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27/06/2016 

In questo circostanziato intervento ho deciso di affrontare da un punto di vista strettamente normativo i profili operativi che contraddistinguono la gestione venatoria degli ungulati: la caccia di selezione e la seguita.

In ogni caso, la presente riflessione non ha alcuna intenzione denigratoria, né nei confronti della caccia di selezione agli ungulati, né della seguita, ma si limita ad un’analisi delle carenze normative insite nella legislazione nazionale e sulle loro ripercussioni in termini di gestione faunistico-venatoria.

Ciò premesso, le normative in tema di derivazione internazionale (Convenzione di Berna) e di matrice comunitaria (Direttiva 92/43/CEE, cd. “Habitat”) focalizzano la propria attenzione sulla conservazione della fauna selvatica, tra cui gli ungulati, attribuendo alle singole specie diversi livelli di protezione, da questi ne discendono le relative possibilità di gestione faunistico venatoria. Gestione che, in breve, deve mirare all’uso sostenibile delle risorse faunistiche.

Ora le disposizioni in parola non fanno alcuna differenza tra la caccia di selezione agli ungulati e la seguita. Entrambe sono considerate legittime purché non contrastino con gli obiettivi di conservazione della fauna selvatica perseguiti.
Ma veniamo in Italia.

Innanzitutto, si deve evidenziare che la caccia di selezione agli ungulati non appartiene alla tradizione venatoria italiana.

Questa modalità di caccia, con tutti i suoi pregi e difetti, è di origine mitteleuropea, dunque estranea al patrimonio nazionale ed al contestuale tessuto socio culturale venatorio continentale italiano e peninsulare mediterraneo.

Ciò è inconfutabile, poiché passando in rassegna la prima codificazione della legislazione venatoria in Italia (R.D. n. 1016/1939), esaminando l’intermedia Legge quadro sulla caccia (L. n. 968/1977), si può osservare come il termine “caccia di selezione” sia stato inserito soltanto nell’ultima, e vigente novella normativa del 1992.

Infatti, l’attuale Legge quadro nazionale n. 157 del 1992, parla di caccia di selezione agli ungulati soltanto nell’art. 18, e precisamente, per concedere due deroghe peculiari per questa specializzazione venatoria: la caccia di selezione agli ungulati è consentita fino ad un’ora dopo il tramonto; previo parere dell’Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.), la caccia di selezione agli ungulati può essere autorizzata a far data dal 1° giugno, nel rispetto dell’arco temporale della stagione venatoria.

Al contrario, il termine caccia agli ungulati mediante seguita esiste solo in una restrizione: il divieto dell’uso dei segugi nella caccia al camoscio (art. 21, c. 1, lett. ff).

Nonostante la richiamata Legge n. 157/1992 sia abbondantemente maggiorenne, nei sui oltre vent’anni, 21 per la precisione, di vigenza non si è mai occupata di definire, integrando il proprio corpus normativo, né con il concetto di caccia di selezione, e nemmeno con quello di caccia alla seguita.

Ma allora, per dare sostanza alle presenti osservazioni, quali sono le definizioni di caccia di selezione o di caccia alla seguita agli ungulati nella Legge quadro nazionale sull’attività venatoria?

Per estrema onestà intellettuale si può, anzi si deve, fare solo una costatazione: nessuna, non esistono.

E’ proprio per questo silenzio normativo che ci troviamo oggi dinanzi a due “fantasmi”. Sì perché di “fantasmi” normativi si tratta, poiché sia la selezione, sia la seguita, sono entrambe deficienti di un contenuto giuridico codificato quantomeno nel solco della legislazione venatoria europea e statale.

E così, il legislatore è intervenuto prevedendo un’eccezionale, tanto favorevole, disciplina per la caccia di selezione, che è stata inserita nell’ordinamento giuridico italiano tramite la cd. Legge finanziaria 2005, e precisamente nell’art. 11-quaterdecies, comma 5, L. n. 268/2005, il quale postula che “Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentito il parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica o, se istituti, degli istituti regionali, possono, sulla base di adeguati piani di abbattimento selettivi, distinti per sesso e classi di età, regolamentare il prelievo di selezione degli ungulati appartenenti alle specie cacciabili anche al di fuori dei periodi e degli orari di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157”.

A rigor di logica, lo strumento della Legge finanziaria non è sicuramente la fonte normativa idonea per il raggiungimento dell’obiettivo di una riforma strutturale ed organica della normativa venatoria.

Come visto, la natura “sovrannaturale, quasi immateriale” di questi concetti giuridico-venatori nella L. 157/1992, e una previsione non incardinata in quest’ultima norma, ma nella Legge finanziaria del 2005,  non sono state prive di inconvenienti, che continuano a condizionare radicalmente le sorti della caccia di selezione e della seguita, e di riflesso, degli ungulati.

La prima, cioè la caccia di selezione, ha incontrato il favore incondizionato degli Istituti scientifici italiani (tra cui l’I.N.F.S., ora I.S.P.R.A.), in chiara controtendenza con il resto d’Europa, e quindi, sulla base del combinato disposto dei paradigmi normativi di cui all’art. 18 della L. n. 157/1992 e all’art. 11-quaterdecies, comma 5, L. n. 268/2005,  anche delle Pubbliche Amministrazioni deputate ad attuare la gestione faunistico venatoria.

Diversa sorte è toccata alla caccia alla seguita agli ungulati che viene in Italia  “demonizzata”, e praticata solo  in Veneto ed in alcune vallate del Friuli Venezia Giulia ed anche in questo caso in chiara controtendenza con il resto d’Europa dove  invece si considera la caccia alla seguita per il prelievo degli ungulati un concreto e corretto, ed insostituibile, metodo do gestione.

Questo panorama venatorio è semplicemente possibile per il sol fatto, che a causa dell’assenza di previsioni normative statali, non dico dettagliate, ma quantomeno di indirizzo, ci si ritrova inevitabilmente nel campo della discrezionalità legislativa ed amministrativa sub statale.

Persino la Giurisprudenza Amministrativa non ha mai formulato possibili definizioni concettuali in merito, ma si è limitata a verificare la regolarità procedimentale ai fini di attuare il prelievo venatorio.

Questa discrezionalità si è potuta così estendere sino al colmare gli ampi spazi lasciati sguarniti dal legislatore nazionale, e si sostituisce quasi in toto alle disposizioni “quasi” essenziali in materia contenute nella Legge quadro sulla caccia: nella pratica, il tutto si è tradotto in un incentivo per la caccia di selezione e in un confino  della tradizionale caccia alla seguita.

Ecco allora che, per evitare sperequazioni tra la caccia di selezione e la seguita, disuguaglianze che si ripercuotono in primis sugli ungulati, ed in seconda battuta sui cacciatori, è sufficiente attenersi all’impianto normativo statale di cui alla Legge quadro n. 157/1992 per comprendere come sia la caccia di selezione, sia il prelievo venatorio agli ungulati con l’ausilio del cane, siano metodi di gestione venatoria perfettamente legittimi.

A conforto di quanto fin qui osservato, mi sia concessa un’ultima, non isolata, considerazione sul controllo faunistico e i danni legati alle produzioni agricole e forestali.

Per dirla con le parole del legislatore estensore della ormai nota L. n. 157/1992, la gestione faunistica venatoria deve tendere al raggiungimento ottimale delle consistenze faunistiche sul territorio e in concomitanza non deve contrastare con le attività zoo-agro-forestali (art. 1). Qualora non si riesca a conciliare la tutela delle produzioni antropiche agricole e zootecniche con la presenza di fauna selvatica si può ricorrere al controllo faunistico (art. 19).

Ma vediamo un caso pratico attuale quanto mai incalzante. Si rinvia, con estrema facilità, ai danni che provoca il cinghiale alle produzioni agricole in Italia, oppure al dissesto causato dai cervidi agli ecosistemi agricoli e forestali, e poniamoci alcune domande.

In questi frangenti, si può rilevare che i mezzi messi a disposizione dal legislatore in materia di controllo della fauna selvatica di cui all’art. 19 L. n. 157/1992 (in sequenza: accertamento danni, adozione metodi ecologici, parere I.S.P.R.A. sulla loro inefficacia, abbattimento), non sono né economici, né efficaci, né efficienti?

Considerando i dati sull’andamento delle popolazioni degli ungulati nella penisola italiana (dati I.S.P.R.A. 2013), si può sostenere che la sola caccia di selezione – dopo quasi vent’anni di supremazia rispetto alla seguita – non sia in grado di assolvere al compito di una corretta gestione faunistica, in particolare alla prevenzione dei danni al comparto agricolo e zootecnico, con un controllato increasing delle popolazioni di ungulati.

Come mai, nella maggioranza dei casi di “contrasto” che si vengono sempre più frequentemente a creare nella “difficile” convivenza tra l’uomo, da un lato, e, ad es. il cinghiale, dall’altro, si ricorre al controllo faunistico, o alla caccia se consentita, “chiedendo aiuto ai cani da seguita” solo quale ultima chance?

Non c’è bisogno di suggerire la risposta. Basta eliminare l’incipit di ogni singolo quesito e i punti interrogativi, per avere una quadro coerente con la realtà dei fatti!

Si pensi che l’Unione Europea da sempre parla di conservazione della fauna selvatica e di sostenibile convivenza reciproca tra l’uomo e gli animali.

Convivenza sostenibile che così non è, almeno nel caso di specie: gli ungulati per due decenni, con il maggioritario prelievo selettivo, hanno sì accresciuto le loro consistenze numeriche, ma ora ci si trova costretti a ricorrere sempre più spesso al controllo faunistico. Controllo che viene definito dalla corrente giurisprudenziale consolidata quale extrema ratio, alle volte, preposta anche a rimediare a politiche gestionali non sempre corrette.

Ne discende qualche perplessità sulla legittimità – in raffronto alla normativa comunitaria e statale menzionata – dei risultati a cui si è pervenuti in materia di gestione degli ungulati, non tanto in termini di incremento della consistenza numerica delle specie, ma soprattutto in relazione ai danni causati all’agricoltura, all’allevamento, alla biodiversità, e nel complesso alla collettività.

Nel concludere questa circoscritta disamina comparata tra diritto sovranazionale e diritto interno, caccia agli ungulati tra selezione, seguita e controllo faunistico, si è dunque dimostrato come sotto il profilo legislativo non vi è alcuna disparità: la seguita non è una dea Diana minore subordinata alla caccia di selezione.

E ancora, stando alla normativa statale vigente, la caccia di selezione non è una corsia preferenziale per la gestione degli ungulati rispetto alla caccia alla seguita.

Proprio a fronte della situazione in cui versano gli ungulati in Italia, dove ci si divincola in dilemmi, tra risorse e problemi, la seguita dovrebbe essere considerata come una potenziale strategia di conservazione degli ungulati.

Davide Brumana

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21 commenti finora...

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

X Frank e gli altri. Voi mi state parlando accademiche te e lo capisco e capisco anche la selezione quando hai raccontato della scrofa e sei cuccioli. Su quei numeri ti do ragione ma quando hai davanti centinaia e centinaia di cinghiali adulti che si tirano dietro u n numero imprecisato di piccoli cosa vuoi prelevare li per scacciarli dove ? Mi dirai, ma come ci si è arrivati a quei numeri ? Che io sappia, in quella località, si pratica la caccia di selezione ma con tanti di quei paletti che pro abilmente non è servita a niente se quelli sono stati i risultati. Il mio amico non è fotoreporter, si trovava li ad asparagi, pensa un po'.




da Carlo rm nord  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

x Carlo Lapo,lungi da me ogni pretesa di farvi cambiare le Vs. idee che noto piuttosto radicate.E giusto che ognuno la pensi alla sua maniera. Ciò premesso mi permetto di riportare due cose. E' risaputo che i maggiori danni vengono effettuati da branchi di cinghiali destrutturati, cioè dove scarseggiano gli adulti ( specialmente femmine) ed abbondano i giovani. Una famiglia di cinghiali a cui viene a mancare la madre si trasforma in un vero cataclisma.Per questo la braccata, non consentendo una facile identificazione del capo da abbattere, può rivelarsi pericolosa.La selezione invece offre questa possibilità di scelta del capo da abbattere : sempre! E non è assolutamente vero che la caccia avviene sempre a buio completo, dove quindi non riesci a distinguere chi prelevare. Se conosci bene il territorio dove cacci e conosci i posti dove solitamente i cinghiali si allestrano ti puoi appostare vicino e sorprenderli all'uscita serale od al rientro mattutino, quando le condizioni di luce ti consentono di ben operare.Vi porto una mia esperienza significativa di ciò che può essere la caccia di selezione al suide e dei vantaggi che può offrire in fatto di prevenzione danni: nella zona dove io caccio un agricoltore si lamentava perchè avendo seminato a grano un appezzamento di terreno vicino al bosco ( errore! ) questo veniva continuamente visitato da una famiglia di cinghiali e più precisamente una scrofa con sei cuccioli. Ci siamo appostati nelle vicinanze e quando all'imbrunire sono usciti per la solita scorribanda abbiamo prelevato un cucciolo.Dopo quella sera la famigliola non si è più fatta vedere e l'agricoltore ha portato indenne il campo di grano fino al raccolto. Ecco questo è il risultato di questo tipo di intervento che poi voi potete chiamare selezione, controllo o come più vi aggrada.

da Frank 44  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

x Carlo.appunto che non è tuo pane..ascolta chi di questo argomento ne sà sicuramente più di te avendolo praticato da anni e poi anche studiato per le abilitazioni necessarie alla selezione .

da selecontrollore toscano  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Carlo....ti invito ad approfondire e studiare un po' l' argomento e poi confrontalo pure con quel che vedi e con i filmati ma.......cerca di valutare bene!
Intendo dire che il tuo amico avrà sicuramente filmato tanti cinghiali ma.....quanti ce ne erano prima? come mai si sono raggruppati li? la caccia di selezione ci viene fatta e come?
Io Carlo, è un po di tempo che "vivo" questa cosa e....ti assicuro che funzionerebbe...funzionerebbe eccome!!

da springer toscano  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

X Tano. Ho già detto che non è la mia caccia. Se parlo è perché è quello che vedo, i risultati di chi studia e sa' tutto di gestione con G maiuscola. I miei riscontri sul campo dicono il contrario di quello che dici tu e inoltre non ho visto un video su YouTube ma un video inviato mi da un amico, ripresi con un telefonino, se vuoi dammi la tua mail che te lo giro e li dimmi, amico mio, cosa ci fai con la tua selezione....neanche le bombe a mano servirebbero.

da Carlo re nord  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Frank concordo in tutto!!
Aggiungo....non assolutamente contro la braccata ma....che essa venga fatta in zone apposite (aree vocate) e dove quindi il cinghiale vi può stare senza fare "troppi" danni.....e dove ritengo giusto in caso di necessità intervengono le squadre (e se non intervengono credo sarebbe giusto risarcissero i danni!).
Nel restante territorio....caccia di selezione con possibilità di piccole governe e ovviamente per classi suddivise per tempi (alle femmine che allattano non si spara....agli striati non si spara...ai rossi si!)..organizzati in distretti con controllo obbligatorio del capo!!
In alcuni luoghi questo non basterà (forse...) e allora si interviene in contenimento danni vero e proprio!!
Frank....al cinghialaio in squadra non deve fregare un benemerito c....o se un selecontrollore prende un cinghiale in quanto questo viene prelevato in area dove la squadra non caccia!!!
Se poi il cinghialaio è un " furbone" (sig.....qualcuno si sente davvero così!!) e va a caccia, prima del primo novembre sempre, e dopo, i giorni di lunedì e giovedì nelle aree non vocate, di "frodo"........

da SPRINGER TOSCANO  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

se si eliminano le sanzioni per "bracconaggio", se si autorizza una eliminazione sistematica, hai voglia che sparare. la ciccia,lio sanno tutti, è quella che tira. altro che etica. il cecchinaggio (caccia di selezione) dà un pretesto etico a una fame atavica. ci sono ristoranti e macellai che ci si sono fatti la barca con lo spezzatino etico. senza parlare delle tante famiglie di pensionati, che ormai la poca carne che mangiano è quella di cinghiale, saporita, calorica e a poco prezzo (una fucilata una volta alla settimana, in cortile, o in giardino, dalla finestra di casa). Senza nemmeno il cappellello con la piuma di forcello. SELEZIONEN

da selezionen  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

imparati..venia

da tano  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Avere l'umiltà di imparare e di studiare è un grande dono.
Tutti nascono già inparati si dice dalle nostre parti,salvo poi non sapere un mazza.
Mi piacerebbe porre domande a qst sapientoni che non sanno nulla di Gestione (G maiuscola) del cinghiale.Parlano per sentito dire e per aver visto video di branchi su youtube.Studiate e leggete(dispense e testi ce ne sono a bizzeffe in materia)e poi parlate..

da tano  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

X Frank 44. Qui non si tratta più di allontanare....poi allontanare Dove? Dove vanno a fare altri Danni? Qui si tratta, a fronte di questa situazione, di RIDURRE in maniera sensibile, avvertibile, constatabile, questa popolazione ormai fuori controllo. Non mi venire a parlare di eradicazione, per favore, dovresti sapere benissimo che il cinghiale è come la gramigna e con le aree protette oggi esistenti non li sterminerai mai. Secondo me proprio chi fa i tuoi ragionamenti ha, oggi, lasciato lievitare questa problematica fino a farla tracimare. La vita mi ha insegnato che in determinate situazioni, per risolverle, bisogna intervenire drasticamente senza pietismi per questo vedo la caccia di selezione i n a d e g u a t a, non idonea.....altro che chiacchiere da bar

da Carlo rm nord  12/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

La caccia di selezione al cinghiale non esiste!!!
Tirare ad un animale, magari a buio, attirato su di una mangiatoia con del semplice granoturco, magari anche in un periodo di forte carenza alimentare (primavera) non può essere definito prelievo selettivo. Il più delle volte non si riesce neppure a capire il sesso dell'animale.
Il controllo fanisitico di questo tipo può al limite essere definito: TIRO OPPORTUNISTICO AL CINGHIALE !!
La caccia di selezione è un'altra cosa.......

da Lapo  11/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

bravo frank.
Per qualcuno ci sarebbe da chiamare i Navy Seals per gestire diligentemente la popolazione dei cinghiali..
quando invece basterebbe sapere e conoscere e non lasciarsi imbambolare da riprese on line e chiacchere da bar.

di nuovo bravo frank

da selecontrollore toscano  11/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Se sparando a quel gruppo di cinghiali ne abbattevi anche uno solo,magari un piccolo, per un mese in quella zona non ne avresti visti più. La selezione serve a questo, allontanare i cinghiali da dove possono far danni; utilizzando un mezzo per nulla impattante sull'altra selvaggina e senza arrivare alla eradicazione.

da Frank 44  11/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Secondo me, a fronte del gran numero di cinghiali , proprio il sistema del cecchinaggio non risulta adeguato, non serve, non incide significamente su questa popolazione ormai fuori controllo. Vorrei farvi vedere un video girato da un amico, in Puglia, su terreno libero, dove un numero imprecisato di cinghiali tra grandi e piccoli attraversano una radura, nell'ordine di alcune centinaia. Ecco, qualcuno mi spieghi come potrebbe incidere in quel caso la cosiddetta " selezione, selezione de che" che ti vuoi selezionare li. Credo invece che battute, rastrellamenti, abbattimenti massicci possono ridimensionare questo fenomeno, laddove c'è ne è bisogno, altro che chiacchiere, diversamente teniamoci i cinghiali intorno ai cassonetti.

da Carlo rm nord  11/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

SPRINGER TOSCANO, ottimo e condivisibilissimo intervento. Esiste solo un piccolo ma insormontabile problema: i nostri amministratori e molti cacciatori non capiscono o meglio non vogliono capire. Perchè capire come sono effettivamente messe le cose va contro il loro interesse. Mi si dice che la selezione non è risolutiva ? Certo, concordo perfettamente perchè fin che si danno i permessi di abbattimento ai selettori. che per ottenerli debbono essere obbligatoriamente iscritti ad una squadra di caccia collettiva, questi per il quieto vivere si guarderanno bene dal fare abbattimenti, onde evitare di rendersi nemici i compagni di squadra che non avendo l'abilitazione non possono accedere a questa forma di prelievo e che quindi vivono ogni abbattimento come un furto effettuato al loro patrimonio. Risultato: abbattimento cinghiali in selezione = 0. Perciò smettetela di dibattere ipocritamente su falsi problemi, cercando motivazioni che non esistono, quando sapete perfettamente quale sarebbe la soluzione. Non occorre ve lo dica io,nonostante si dica il contrario la CICCIA interessa a tutti. Lo dimostra il fatto che alla sera, finchè non viene distribuita la borsina di ciccia nessuno se ne va a casa.Del tutto legittimo certamente ma abbiate il coraggio di dire le cose come stanno! Cordiali saluti.

da Frank 44  10/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Non è la mia caccia, premetto,...pour parler ...ma da esterno, diciamo, mi sembra che ci si limita a disquisire su modalità di caccia quando il problema vero pratico è un altro. Questi cinghiali sono davvero così in soprannumero? Fanno realmente danni a causa di questo sovrannumero ? Ecco questo è il tema centrale. Allora se la risposta è affermativa a che serve disquisire sulla selezione (...poi de che? che devi seleziona' se non te pari da nessuna a parte), sulla braccata, a che servono queste fazioni quando bisogna ridurne il numero e basta senza stare li a distinguere maschio, femmina, gravida o meno, piccoli ecc. se devono essere diminuiti devono essere diminuiti punto e basta e qualsiasi mezzo, qualsiasi tempo va bene. Così si risolve il problema altrimenti mi sembra tutto un chiacchiericcio. Scusate la mia ignoranza ma la vedo così . Saluti a tutti

da Carlo rm nord  08/07/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Springer Toscano : ottimo intervento, che condivido in pieno. Caccio in zona alpi torinese dove la selezione è ammessa 15 giorni l'anno dei quali otto giovedì, giornata in cui notoriamente tutti noi siamo liberi da impegni di lavoro. Solo al cinghiale con i cani il doppio, cioè circa 30 giornate l'anno. Ecco, di fronte a queste regole geniali non possono che cadere le braccia. Poi si lamentano che i cacciatori non rinnovano e la selvaggina è fuori controllo. La maggior parte della colpa è delle aa.vv. che tramite i c.a. riducono (dimezzano) i periodi di caccia stabiliti dalla regione e da ispra. Nessuno interviene.

da Arrabbiato 63  30/06/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

CIAO SPRINGER...
oculatissima e dettagliata cronaca "delle nostre zone "la tua ..
molto in sintonia col mio pensiero

Bravo...

da Massimiliano-Colle v.Elsa  30/06/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Disanima approfondita, a livello legislativo e molto di parte......
Mi piacerebbe però sapere come mai tecnici e istituti considerano più adatta, alla conservazione di una specie la caccia di selezione??
La cacci di selezione sai che può avere indirizzi diversi? Nel senso che può essere volta all' incremento della specie oggetto di caccia come alla diminuizione o al mantenimento numerico?? La selezione al capriolo per esempio (se si escludono gli ultimi 2/3 anni) era sempre indirizzata, prima all' incremento della specie, poi al mantenimento.....ultimamente è volta ad un leggero contenimento numerico e....mi sembra che stia funzionando!!
I danni da cinghiale (che rappresentano almeno da me l' 85%) sai perchè non è possibile contenerli con la selezione? Semplicemente perchè la selezione al cinghiale non viene fatta.......in toscana si partirà da ora con legge Remaschi ma fino ad ora........in provincia di Pisa non era prevista assolutamente e nelle provincie dove avevano provato ad applicarla era soggetta o forti, fortissime limitazioni perchè osteggiata da un' altra categoria di cacciatori.......della quale credo Davide tu ne faccia parte!!
Parlando della mia realta.....fino ad ora solo pochi (pochissimi) interventi in art. 37 al cinghiale erano fatti con la modalità dell' aspetto (che non vuol dire selezione!) e.....se fatti da chi li sa fare portano ottimi risultati.
Vediamo tra 5/6 anni se riusciamo in toscana a fare la selezione al cinghiale per davvero se verranno ottenuti risultati o meno.......credo che ne potremmo riparlare!!!
Infine.....non sono assolutamente contro la braccata.....ci mancherebbe altro ma.....ritengo giusto che ad essa venga riservato una porzione di territorio e....venga considerata per quel che è .....un' appassionante caccia tradizionale che provoca tanto disturbo alle specie non cacciate, ai cacciatori che non vi partecipano, non ha assolutamente nessun principio selettivo.....riserviamola al cinghiale e godiamocela cercando di farla nel modo più tradizionale e bello possibile....ma basta li.
Saluti

da SPRINGER TOSCANO  30/06/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

non si discute, caccia di selezione! mi avete frantumato l'epididimo!

da vecchio cedro  30/06/2016

Re: Caccia e controllo faunistico degli ungulati: tra i “fantasmi” normativi della selezione e della seguita

Mi permetto e senza polemica : la sua perfetta e ben esplicata disamina è prettamente di parte.

Dipende dagli obiettivi che ci si pone.
Per anni,i primi anni '90 qua' in Siena, la Selezione è stata applicata-attuata (con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro) affinchè le popolazioni di cervidi e bovidi andassero ad aumentare,mantenendo la densità sotto il famigerato "fattore K"

Adesso qualcosa è cambiato....un male per un verso un bene per l'altro (a mio modesto vedere)
Ci poniamo l'eradicazione ? Bene,la selezione non è la metodologia giusta per attuarla .Stop
Sciogliamo indistintamente i cani su daini e caprioli e quel che passa passa..scende

presto molto presto tornerà tutto come gli anni '80......tabula rasa (in terre di Siena).

Ma può anche essere che il mio punto di vista non sia esatto...........e come il suo un pò di parte (benchè passionista della braccata ..al cinghiale)

saluti

da Massimiliano  28/06/2016
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