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17/08/2018 15.47 

Benecchi_stambecco asiatico
 
Sino a pochissimo tempo fa non avrei mai immaginato che un bel giorno sarei finalmente riuscito a dar la caccia all’ibex, il prestigioso stambecco asiatico re incontrastato delle più alte ed impervie montagne dell’Asia centrale. Vedi anche Replay Kyrgyzstan. L’Avventura più bella della mia vita!

Quasi senza accorgermene, grazie all’invito di Simone “Black” Giacomelli, notissimo cacciatore professionista e serio organizzatore di viaggi venatori, mi sono ritrovato ad inseguire questo maestoso selvatico in Kyrgyzstan per quasi venti giorni. Durante quell’avventura ho potuto constatare personalmente quali sono le tecniche, le armi ed i calibri migliori per dargli la caccia.
Come mia abitudine, voglio dare una brevissima descrizione fisica dello stambecco asiatico, più grande e robusto di quello alpino, non tanto per conoscerlo scientificamente, quanto per renderci conto della sua eccezionale struttura fisica. L’ibex (Ibex Capra Sibirica) è un selvatico di grosse dimensioni che varia dai 130 ai 170 centimetri di lunghezza, dai 70 ai 120 cm di altezza e può raggiungere facilmente i 150 chilogrammi di peso corporeo. A dispetto della sua imponenza è un animale agilissimo, dotato di una struttura ossea e muscolare forte e solidissima e di un apparato cardiocircolatorio che gli permette di vivere a quote molto alte senza nessun problema. Ha i sensi molto sviluppati, in particolare la vista ed il fiuto. Scientificamente viene definito “siberiano”, ma è il signore di tutte le montagne sopra i tremila metri della Turchia, della Kyrgysia, del Kazakystan, della Mongolia, dell’Alto e Basso Altai e di alcune remote Repubbliche dell’Ex Unione Sovietica. La foltezza e la tonalità del manto variano in funzione della zona dove vive ed ha una corta e tozza coda ed uno specchio anale molto simile a quello di un daino. I grandi maschi sono caratterizzati da corna imponenti, presenti anche nelle femmine ma in forma molto minore. Il record mondiale è di 152 cm e guarda caso è proprio Kyrgyso, ma nel conteggio del punteggio internazionale (CIC) entrano anche altri fattori come la circonferenza delle basi e l’apertura.

L’importazione dei trofei in Italia non è soggetta a particolari vincoli restrittivi, ma va comunque tenuto presente che, siccome il “fratello minore” alpino è una specie particolarmente protetta nel nostro Paese, semmai affiderete un trofeo d’ibex al vostro tassidermista, consegnategli anche la relativa scheda d’abbattimento. Da quel che ho appreso di persona ma anche dai racconti di molti cacciatori sia professionisti sia sportivi che ho consultato, il grande stambecco asiatico può essere insidiato con tre differenti tecniche di caccia: quella alla cerca, a cavallo ed a piedi (una volta individuati gli animali), quella in “parata” (detta anche girata, guidata o addirittura battuta) e quella con il cane, solitamente di razza Tajgan Borzoj.
La caccia alla cerca è quella classica, comunemente praticata in montagna anche per cacciare il camoscio, con l’unica differenza è che il grosso della strada da fare viene percorsa a cavallo. Questo è necessario perché sarebbe impensabile e pressoché impossibile cacciare gli stambecchi alla cerca a piedi in zone così vaste e a quelle altitudini, dove il solo respirare è un problema enorme. Sulle montagne dell’Asia centrale non è affatto raro cavalcare per cinque–sei ore di fila per raggiungere le praterie e le rocce dove vivono i grandi maschi. E’ sottinteso che per portarsi a tiro di carabina l’ultimo tratto dell’avvicinamento dovrà essere fatto a piedi, facendo molta attenzione alla conformazione del terreno e soprattutto alla direzione del vento.

Lo stambecco di solito pascola nei prati intorno ai tremila-tremilacinquecento metri, dove l’erba e più fresca e nutriente poi, quando è sazio, comincia a salire sulle vette dove trascorrerà la notte. Nel fare questo segue, quasi sempre, gli stessi itinerari. Se la nostra guida è molto esperta, quei sentieri dovrebbe conoscerli alla perfezione e quindi saperli sfruttare all’occorrenza.. Gli stambecchi nell’utilizzare i soliti sentieri per mettersi in salvo hanno ispirato ai cacciatori una tecnica di caccia molto particolare: la parata, come la chiamano i kyrgysi e vi spiego in cosa consiste. Quando viene avvistato un branco (composto anche da cinquanta–sessanta maschi!), e se per qualche motivo dovuto alla conformazione del terreno oppure alla resistenza fisica del cacciatore non sia possibile procedere con l’avvicinamento a piedi, ci si apposta sulle cime, in prossimità di uno dei suddetti “sentieri”, e poi si manda qualche battitore (è sufficiente anche uno soltanto) per spaventarli e quindi indurli a passare proprio dove è appostato il cacciatore.
Vista la grande difficoltà che presenta la caccia alla cerca, la parata è una delle tecniche più usate, perché, oltre ad essere relativamente poco faticosa, è quella che garantisce le maggiori percentuali di successo. L’unico problema è che bisogna essere dei buoni tiratori, abituati a sparare velocemente anche contro dei selvatici in leggero movimento e che spesso si presentano di punta. La parata aiuta molto anche nella scelta del capo da abbattere, perché di solito è sempre il capobranco quello che ha il trofeo migliore. L’ultima tecnica di caccia è la più insolita e, se vogliamo, la meno etica, ma per questo non possiamo certo negare che sia altrettanto bella ed emozionante.

La caccia allo stambecco con il cane! Ne avete mai sentito parlare? No? Eppure è una forma di caccia molto usata in Asia centrale. Di solito si usano dei levrieri di razza Tajgan Borzoj, ma anche dei meticci ben addestrati vanno bene allo scopo. La caccia all’ibex con il cane è molto semplice, si porta l’ausiliare legato dietro al cavallo nella zona di caccia e poi lo si libera sulle tracce fresche oppure lo si incita ad inseguire uno stambecco a vista. I nemici naturali dell’ibex sono i lupi in branco, quindi un cane da solo li spaventa poco, anzi quasi lo incuriosisce. Quando uno stambecco si sente inseguito con quattro salti sale sopra ad una roccia inaccessibile al cane e si mette ad osservarlo, indeciso se riprendere la fuga o se starsene tranquillo dove si trova. A quel punto il cacciatore, a piedi o a cavallo, non deve fare altro che portarsi a tiro, mirare bene ed abbatterlo. Lo so, qualcuno inorridirà al solo pensiero di cacciare un selvatico tanto nobile e fiero in questo modo e persino Simone mi avevo chiesto di non annoverare questa tecnica come una delle forme di caccia più usate, ma sarebbe stato da ipocriti non menzionarla, perché è ancora molto diffusa tra i cacciatori locali che purtroppo dispongono di armi poco potenti e sprovviste di ottiche da mira, come i vari SKS, Type 56, Taiga, ecc. tutte in calibro 7,62 x 39 Russian.
Ed eccoci arrivati alle armi ed ai calibri che, secondo il mio modesto parere, ritengo migliori per questa impegnativa caccia. Cominciamo dall’inizio. Quando il mio sogno di poter cacciare lo stambecco stava per diventare realtà, decisi che avrei portato in Kyrgysia la mia CZ 550 calibro 300 Winchester Magnum accessoriata con un ottica variabile 2,5–10 x 48 e con palle Nosler Partition da 180 grani. Prevedendo tiri piuttosto lunghi l’avevo tarata a duecento metri e poi ricontrollata a trecento. La burocrazia sovietica invece me l’ha bloccata in aeroporto e così ho dovuto cacciare per quindici giorni con la Voere calibro 6,5 x 68 di Simone. La morale di quella favola è stata che il calibro che ho utilizzato e soprattutto il peso ed il tipo di palla, si sono dimostrati inadatti allo scopo. Persino la pur ottima carabina Voere ha dimostrato i suoi limiti.

Le armi migliori per la caccia allo stambecco e oserei dire anche per la caccia alla pecora di Marco Polo, sono le carabine ad otturatore scorrevole girevole e i monocanna rigati Kipplauf. Su questo non si discute. Quali caratteristiche dovrebbero avere quelle armi? Una robustezza ed una precisione assoluta, inoltre devono essere leggere, maneggevoli e possibilmente poco ingombranti, e se hanno una calciatura in materiale composito è meglio, per i motivi che vedremo più avanti. I Kipplauf sono splendide armi, ma purtroppo hanno due grandi handicap: non permettono una veloce ripetizione del colpo (spesso di fondamentale importanza) e, proprio grazie alla loro leggerezza e alle loro esili astine, non tutti i tiratori sono in grado di spararci bene a lunghissima distanza. Simone, sul suo bellissimo monocanna costruitogli dal grande William Saleri (Wifra), in calibro 6,5 x 57 R, ha montato addirittura un bipede!

L’arma ideale alla caccia allo stambecco non dovrebbe superare i 4–4,2 chili di peso carica e completa di ottica e di attacchi. Dovrebbe avere una canna nell’ordine dei 610–650 mm, un ottimo scatto meglio se dotato di stecher, ed un calcio in materiale sintetico, perché la carabina durante la caccia subirà tutte le peggiori sollecitazioni possibili, dagli sbalzi termici ad un’infinità d’urti più o meno involontari. Una calciatura in materiale composito ci risparmierà sicuramente qualche preoccupazione, specialmente se siamo degli amanti delle armi e ne abbiamo molta cura.
Per la scelta del cannocchiale, vanno benissimo gli stessi che ho già consigliato per la caccia al camoscio. Devono essere di gran marca, robustissimi, impermeabili, leggeri ed a forte ingrandimento, almeno 8 x. Un obiettivo da 42 millimetri sarà più che sufficiente. Ottimi sono i varabili 2,5–10; 3-4 – 12 e 4–16, ma anche i fissi 10 x vanno bene. I cannocchiali dotati di “multireticolo”, se tarati alla perfezione, vi aiuteranno parecchio, perché il tiro oscillerà sempre dai 250 ai 350 metri. Per lo stesso motivo anche un telemetro laser è indispensabile.
Come già accennato, gli stambecchi sono animali molto robusti ed ottimi incassatori, quindi per la scelta del calibro direi di partire dal 7 mm Remington Magnum, con palla abbastanza pesante (150–160 grani), fino ad arrivare al 338 Winchester Magnum con palla da 225 grani. Nel mezzo troviamo degli ottimi calibri come i 7 mm SAUM, WSM, STW e Weatherby, tutti i 300 ad alta intensità, l’intramontabile 8 x 68 Shuler, il 30 R Blaser nei basculanti ed includerei anche i 270 WSM e Weatherby.
 


La palla dovrà essere abbastanza dura, a deformazione controllata e in grado di mantenere una buona massa ed una notevole penetrazione, anche dopo aver colpito grandi ossa o compatte fasce muscolari. Decisamente eccellenti sono le Nosler Partition e Accudond, le Swift A-Frame, le RWS Evolution, KS, DK e TUG, le Speer Grand Slam, le Norma Vulcan, Oryx e TXP, le Barnes X-Bullet, le Winchester Silvertip e Fail Safe, le Woodleigh Weldcore, le Trophy Bonded Bear Claw, le Remington Core Lockt, le Lapua Mega, ecc. Nel mio caso personale la caccia all’ibex l’ho considerata come il “punto di arrivo” della mia trentennale carriera di cacciatore. Dopo aver inseguito per giorni e giorni quel nobile animale, sono arrivato alla conclusione che non potevo ritenermi un cacciatore completo se non fossi riuscito a catturarne almeno uno. Ce l’ho fatta, ed auguro a tutti gli appassionati come me di poter un giorno provare le stesse emozioni.


Marco Benecchi

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14 commenti finora...

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

Filippo servono oltre 7000 euro per fare quello che ha fatto lei poi tra una balla e l'altra si arriva anche a 10.000 e oltre euro. Ma per la passione non si devono mai fare i conti e se uno "può" LO DEVE FARE! Complimenti

da Francesco  29/08/2018 10.22

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

Premesso che non ho alcun interesse personale, e non mi sono servito altre volte del sig. Biondi, io nel 2012 ho speso una cifra più che ragionevole. Non sono un super ricco (questo è sicuro) e spero di non essere fuori di testa (questo è meno certo). Comunque, un buon maschio di camoscio in Italia costa poco meno di quanto io ho pagato stambecchi SENZA LIMITE DI PUNTI... Non so se nel frattempo siano aumentati i prezzi, altrimenti mi pare che il giudizio di Francesco sia troppo severo. Anzi, voglio aggiungere un particolare: l'agenzia in quell'occasione riuscì a prenotarmi il volo per Almaty con Turkish Airlines in business class (una favola) a prezzi stracciati.

da Filippo 53  29/08/2018 8.26

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

Lo conosco anche io ! roba da super ricchi!!! ha dei prezzi fuori di testa! anzi mi chiedo se è ancora aperto...

da Francesco  29/08/2018 7.57

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

lo conosco gran brava persona e organizzatore.

da Rino  28/08/2018 12.58

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

ok grazie

da Federico  28/08/2018 8.25

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

Narciso Biondi di Torino

da Filippo 53  27/08/2018 17.42

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

x FILIPPO 53 a quale agenzia si è appoggiato? se è possibile saperlo?

da Federico  27/08/2018 16.27

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

Purtroppo non sono potuto andare in Kirghizistan, o meglio i medici mi sconsigliano di andare sopra i 3.500 metri. Ho cacciato gli ibex in Kazakhstan, e a quote più ragionevoli (intorno ai 2.000). Non ho dovuto affrontare le difficoltà di MB (mio figlio che mi aveva accompagnato, e che è un abile cuoco, preparava delle carbonare strepitose!). Tuttavia il territorio e gli animali sono più o meno gli stessi; avevo due capi da tirare e li ho sparati uno sui 315 metri e l'altro a poco più di 200. Con il 300 Winchester magnum sono stati fulminati entrambi. Ho poi visto interi branchi di ibex, ai quali non ho sparato prima perché giovani, e poi perché avevo fatto il piano previsto. Ma gli eventuali tiri sarebbero stati tra i 250 e i 350 metri. Ho premesso che parlo del Kazakhstan; ma dal punto di vista balistico non vedo differenze. Ovviamente se si vuol tirare a 800 metri il discorso cambia, ma personalmente credo che per gli ibex non sia necessario. Non lo escluderei per un trofeo molto più prestigioso (vedi la Marco Polo). IBAL

da Filippo 53  27/08/2018 11.57

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

Il problema di "certe armi" è il peso e l'ingombro...
Praticamente insopportabile a certe altitudini...

Un buon 300 è l'ideale, ma l'arma deve potersi mantenere entro certi limiti di portabilità...

Il 300 RUM è eccessivo e tanta potenza non serve---
Specialmente x fare allenamento al tiro come tu stesso hai ricordato
Il 300 RUM è stato l'unico calibro che mi hanno proibito di portare in poligono perchè staccava pezzi di calcestruzzo dal tunnel chiuso..
Cosa che non avevo mai fatto né col 378 WM né col 470 Nitro....

La Marco Polo è più diffidente e difficile da avvicinare degli ibex, ma quando sai colpire con precisione fino a 300 - 350 mt, un buon trofeo riesci a portarlo a casa.
Tranquillo!
M

da Marco B x Rino  27/08/2018 11.38

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

per me il miglior calibro per questa caccia è il 300 RUM con ottica da 30 ingrandimenti. i tiri a 300 sono rarissimi e se capita a 500/600 metri lo devi "seccare" senza problemi. Quindi armi preparate da PROFESSIONISTI e allenamento sui 500 metri ! il bipiede va usato solo per tiri entro i 200 /250 metri oltre sacchetti e appoggio a terra ! Cacciatori italiani hanno abbattuto stambecchi fino a 800 metri! Ovvio serve , fisico, fiato, gamba e una certa predisposizione al tiro lungo. Non partire con la convinzione di trovare animali a 200 metri perché è molto molto raro! A volte non capita neppure dopo 10 gg di caccia! Weidmansheill

da Rino  27/08/2018 9.43

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

OTTIMI,
Ma per le CANNE DA PESCA

Ciao
Marco

da Marco B x Luciano  21/08/2018 14.34

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

Ciao Marco.
Cosa ne pensi dei treppiedi con duplice appoggio (calcio e asta), sono effettivamente validi anche per il tiro a lunga distanza?

da Luciano  21/08/2018 8.49

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

che corna

da Luisa corna bossi che ssellancula  20/08/2018 19.11

Re: Lo STAMBECCO asiatico: Tecniche di Caccia Armi e Calibri

La foto d'apertura del racconto ritrae il sottoscritto in Kazahstan nel 2012. Ringrazio l'autore e aggiungo qualche considerazione.
Anzitutto sulla scelta della calciatura: il sintetico è d'obbligo. Qualsiasi cacciatore, nelle foto di rito col selvatico appena abbattuto, mette in evidenza la propria arma che gli ha fatto conseguire quel successo venatorio. Nella foto in questione invece la mia fedele R93 in 300 Winchester magnum non c'è. Non è stata una dimenticanza: il fatto è che non sono riuscito ad attraversare il profondo canyon dall'altra parte del quale si trovava l'animale che avevo colpito se non scalando una parete rocciosa praticamente verticale. Ora, a parte i 59 anni, non ho mai fatto l'alpinista rocciatore e ho quindi deciso di non rinunciare alle foto, ma, sia pure a malincuore, senza la carabina. Questa avrebbe senz'altro rappresentato un ulteriore e per me insopportabile aggravio nella scalata. Morale: rocce, rocce e ancora rocce, sulle quali il legno rischierebbe di sciuparsi irrimediabilmente.
Preciso anche che l'ibex della foto è stato cacciato dal sottoscritto che si era appostato dietro una roccia su una parete del canyon mentre uno dei due accompagnatori era andato a fare un giro per muovere gli animali. La tattica ha funzionato perfettamente e dopo una breve attesa ho visto arrivare quel bel maschio della foto. Dunque quella sorta di "girata" descritta da MB è molto usata e permette di risparmiare ulteriori faticacce (anche se raggiungere la postazione non era stato proprio un gioco da ragazzi).
Tanta salute

da Filippo 53  20/08/2018 6.52
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