serbatoio consentendone il passaggio sull’elevatore; a questo punto, manovrando l’otturatore possiamo camerare la cartuccia. Sul Vinci le cartucce passano dal serbatoio all’elevatore solo durante il ciclo di fuoco oppure premendo la leva sgancio cartucce.

Sul fianco destro della carcassa è collocata una leva con due pulsanti; questa leva ha la funzione di sganciare l’otturatore oppure, premendo solo il pulsante posteriore di scaricare il tubo serbatoio. A cane armato l’elevatore è sempre libero e i suoi rebbi anteriori “puntano” contro il fondello della cartuccia nel serbatoio, spingendo l’elevatore verso l’interno fino a fondo corsa. Contemporaneamente premendo il pulsante posteriore della leva sul fianco della carcassa la prima cartuccia nel serbatoio viene sganciata e finisce nella nostra mano.

Le tre componenti del Vinci si assemblano rapidamente e senza ausilio di attrezzi. Per prima cosa si monta il calcio sulla canna. Si inizia facendo coincidere il pallino bianco posto sulla testa di fissaggio del calcio con la linea di mira; spingendo poi in avanti il calcio si trattiene la canna e si fa ruotare il calcio di 90° fino a quando il triangolo segmentato sulla sua sommità coincide con la linea di mira.

Prima di montare la carcassa è necessario che il tubo serbatoio sia ruotato verso destra fino ad esporre un pallino bianco di riferimento nella finestra del pulsante di blocco (che deve essere premuto per poter ruotare il tubo serbatoio). Dopo aver appoggiato saldamente il calciolo su una superficie rigida bisogna allineare la carcassa e il gruppo canna calcio avendo cura che la parte posteriore della carcassa sia a contatto del gruppo canna; a questo punto si preme con forza la carcassa verso il calcio (per vincere la molla del piolo di registro caricato elasticamente che sporge dalla parte posteriore della carcassa) e si ruota il tubo serbatoio in verso antiorario fino a quando il pulsante di blocco non impegna la finestra nella carcassa.

L’ultima manovra del tubo serbatoio completa il montaggio vincolando anteriormente la carcassa allo zoccolo di fissaggio posto sotto alla canna, a circa 10 centimetri dal vivo di culatta. Questo zoccolo è l’unico vincolo tra carcassa e canna e trovandosi arretrato non interferisce col regime vibratorio della canna allo sparo. Ciò porta a congrui vantaggi in termini di resa balistica, il più significativo dei quali è l’assenza di variazioni nella giustezza del tiro a fronte di variazioni nel peso e nella velocità della carica di pallini o del proiettile. La canna del Vinci è flottante e ha i punti di contatto della bindella come unici vincoli per quanto riguarda il suo regime vibratorio e le espansioni/contrazioni. La peculiarità della canna flottante, unita a strozzatori Criochoke da 7 centimetri, favorisce l’uniformità della rosata e la costante corrispondenza del centro di rosata col punto di mira. Questo è merito anche dell’accoppiamento fisso tra canna e scatola di culatta, che riduce qualsiasi possibilità di variazione stocastica della posizione dell’asse della canna.

Questo fucile non solo può vantare un rinculo e un rilevamento veramente modesti in rapporto al peso, ma anche un’affidabilità a tutta prova e una robustezza e una durata eccezionali, anche a fronte di un impiego costante delle più potenti cartucce magnum disponibili sul mercato.

Il Vinci Inertia System deriva, per quanto riguarda otturatore e principio di funzionamento, dal classico gruppo di otturazione Benelli con otturatore rotante a svincolo inerziale. Di questo gruppo di otturazione mantiene la robustezza e la versatilità, che gli consente di impiegare senza alcuna regolazione o problema di qualsiasi tipo qualsiasi cartuccia da caccia in commercio con cariche di pallini compresi tra 28 e 56 grammi. Il Vinci, però, non è solo un duro che digerisce tutto e mantiene al top le sue prestazioni nel tempo. Vinci è anche equilibrio strutturale del fucile che consente allo stesso eccezionali doti dinamiche esaltate dalla confortevolezza e dalla naturalezza della posizione assunta da chi lo imbraccia nonché da alcune peculiarità del disegno. Una di queste è l’asta con linea di presa inclinata dal basso verso l’alto procedendo verso la volata. Quando abbiamo necessità di seguire bersagli in rapido movimento possiamo usare la parte posteriore dell’asta, con una presa più bassa e una superficie di appoggio più ampia per massimizzare il comfort. Per i tiri contro bersagli in linea in molti tendono ad afferrare l’asta nella parte anteriore; sul Vinci ciò consente una presa alta con una superficie di appoggio più magra, ideale per questo tipo di tiro. Infine quando l’andamento dei bersagli porta ad aggiustamenti della presa sull’asta, quella del Vinci consente tali spostamenti con rapidità, naturalezza e confort.
 
SCHEDA  TECNICA

Modello :  Vinci Camo Wood
Produttore: Benelli Armi S.p.A. via della Stazione 50 - 61029  Urbino
             www.Benelli.it - [email protected]  - http://www.benellivinci.it

Sistema:  Inerziale “Vinci Inertia System”

Camera: 76 Magnum
Calibro: 12/76 spara tutte le cartucce standard e magnum  con cariche comprese tra 28 e 56 grammi, unica condizione una Ec minima di Kgm 230 a m 1 dalla volata
Canne: free floating cm 65, 70, 75;
Strozzatori: Criochoke *, **, ***, ****, Cyl;
Mirino:  high sight fluorescente rosso                     
Serbatoio          tubolare intercambiabile; 3 colpi, su richiesta riduttore a 2 colpi
Scatto: Tra 20 e 26 N
Sicura: Anteriore, trasversale con segnale in rosso di avviso arma pronta  per lo sparo                    
Calcio: Comfortech Plus in tecnopolimero;
Deviazione calcio: Modificabile destra o sinistra
Grilletto:  mm 365 con calciolo medio di serie; kit variazione piega e vantaggio;
Nasello: Intercambiabile anatomico in elastomero
Calcioli: Intercambiabili anatomico in elastomero
Piega al nasello: mm 39
Piega al tallone: mm 60 variata a 45, 50 e 55 col kit di dotazione   
Peso: kg 3,15 con canna da cm 65
Note: Vinci shotgun of the year 2010; Super Vinci shotgun of the year 2011

 

 

 

 

 

 

 

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