Discepolo di Socrate, Senofonte fu uno storico ateniese vissuto intorno alla metà del quarto secolo avanti Cristo. Scrittore piacevolissimo, ebbe una vita movimentata fra spedizioni militari e probabilmente battute di caccia. Forse per questo, gli fu attribuito – pur con qualche dubbio – il Cinegetico, ovvero “come condurre il cane da caccia”, un competente elogio della caccia dell'epoca, fra storia delle origini, tecnica e narrazione.
Il trattatello si divide in più capitoli, che descrivono le regole della caccia col cane, il segugio, allora impiegato soprattutto nella seguita alla lepre, al cinghiale e al cervo. Una ferrea preparazione fin dall'età dell'adolescenza. ”Chi si sente incapace – scrive - non per questo dovrà avvilirsi e rinunziare del tutto, ma, naturalmente, farà quel tanto che le sue modeste forze gli permetteranno di fare”.
Già allora distingue i nobili cani di razza (selezionati da Castore, e detti pertanto Castorini) e i bastardini, volgarmente appellati “volpini”: “corrono qua e là di mala voglia, per l’eccessivo sviluppo di alcune parti del loro corpo a danno delle altre”.
Il vero cane da caccia, ben selezionato e addestrato (“Il ritratto del vero cane da caccia”), di bell'aspetto, equilibrato, armonioso (quasi un vero e proprio standard ante litteram), invece: “Scoperta la traccia, deve seguirla in tutta fretta, senza fermarsi sui suoi passi; piegherà la testa obliquamente sulle orme e darà segni di allegria abbassando le orecchie e dimenando festosamente la coda; andrà così avanti verso il covo, facendo molti giri e senza mai perdere di vista la traccia; quando poi si troverà a poca distanza dalla lepre, ne darà chiari sintomi al cacciatore...” eccetera eccetera. Sembra quasi di leggere lo Zacchetti (“Manuale del cacciatore col segugio”).
E la lepre, infine, distinta nelle due specie (europea, più grossa, e mediterranea) nelle sue abitudini, nelle sue astuzie e ingenuità.
Un “manuale”, aldilà dell'incertezza dell'autore, su cui si sono versati fiumi di inchiostro e consumati calzari di segugisti e polpastrelli di segugi, antichi e moderni.