Il suolo italiano è un colabrodo. Lo aveva a suo tempo denunciato anche Bertolaso, rilancia l'allarme in questi giorni Legambiente, secondo cui il 70 per cento dei comuni italiani è a rischio di dissesto idrogeologico.
Secondo il rapporto presentato a Roma ed elaborato dall'istituto di ricerche Ambiente Italia, sono 5.581 i comuni ad alto rischio, di questi 1.700 a rischio frane, 1.285 a rischio alluvione e 2.596 corrono entrambi i rischi.
Le regioni più a rischio sono Calabria, Umbria e Valle d'Aosta, considerate a rischio sul 100% del territorio, le percentuali restano alte per le Marche (99%), e per la Toscana (98%).
La colpa sta nell'eccessiva antropizzazione e nella mancanza di una vera politica di pianificazione territoriale da parte delle istituzioni, colpevoli di una scarsa attenzione per la difesa del suolo. Secondo l'associazione occorre applicare i Piani territoriali regionali, strumenti per la strategia di sviluppo del territorio", puntando alla garanzia per "l'attuazione dei piani di bacino nella pianificazione territoriale e urbanistica attraverso i Piani territoriali di coordinamento provinciali".