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03/02/2014 10.55 

 

Marco Benecchi
 
 
 

Sono nato cacciatore, con tutti i cromosomi giusti (o sbagliati, secondo i punti di vista) tra l’abbaiare di cani, il profumo dell’olio dei fucili e i racconti, più o meno veritieri degli anziani. Ho iniziato a cacciare da giovanissimo, consapevole del fatto che col tempo la mia passione mi avrebbe portato ad inseguire gli animali selvatici ben oltre i ristretti confini della mia amatissima Maremma. Nel corso degli anni ho conosciuto dei cacciatori che, prima ancora di aver cacciato un daino sull’Appennino o un camoscio sulle Alpi, hanno fatto un dispendioso safari in Africa. No, mi dispiace, io non la penso così. Anche se un certo desiderio di avventurarmi nel Continente Nero ci sarebbe pure, ho deciso che prima di andarci è mio dovere “guadagnarmi” tutti i meravigliosi e prestigiosi trofei cacciabili nella nostra vecchia Europa.

E così, dopo aver dato la caccia a cinghiali, caprioli, daini, mufloni, cervi, alci, orsi, stambecchi e addirittura cedroni, per completare il “Gran Slam” europeo mi mancava soltanto la mitica capra Hispanica. Amante della montagna e appassionato di “capre”, ho sempre visto, in quel nobile selvatico, il coronamento alla mia lunga carriera di cacciatore.

Da sempre la Capra Pyrenaica (Cabra Salvaje) è stato il mio sogno segreto nel cassetto, per il suo prezzo altissimo (ma proporzionato al prestigioso selvatico) e per la carenza di agenzie specializzate che ne organizzassero seriamente la caccia. Ma io sono un fatalista e nell’intimo lo sapevo (o almeno speravo) che l’occasione di recarmi in Spagna con una carabina in spalla prima o poi si sarebbe presentata. In occasione del Game Fair di Bracciano del 2005 fui attratto dal cartello di un espositore: “LA CHURRA” Caccia in Spagna. Mi avvicinai per prendere un paio di deplians da dare ad un amico appassionato di tordi, quando vidi che l’espositore stava leggendo Caccia +, e guarda caso proprio un mio articolo.

Quel distinto signore, accortosi della mia presenza, alzò gli occhi per salutarmi, li riabbassò e poi li rialzò di nuovo sorridendo: “Ma lei è Marco Benecchi?” ”Si, sono io” gli risposi porgendogli la mano. “Peccato che Lei offre soltanto battute alla piuma. Io invece, quando sento parlare della Spagna, mi viene subito un groppo allo stomaco e la fantasia corre lontano!”. “Diamoci del tu, sono Franco e non c’è bisogno che dici altro. Ho capito, nei tuoi sogni c’è senz’altro la capra”.

Da quel giorno con Franco lo scambio di telefonate, e-mail, fax e cartoline è stato costante, anche se monotono come contenuti. Credo sia inutile sottolineare che il tema era sempre lo stesso, ma un bel giorno arrivò la tanto agognata notizia. “Marco, puoi liberarti per Pasqua? Ti ho trovato una capra!!” A sentire quelle parole il mio cuore saltò qualche battito, ma mi ripresi subito e confermai il mio arrivo a Barcellona per il sabato santo. La destinazione finale sarebbe stata Vinaros, da dove saremmo partiti per le impervie montagne della Sierra Vallivana. Come si fa ad andare in Spagna e specialmente a Barcellona, a Taragona, a Peniscola e Valencia senza moglie al seguito?

Quando vado a caccia all’estero, alla scoperta di posti nuovi e non prevedo grossi disagi, non esiste miglior compagno di viaggio della mia pazientissima mogliettina Nadia. Lo so. Sono un marito fortunato. E desidero sottolineare subito anche una cosa. Sin da quando ho messo piede nell’assolata penisola iberica a quando ne sono ripartito, l’assistenza dell’amico Franco è stata fondamentale, totale e impeccabile sia sul terreno di caccia sia come guida turistica.

Dopo aver trascorso tre piacevolissimi giorni a fare del sano shopping come due sposini in viaggio di nozze, perché in Spagna durante la settimana santa non è consentito cacciare, il martedì dopo Pasquetta ho finalmente potuto indossare la mia “divisa” verde scuro. L’appuntamento con Benjamin, la nostra guida – guardacaccia – accompagnatore, era alle sette in punto, davanti alla caserma della Guardia Civil di San Rafael. Mentre aspettavamo che facesse giorno due cose mi fecero storcere il naso: le raffiche di vento che addirittura spostavano la nostra macchina e l’emblema sui muri della caserma: un bel fascio littorio! Mi aspettavo di veder uscire, da un momento all’altro, i carabineros con il loro caratteristico cappello in testa. Mi venne in mente il film: “Per chi suona la campana”.

Benjamin fu puntuale e, dopo esserci scambiati i soliti convenevoli, salimmo sulla sua L 200 e cominciammo a inerpicarci all’interno della Sierra. Ben era silenzioso, ma vedendo che i rami dei pochi alberi che crescevano su quei monti desolati si piegavano sotto le micidiali sferzate del vento, scuoteva la testa. Franco, che parla un catalano perfetto, mi tradusse che con quel vento sarebbe stata un’ardua impresa scorgere i selvatici. La caccia alla capra Hispanica è molto simile a quella che si pratica a camosci e stambecchi. Anche le capre si cercano a piedi, mentre pascolano tra gli arbusti bassi ed intricati che crescono fra le rocce.

Notai che l’habitat era molto simile a quello sardo, dove per anni avevo cacciato pernici e conigli. Cambiava soltanto il tipo di vegetazione e l’altitudine. Tutto intorno a noi c’era un mare di rosmarino selvatico, lavanda e timo ed un tipo di piante che con le loro micidiali spine misero a dura prova la qualità del mio abbigliamento. Mi riproposi che a fine caccia avrei acquistato un completo robusto e “tutto spagnolo”. Benjamin apriva la pista seguito dal sottoscritto (l’unico armato) e dall’entusiasta, quanto poco allenato, Franco, che, grazie al suo eterno amore per le Marlboro, ad ogni passo sbuffava come un mantice. Fu dopo una mezzora di cammino che avvistammo le capre, ed a me presero a tremarmi le gambe.

Sul versante opposto del monte che stavamo scalando ce n’erano una decina. Peccato che erano tutte “Ebras”, femmine, ma la loro vista bastò per farmi crescere l’adrenalina a mille. Benjamin, sempre tramite Franco, mi spiegò che in quel periodo dell'anno (metà aprile) le femmine ed i maschi vivevano in branchi separati, spesso lontani tra di loro di parecchie centinai di metri se non addirittura di chilometri. Disse anche che il forte vento che ci stava flagellando era quanto di peggio ci potesse capitare.

La mia solita fortuna, pensai, ma tutto sommato preferivo di gran lunga il vento che una pioggia gelida. Un sole implacabile ci costrinse più volte e spogliarci e a rivestirci a seconda se tirava più o meno vento. Andammo avanti in quelle condizioni fin oltre mezzogiorno senza avvistare nessun maschio. Si, avete capito bene, nessun maschio, in compenso avvistammo una simpatica capretta nera inselvatichita che, in un altro momento, avremmo dovuto abbattere. All’una, con gli occhi che ci facevano male per il continuo sbinocolare e la testa che ci girava per le forti raffiche, dichiarammo forfait e decidemmo che era ora di andarcene a mangiare.

Avremmo ritentato la “suerte” nel tardo pomeriggio, ma non prima delle 17,30. Dopo esserci rifocillati (io gustai una bella frittata di baccalà!) e dopo aver fatto un pisolino sul fuoristrada, partimmo alla volta dell’altro versante della Sierra, quello meno esposto all’implacabile vento. Ripetemmo la caccia seguendo lo stesso copione del mattino, ma con meno entusiasmo. Mi reputo un discreto cacciatore, ma devo ammettere che avevo una certa difficoltà a individuare le capre in mezzo a quell’intricatissimo mare verde. Nei miei sogni m’immaginavo di avvistare il magico ed elusivo selvatico sulle rocce, come fosse un camoscio o uno stambecco, ma mi sbagliavo. La capra hispanica pyrenaica ama sì le rocce, ma trascorre molto tempo a pascolare tra gli arbusti che, a volte, gli arrivano fin oltre la groppa.

Seguendo le indicazioni di Ben avvistammo molte femmine ed infine anche tre magnifici maschi. Io, senza chiedere il permesso a nessuno, feci scorrere nella canna della mia Remington BDL 700 Stainless Syntetic calibro 270 W una ricarica con palla Nolser Ballistic Tip da 130 grani, ma Ben come mi vide scosse la testa. Secondo lui quei tre maschi non erano degni che di un misero sguardo! Tramite Franco gli dissi che per me andavano più che bene, ma fu inutile. Anzi, mi consigliò di non insistere per paura di offendere la nostra granitica guida.
 
 

Mi venne quasi voglia di arrabbiarmi con chi mi aveva fatto diventare, agli occhi del nostro accompagnatore catalano, un’ospite di grande riguardo. Non sono mai stato un fanatico di trofei, di Kapital, di centimetri e di punti CIC, quindi uno di qualsiasi di quelli tre animali me lo sarei portato molto volentieri a valle! Pazienza. Continuai a mangiarmeli con gli occhi ancora per qualche minuto sempre più convinto che fossero veramente degni di una fucilata.

Riprendemmo il cammino alternando lunghe camminate ad altrettante piacevoli soste, con gli occhi perennemente incollati ai nostri Binocoli, WB, mentre Benjamin ne impugnava uno un po’ più “professionale”. Franco, con al collo il suo pregiatissimo binocolo “made in China”, era ridicolo. Al calar della sera (le 21,15!!) ritornammo al fuoristrada stanchi ma felici. Anche se non avevo sparato, di animali ne avevamo visti comunque molti e tutti, a modo loro, bellissimi. Purtroppo quel vento maledetto non ci aveva di certo aiutato e sperai che l’indomani il tempo fosse stato migliore.

Quando rientrammo a Vinaros, nel nostro confortevole e caratteristico alberghetto, dal cruccio che avevo stampato sulla faccia Nadia non ci mise molto ad intuire come fosse andata la giornata. Ma fu sufficiente una doccia bollente e un’abbondante Paella “marinera” per farmi ritornare il sorriso. Speravo di abbattere un bel maschio fin dalla prima uscita (chi non lo spera quando va a caccia all’estero ed ha poco tempo a disposizione!) ma era stato proprio in previsione degli immancabili imprevisti che con Franco avevamo preventivato tre giorni di caccia. Puntualmente la notte dormii male.

Ero ossessionato dall’idea di ritornarmene in Italia a mani vuote e già preparavo mentalmente quando sarei potuto ritornarci, ma Diana, Sant’Humberto e Nemrod avevano già deciso che l’indomani sarebbe stato il giorno della mia riscossa. Quando il mattino seguente scesi in strada ringraziai mio nonno (so per certo che da lassù mi guarda e mi protegge), perché nel cielo c’erano un miliardo di stelle e non tirava neanche un alito di vento. Iniziare la caccia in quelle condizioni era quanto di meglio avrei potuto sperare. Anche Benjamin come ci vide elargì uno dei suoi rari sorrisi.

Nonostante le condizioni meteo favorevoli, il guardacaccia spagnolo decise di cambiare ugualmente zona. Franco, malizioso, ipotizzò che lo facesse per farci vedere una nuova, splendida zona. Non c’era bisogno di essere dei maghi per capire quant’amore legasse quell’uomo alle sue montagne. Che “Il buon giorno si vede dal mattino” lo capimmo subito da quante capre avvistammo, parecchie addirittura dall’interno del fuoristrada. Erano tutte Ebras, ma in quella zona ce n’erano veramente tante. Sommandole a quelle che avevamo visto il giorno prima, fummo concordi nel ritenere che la Sierra Vallivana fosse veramente ricchissima di capre Hispaniche.

Per la gioia di Franco quel mattino iniziammo la cerca ad una quota molto inferiore. Ben era convinto che il vento del giorno prima doveva aver fatto abbassare i maschi e che avremmo avuto maggiori probabilità di avvistarli cercandoli nelle zone di pastura più riparate. Su quel versante del monte c’erano molti alberi: querce, lecci ed anche diversi pini. Benjamin mi disse che stavamo andando in un punto dove la forestale stava eseguendo un massiccio rimboschimento con l’ausilio di una macchina speciale, che piantava dei piccoli alberi “incamiciati” in tubi biodegradabili. Quei tubi che intravedevamo in lontananza avevano il duplice scopo di proteggere le piantine dal vento, ma anche quello di non farle mangiare proprio dalle capre. Ben era matematicamente certo di trovarci qualche maschio in quel “cimitero” di lapidi color verde pallido.

Ci fermammo dietro ad una roccia e cominciammo a darci da fare con i nostri binocoli. Neanche a dirlo il primo a vederli fu lo spagnolo. Con un sorriso a sessantaquattro denti mi mostrò alcuni puntini marrone chiaro. Sette maschi pascolavano beati tra le piantine. Misi subito mano al telemetro e misurai la distanza: 339 metri esatti: troppi!

Davanti a noi c’era un piccolo dosso che sembrava proprio l’ideale da dove poter tirare, ma per raggiungerlo avremmo dovuto strisciare tra gli arbusti spinosi. Sarebbe stato come attraversare un mare di filo spinato. Ben mi guardò ed io annuii. Incurante del dolore e delle zecche che mi camminavano sulle mani riuscimmo nel nostro intento. Da quella nuova posizione ricontrollai la distanza: 215 metri. Ottimo.

Chiesi a Ben di indicarmi il capo da abbattere i lui mi mostrò quattro dita. Il prescelto era il quarto animale da sinistra che, oltretutto, si presentava anche meglio degli altri. Rapidissimo controllai la cartuccia in canna, regolai il bipiede, tolsi la sicura e cercai la capra direttamente attraverso le limpidissime lenti della mia ottica. Lo trovai con i sei ingrandimenti e quando l’ebbi all’interno dell’oculare zoommai a dieci. La mia guida in precedenza mi aveva consigliato che quando ci fosse stato da sparare, avrei dovuto replicare subito il colpo perché i “machos” sono animali molto robusti e forti incassatori, ma quando tirai il grilletto quello che avevo preso di mira cadde fulminato senza neanche dare gli ultimi calci alla vita. Alle mie spalle Benjamin gridò: “Muerta”. Poi, veloce come un fulmine, corse verso l’animale, ma io lo fermai con un grido.

Arrivare per primo sul capo abbattuto è un onore al quale non voglio mai rinunciare, anche se gli spagnoli hanno poca considerazione delle nostre usanze mitteleuropee. Raggiunta la capra abbattuta, mi tolsi il cappello, gli misi un rametto di pino in bocca ed un altro, bagnato del suo sangue, lo tenni per me. Ben, mentre mi vide fare quel rito, fece spallucce perché mio confessò che non capiva cosa stessi facendo.

Così mi godetti il Waidmannsheil da solo, estasiato dalla bellezza di quello splendido animale e con la consapevolezza che a volte i sogni si avverano davvero. Era un forte maschio di otto anni (gli si contavano benissimo gli anelli di accrescimento sulle corna), dal trofeo non eccezionalmente grande, ma ben proporzionato, tipico e scuro. Era proprio come lo desideravo e già non vedevo l’ora di portarlo da Mirco Mazzone (il grandissimo tassidermista di Molina di Malo, per farmelo preparare.

A tale proposito devo ricordarvi una cosa: la caccia alla capra è consentita da ottobre a maggio, ma in autunno – inverno, prima, durante e subito dopo gli amori, i maschi puzzano da far paura, tanto che nessun preparatore è in grado di eliminare del tutto quel cattivo odore. Chi è intenzionato a farsi preparare un bel “Cape”, o addirittura l’animale intero, deve abbatterlo a fine inverno o inizio primavera. Scuoiai la mia capra con l’ausilio di due coltelli e dell’immancabile acciarino e quando chiesi a Ben se dovevo eviscerarlo completamente o se intendeva recuperare anche le frattaglie, lui riuscì ancora a sbalordirmi dicendomi: “Per tradizione il corpo delle capre abbattute appartiene alla Sierra e ai suoi abitanti!” Franco dovette tradurmi la frase due volte per convincermi ad abbandonare, tutto intero, un animale che tranquillo superava i sessanta chili. “Paese che vai, usanze che trovi”. Ed io mi sono sempre adeguato a tutte.

Mentre riponevo il trofeo nello zaino squillò il mio cellulare che durante l’avvicinamento avevo amorevolmente affidato a Franco. Ed infatti rispose lui: “Ciao Nadia. Scusa ma Marco non ha potuto rispondere perché ha le mani tutte sporche. Si, lo ha preso e stai tranquilla che la licenza è per un capo soltanto. No, domani non si caccia. Vuoi andare a Valencia? Perché no? OK, te lo saluto, a dopo”. Ecco perché quel mattino avevo avuto così tanta fortuna, con mia moglie che pregava chi di dovere perché concludessi presto la caccia, come potevo mai fallire? Questo è un altro dei tanti motivi perché me la porto sempre dietro……………
 


Marco Benecchi


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37 commenti finora...

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

se uno non prende un cervo a 400 metri è meglio che vada a pescare...

da giuseppe  03/03/2014 11.01

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Lo so il bersaglio è bello grosso

da Riccardo  20/02/2014 9.44

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Riccardo...devi afferrare il senso!! tutto cala...ma...

da Rettore  18/02/2014 19.40

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Si ma la palla cala anche se il bersaglio è grande mirare alla spalla sarebbe meglio:)

da Riccardo  17/02/2014 21.54

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

io caccio a Bologna . non so come funizona con la gente del nord che hanno le riserve di diritto o comprensori alpini . Comunque, vendono i capi i di cervo, capriolo e anche daino... serve un cacciatore che ti accompagni ma i bolognesi emiliani sono gente per bene e disponibili , altre a questo, fanno di tutto per farti sparare il capo assegnato. Cosi, vai a caccia fino alla fine delle stagione. Benecchi, anche io ho quasi 40 licenze, e penso di essere bravino, ma odio le fiere, preferisco le armerie , le riviste e la rete! Oltre a questo, quets'anno ho molti capi da abbattere perchè il 30% dei cacciatori si selezione sta mollando ( crisi ) e siccome sono bravino do un mano ai piu anziani che un cervo a 400 metri neppure lo guardano!!! mentre è come tirare a 200 un capriolo!!

da Rettore  17/02/2014 14.28

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Carissimo,
Se tu avessi seguito le mie istruzioni.......................
Avevo lasciato i numeri dove e come rintracciarmi al nostro stand della GEA Edizioni alias rivista DIANA con cui collaboro. Ti aspettavano
Mi era sembrato di essere stato chiaro in proposito.
Pazienza, sarà la prossima volta.
Abbiamo Riva, EXA e Longarone.

Voglio rispondere anche a RETTORE.
Gente come Noi (che dopo 40 licenze dovrebbe aver imparato a cacciare piuttosto bene!!!!) è bene che ogni tanto li lasci un po' in pace gli animali, altrimenti ci metteremmo in competizione coi lupi!!!!
E' verissimo che è meglio andare a caccia piuttosto che fare "qualsiasi" altra cosa. Ma una bella fiera di settore, come quella di Vicenza, merita di essere visitata.
Un saluto a tutti
M

OGGI O DOMANI dovrebbe uscire il mio nuovo BLOG..................................

da Marco x Old Walter  17/02/2014 12.33

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Ti prego, dimmi dove cacci ...
Da noi, è tutto ben che chiuso, e da un pezzo ... :)
Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter x Rettore  17/02/2014 12.18

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

meglio andare a caccia che in fiera. Come si fa a fare una fiera nel top della caccia ai caprioli, daini e cervi?????

da Rettore  17/02/2014 11.35

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Ti ho cercato per tutta la fiera, sabato scorso.
Peccato non averti trovato ...
Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter x Marco  17/02/2014 10.37

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

bravo...

da Rino  12/02/2014 14.17

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Inoltre i maschi hanno il collo e il capo più grosso invece le femmine anche se sono vecchie camminano con il collo più basso ma sono più esili. Insomma la femmina e il maschio hanno caratteristiche assai diverse tra di loro pur essendo vecchi e giovani.Poi le anomalie esistono ,ma io dico esistono le donne con la barba? Come la fammina di capriolo con il trofeo.

da Riccardo  12/02/2014 13.25

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

ovvio, i maschi hanno tutti il muso bianco mentre le femmine solo quelle molto vecchie e sterili...

da Rino  12/02/2014 8.14

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

E vero anche codesto, ma non come i maschi

da Riccardo  11/02/2014 21.18

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

le femmine vecchie hanno tutte il muso bianco ...

da Rino  11/02/2014 16.48

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Marco, comunque quel capriolo femmina oltre ad avere quei cornetti a anche il muso bianco soprattuto intorno agli occhi e sopra il naso caratteristica che ha un maschio ,secondo me anche quella è una anomalia la femmina e marrone scuro sul muso.Non credi (se sbaglio correggimi).

da Riccrado  11/02/2014 10.21

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Va bene ti credo, l'eccezzioni della natura esistono come il capriolo melanico ed albino

da Riccardo  10/02/2014 20.19

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Un altra domanda, no è che il capo e il colo sia di un maschio di capriolo e il corpo di una femmina,? Cioè vista dalla foto può darsi che qulche d'uno abbi preso il colo e il capo di un maschio e appoggiato dietro il corpo di una femmina, dalla foto si vede male l'attacatura tra il collo e il corpo. :)

da Riccardo.P  10/02/2014 14.27

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Scusami Marco se te lo chiedo, ma quella foto del capriolo non è che l'hai fatta ai primi di gennaio quando un maschio a iniziato appena lo sviluppo del trofeo in velluto visto che ha anche il muso bianco? Ho è un piccolo cioè meglio dire in inverno un giovane anch'esso con sviluppo di trofeo, devo dire che il capriolo femmina a anche la finta coda e dalla foto non capisco se è la finta coda o il problema intastinale. (anche se fosse vero le femmine di capriolo sopra gli occhi hanno dei cosetti (non so forse ossetti) che sembrano piccoli abbozzei di trofeo ma non è così. Altro giorno andai a caccia a presi una femmina piccola di capriolo e qundi non era gravida era buio qunado usci dal bosco con il binocolo vedevo sopra il capo quste macchiette più chiare e disssi srà un maschietto poi si girò e li vidi la finta coda e quindi li tirai e qundo arrivai a prenderla confermai che era una femmina ) (se fosse vero sarebbe raro) ma voglio conferme

da Riccardo.P  10/02/2014 14.20

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

L'avevo notato anche io.
E credevo, irroneamente, che il fatto fosse dovuto al mio vecchio pc.
Ne parlo con la Redazione.
Grazie del weid.
Un caro saluto
Marco

da Marco Benecchi x Band  10/02/2014 11.04

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Weidmannsheil Marco! Però devi avere qualche nemico fra chi ha curato l'impaginazione. C'è un annuncio di saldi in vendita su Big Hunter Net che mutila l'inizio dell'articolo. Avete animalisti infiltrati?

da bansberia  10/02/2014 10.29

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Cic, scisa la domanda: da quale outfitter una femmina costa solo 100 euro? Tutti i preventivi che mi sono fatto fare prevedono il maschio (rappresentativo quindi non medaglia ma bello ugualmente) a circa 2500/3000 euro e la femmina a 500 (euro più euro meno). Ti sarei grato se tu volessi indicare l'outfitter in questione così mi faccio subito inviare un preventivo. Grazie.
Saluti Filippo

da Filippo M.  07/02/2014 14.53

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Complimenti, bravo, apprezzo molto ...
Tanta neve, eh ?
Comunque ERA DA PRELEVARE, anche perché ho dei dubbi che fosse fertile ...
Beh, se lo era, te ne saresti accorto quando l'hai pulita, adesso se sono gravide si vede ...
Certo è che mi stavo chiedendo : ma allora la storia degli ormoni per far venir su trofei importanti potrebbe non essere una bufala ... Mah !
Ci sei vede sabato
Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter  06/02/2014 11.35

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Eccezionalmente ho fatto pubblicare la foto della femmina di capriolo con TROFEO.
Gli abbiamo dato la caccia x ore perchè, come si vede nella foto, aveva dei problemi intestinali e quindi da prelevare.
A dopodomani
M

da Marco x OLD  06/02/2014 10.31

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

7piedi è mezzo è un bel orso nero ... e 135 cm per uno stambecco sono MOLTIII ... ( roba da asia) ... non ho letto il racconto ma solo il titolo ( e quello non è un sogno per me) . Una ebras di beceite costa 100 euro ( non è impossibile) e neppure un sogno per me. Chiedo scusa, ma i trofei sono trofei

da CiC  05/02/2014 15.46

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Mi spiace che non hai letto il racconto..................................................................
Dove ben specificato.................................................
""""""""""""""""""""""""""""""splendido animale e con la consapevolezza che a volte i sogni si avverano davvero. Era un forte maschio di otto anni (gli si contavano benissimo gli anelli di accrescimento sulle corna), dal trofeo non eccezionalmente grande, ma ben proporzionato, tipico e scuro.""""""""""""""""""""""
E per me sarebbe stata meravigliosa anche una Ebras, una femmina.

Ecco perchè non ho NESSUNA SIMPATIA per i vari ossessionati dai PUNTI CIC.
Se può interessarti l'orso nero del precedente racconto misurava (anzi misura tutt'ora) 7,1/2" piedi!!!
E al muro ho uno stambecco da 135 cm..........................
M

da Marco BENECCHI x CIC  05/02/2014 12.35

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

meraviglioso ??? quello al massimo ha 10 anni e non è neppure medaglia ( se vogliamo essere precisi) se mi sbaglio ( difficile) le foto non gli rende merito.

da CiC  05/02/2014 11.08

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Confermato. Le Gredos sono anche molto più "massicce".
Saluti
M

da Marco x Filippo  05/02/2014 7.25

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Innanzitutto complimenti vivissimi per il meraviglioso animale. E' un Beceite vero? Le corna così divaricate mi suggeriscono la varietà beceite invec e che il Gredos...

da Filippo M.  04/02/2014 21.50

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Grande Marco... Complimenti..
Ci vediamo sabato

da Denis B.  04/02/2014 11.38

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Ehm, quanto al discorso 130 vs 140 ...
RICARICANDO, e tenendo le pressioni pressappoco uguali (3850 bar) a parità di lunghezza della canna (22' ossia 55 cm) tra la 130 e la 140 la differenza è piccola, parliamo di 7/8 kgm, ben poca cosa, ma a favore della 140 ... :)
Programmi balistici alla mano, a 100 metri la 140 fa 298 Kg/M contro i 291 della 130, a 200 mt. 252 la 140 contro i 244 della 130, a 300 mt. siamo 212 contro 205 ... Sciocchezze, sono il primo a dirlo.
Come al solito, a questi livelli, siamo a ... questioni di gusti !!!
Dormi bene.

da OLD_Hunter x Marco  04/02/2014 10.34

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

No, no, no ...
Questa me la devi raccontare meglio ... Femmina CON TROFEO ???
Questa non solo non l'ho ancora vista, ma nemmeno sentita : spero tu abbia almeno le foto, se non ... il trofeo !
Accidenti, questa si che te la invidio, eccome !!!
STRACOMPLIMENTI, fratello, davvero ... Vale più quello di una medaglia d'oro, per me.
No, non ti chiedo quanti, me lo posso immaginare, viste le offerte ... Ti dirò che ci stavo pensando pure io di andare a fare un bel po' di "carne", ma, accidenti a me, la mi schiena mi stà davvero martoriando quest'anno ...

Ok, ti "stano" sabato, da una parte o dall'altra.
Sarà CERTAMENTE un grandissimo piacere stringersi la mano, dopo tanto tempo ...
Riposati.

Un grosso abbraccio da Walter

da OLD_Hunter x Marco  04/02/2014 10.22

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Carissimo,
Forse non abbiamo fatto la stessa scuola....
Perchè se è vero (ed io dico di si!!) che l'energia cinetica si misura in Ec= MV2 (ossia che la velocità nell'equazione entra al Quadrato!) OGNI METRO IN PIU' guadagnato si traduce in più potenza espressa in joule o in chilogrammetri.
Quindi se io avessi adoperato delle 140 grani mi sarei trovato ad avere "qualche kilogrammetro in meno!" e non in più........
Ma ne potremo riparlare di persona.
Io sono appena rientrato dall'UNGHERIA, questa notte, dove sono stato a fare un po' di selezione dall'amico Laszlòo.
Non chiedermi quanti capi ho fatto....
Comunque posso dirti di aver abbattuto anche una femmina di capriolo con IL TROFEO!!!!!!!!!!!!!
Con due piccole protuberanze. Una cosa molto rara!!!!
Io conto di essere in fiera sab e dom, puoi cercarmi al MIO stand,
Ossia a quello della GEA EDIZIONI alias DIANA.
Oppure dai Fratelli Contessa.
Vedi tu.
Un abbraccio
M

da Marco x Old Walter  04/02/2014 7.57

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

E' la vita che ho sempre sognato,.... chissà forse un giorno ... Per adesso complimenti per il trofeo e per il racconto.

da P.G.  04/02/2014 7.41

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Ciao Riccardo e grazie per i complimenti.
Di Capre ce ne sono almeno tre specie che si differenziano tra di loro anche per mole.
Il loro peso comunque non arriva mai a quello di uno stambecco. La media è dai 40 ai 80 kg. Non ne ho mai visti di più grandi.
Un caro saluto
Marco

da Marco x Riccardo  04/02/2014 7.32

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Ecco, su questo, invece, concordo, eccome ... :)
Eh, buone le Bal-Tip, vero ? Io ci metto le 140, stessa traiettoria delle 130, qualche kg in più ...
Sempre micidiali, specie nei tiri lunghi !!!
Dove ti trovo, sabato, a Vicenza ?
O devo girare per la fiera col cartello "M. Benecchi" in mano, tipo accompagnatore turistico in aeroporto ?

Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter  03/02/2014 16.12

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Sei un grande Marco, quanto possono arrivare come peso questi pecoroni, saranno come uno stambecco?

da Riccardo  03/02/2014 13.26

Re: IL SOGNO DI UNA VITA: Caccia alla Capra Hispanica

Urca Marco!! Certo che te ne pigli di soddisfazioni!! Bravo!! Sempre complimenti per l'avventura ed il racconto!! :-)

da Ezio  03/02/2014 12.44
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