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17/06/2011 

Tento di approfittare dell’ospitalità dei gestori di due  siti web a tema venatorio e non solo, a cui sono maggiormente affezionato,  tra cui per l'appunto questo,  con una interminabile lettera, me ne rendo conto,  per cercare però, prima di essere completamente esausto, di evidenziare ancor più, grazie al meraviglioso strumento internet, una situazione che non riesco proprio ad accettare e che ormai mi assilla da troppi anni.

Ben poca cosa, s’intende, a confronto delle problematiche veramente e purtroppo degne di questo appellativo ma qui di caccia e dintorni si parla, perciò... Con il desiderio di non essere frainteso o strumentalizzato, porrò domande e farò considerazioni, non come “presidente”, “caporale”, come direbbe un noto e sagace frequentatore di blog venatori, neppure come un tesserato, di qualsivoglia associazione, partito o similari ma solo e soltanto a titolo personale, in qualità di  “semplice” cittadino, incensurato, almeno sino ad oggi e se potesse essere considerato ancora un valore aggiunto e poi anche o soprattutto cacciatore, tra una miriade di altre “cose”.
La parola  “semplice” tra virgolette,  perché nessuno dovrebbe sentirsi spocchiosamente al di sopra degli altri solo per il fatto di possedere  una qualsivoglia carica ed anzi, proprio al contrario, questo dovrebbe porlo nelle condizioni di essere ancor più al servizio del prossimo  e soprattutto di ciò che è giusto.

Nutro, è vero, un briciolo di speranza, anche se il realismo che è cresciuto in me col tempo e che è ormai quasi soffocante, mi disillude, che almeno ad un illuminato, ovviamente di quelli a cui IO/NOI “semplice/i” abbiamo affidato  le leve del vapore,  di quelli che con un tratto di penna modificano l’esistenza di una moltitudine di persone, riesca a comunicare  la chiara essenza di ciò che rappresenterò. Uno e soltanto uno, se ancora esiste in questo Paese, che potesse risolvere, anzi, almeno interessarsi concretamente alla problematica, già mi sarebbe di estremo conforto.

Faccio riferimento alla questione di come gli Ambiti Territoriali di Caccia piemontesi interpretino ed applichino la legge venatoria regionale.
Un vero e proprio bailamme! Sia per la diversità delle  quote di accesso a detti organismi, nonché a sub-calendari venatori che ogni ATC stila a proprio piacimento, dai quali emerge “tutto” ed il “contrario di tutto”. Accade perciò che a pochi km di distanza l’uno dall’altro, due  ATC del tutto simili tra di loro come caratteristiche geo-orografiche e coltivazioni agricole, uno abbia fatta propria in toto la legge regionale, “aggiungendo” magari la preapertura, mentre nell’altro si penalizzano i cacciatori, impedendo loro di andare a caccia, ad esempio,  al sabato e/o nel mese di gennaio in appostamento fisso. Anzi e “meglio” ancora, tranne a chi fa parte di una squadra di cinghialai, che in sostanza  può cacciare con piena soddisfazione durante la stagione prevista e partecipare pure alle battute di contenimento per tutto l’anno, anche in zone di divieto per tutti gli altri.  Problemi con i cinghialai? Assolutamente zero! Vorrei però fruire anch’io di ciò che mi spetta per legge regionale. Mi pare un concetto, una pretesa addirittura banale.

Questo “sistema” sussiste  inalterato ormai da decenni, confortato dall’avallo di Regione e Province, governate nel tempo da ogni “colore”. Così approfitto pure per evidenziare le “differenze” che esistono nella politica italica e che alcuni insistono, anche in modo accalorato, nell’evidenziare. 
Eppure, sempre a mero titolo di esempio,  l’art. 44, della LEGGE  70/96 REGIONE PIEMONTE, comma 2° recita: ”La Giunta regionale, per motivate ragioni, nella predisposizione annuale del calendario venatorio di cui all'articolo 45, può ridurre l'elenco delle specie cacciabili e i periodi dell'esercizio dell'attività venatoria”.

Possibile che questo articolo di legge non sia estremamente chiaro? L’aggettivo “motivate”, ha  lo stesso significato sempre e per tutti? La giunta regionale equivale ad ATC? Oppure le motivazioni  accettabili per far quel che meglio aggrada, possono essere le più disparate? Ad esempio che “qui da noi ci sono vigneti e noccioleti e pertanto chiediamo di cacciare solo due giorni a settimana”….  Ma detta  situazione non è la stessa anche nell’ATC confinante ove si fa esattamente l’opposto e si paga pure meno e di selvatici ce ne sono come “qui”, se non di più? Si, però, “da noi è tradizione che si cacci solo due giorni”. Vero.  Ma questa tradizione vale solo per qualcuno?? Visto che all’interno dello stesso ATC c’è chi invece può cacciare  secondo calendario regionale ed oltre?

A che serve, poi, a rigor di logica, una LEGGE REGIONALE, se poi ognuno se la canta e se la suona come gli pare e piace?
Chiedo all’illuminato, sempre quello con le leve del vapore in mano, come può non ritenere che, in un “sistema” del genere, un “semplice” cittadino ANCHE cacciatore, che peraltro paga abbondantemente e da 30anni le tasse venatorie e che si impegna, anche di suo, per il mantenimento di un buon habitat, UNICA e VERA discriminante tra “selvatici si” e “selvatici no” e non solo quelli cacciabili, almeno per quanto gli consentono le forze e prioritariamente alla zona in cui vive,  non possa sentirsi schiacciato, umiliato e vittima di un vero e proprio sopruso?

Un ennesimo da aggiungere magari ad altri, in un “sistema generale” dove, parrebbe, che la giustizia di base, quella veramente minima, diventi sempre più una sorta di chimera irraggiungibile ai più. Come può definirsi equo un “sistema” ove la libertà personale, già regolata e limitata dalle LEGGI emanate dallo STATO e dalle sue diramazioni, venga ulteriormente compressa da chiunque che, per qualsivoglia motivo, si trovi ad avere anche solo un briciolo di potere?

L’apice, poi, dell’assurdo, quasi si trattasse veramente di una vicenda kafkiana, è che a complicare ciò che potrebbe risultare semplice, a ridurre ciò che è già ai minimi termini, visto che il calendario venatorio piemontese è già di suo il più restrittivo d’Europa, a evidenziare diffidenze ed egoismi, ad acuire le divisioni tra cacciatori, favorendo ulteriori situazioni di conflittualità tra i medesimi, non sono i nostri nemici ormai storici ed irriducibili, cioè gli anticaccia, gli animalisti. Sono invece e perlopiù altri cacciatori, quelli incaricati di “gestire” che si arrogano il diritto di togliermi un po’ di quella libertà che la LEGGE invece mi  garantiva….. Fesserie? Bazzecole?
Non credo, così come non penso che ci si debba ancora stupire se molti nembrotti “ce l’hanno amara” con gli ATC e con  la politica.

Un’ultima domanda,  potrebbe infine scaturire inevitabile, qualora l’illuminato con le leve del vapore in mano veramente non esistesse o fosse ancora una volta troppo impegnato a salvaguardare il proprio seggiolino, avallando perciò, con le sue manovre, quello che conviene, o GLI conviene nell’immediato e  non ciò che invece appare semplicemente giusto, o anzi, soltanto ancor più semplicemente sancito per legge, quella vera, promulgata da un organismo dello Stato.

Ovvero,  se da quando sono nato, ho seguito le regole dettate dai miei genitori, poi ho cercato di osservare quelle della scuola, i Comandamenti  del Padre Eterno, le norme del “posto” di lavoro, le centinaia di migliaia di leggi statali, regionali, provinciali, comunali, se caso mai non dovessi seguire alla lettera proprio tutte le “leggi”…  dell’ATC, riuscirò ad evitare le patrie galere e ad ottenere, addirittura e quando Dio vorrà, almeno  un posticino in …..purgatorio?  Chissà…. Grazie e cordiali saluti.


Ezio Cardinale

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4 commenti finora...

Re: AAA giustizia ed equità cercasi...

Dal momento che i sogni non costano niente,sogno spesso di "eliminare" gli ATC così si taglia la testa al toro e buona notte. X Rybaldo! Ma perchè non la piantate di evidenziare notizie "sporadiche"di minacce e incidenti di caccia che nel contesto risultano essere un 1X1000,ci sarebbero ben altre cose da evidenziare, es.....droga...rapine...razzismo...omofobia...incidenti stradali...incidenti sul lavoro ecc. ecc. Un imbecille sclerato non fa notizia,peggio per lui che non andrà piu a caccia e voi avrete un cacciatore in meno da maltrattare. Cordiali saluti.

da magnowolf  21/12/2011

Re: AAA giustizia ed equità cercasi...

Da cacciatore neofita quale sono ho preso coscienza che nel mondo di chi amministra la caccia c'è l'interesse di favorire alcuni gruppi di cacciatori e penalizzarne altri, l'ultimo balzello della ATCNO2 sesia è l'ulteriore tassa di 20 euro da versare per poter cacciare il cinghiale il cinghiale in singolo.
Per non parlare degli abbattimenti selettivi dove la caccia è ripartita dai soliti NOTI.

da Piero  19/08/2011

Re: AAA giustizia ed equità cercasi...

Bhe, caro Ezio, direi che il problema delle regole degli ATC non è prerogativa solo piemontese, purtroppo.
Ti sembrerà disarmante, ma l'ultima ruota del carro, cioè l'ATC, ha sempre avuto, tra le sue prime preoccupazioni, quella di imporre agli associati regole aggiuntive secondo il modo di vedere del proprio presidente o comitato direttivo, spesso avallato in ciò da istituzioni inspiegabilmente "disattente" al travalicamento delle potestà conferite dalla legge.
Il primo scopo di un ATC, a me è parso sia stato quello di costituire e rinforzare un feudo: limitazioni agli accessi, limitazioni degli orari di caccia, incremento delle quote associative, addirittura proposte di limitazioni di specie cacciabili, ecc.
In questo quadro comune un po' a tutte le province italiane, non è emersa alcuna eccellenza in uno dei due principali compiti istituzionali di ogni ATC: la gestione della fauna. Se si eccettuano gli ungulati, ovviamente, che vengono citati ad esempio di mirabile gestione ma che non è chiaro fino a che punto ciò sia dovuto alla perizia dei direttivi. Dell'altro compito istituzionale, invece, nessuno ne parla: il miglioramento ambientale non è perseguito dai direttivi degli ATC, è complicato, rischia di far sltare i posti di comando, e perciò non interessa.
Investire i fondi in un qualche intervento di miglioramento ambientale, infatti, impedirebbe di acquistare i pronta caccia e di far contenti così i soci più ottusi.
C'è un modo in cui anche chi è deputato a gestire gli ATC possa essere "richiamato all'ordine"?
Sinceramente non so, ma mi sto cominciando ad interessare (nel mio piccolo, s'intende) della cosa. E qualche soluzione l'avrei individuata.
La prima che ho pensato è l'interevento diretto diretto delle rappresentanze associative. Se si sentono parlare i rappresentanti dei sindacati venatori a livello regionale o anche provinciale, ci si rende conto che il loro pensiero su queste faccende non è molto diverso dal nostro di soci cacciatori. Tuttavia, se poi si osserva il comportamento di quel rappresentante d'associazione locale, messo a capo dell'ATC, si vede che il suo operato è magari contrario, nei fatti, alla linea politica dell'associazione.
Per cui sarebbe il caso che, nelle riunioni delle associazioni venatorie coi propri soci (o contattando direttamente i vertici), i predetti soci segnalassero le difformità perpetrate dal tale rappresentante che siede al comando dell'Ambito, e ne chiedesse la rimozione in caso non si conformi.
I primi controllori, insomma, dovrebbero essere le associazioni che sono rappresentate in quell'atc, perché nulla nuoce più di una cattiva pubblicità. Ma questi controlli possono avvenire anche su segnalazione dei soci stessi dell'associazione, non solo dell'atc.
Un altro rimedio sarebbe quello di verificare se sussiste la possibilità di fare intervenire, mediante richiesta formale d'intervento, la struttura provinciale di vertice degli atc.
Un terzo modo è dichiar guerra ad un certo modo di fare dei direttivi: tante deliberazioni si possono impugnare anche ia tribunali, se si ritiene di essere stati lesi da una di esse nei propri diritti. Spesso lo si fa già coi dinieghi di accesso.
Un quarto modo è partecipare alle assemblee degli ATC, e intervenire facendo presente la tale ingiustizia, chiedendo che il dissenso sia messo a verbale. Ci si può anche accordare con altri soci e presentare un documento formale in assemblea, diretto al comitato o al presidente, sottoscritto da una quota di soci, con cui si chiede di provvedere a fare qualcosa o ad eliminare una delibera. Questo, se non rende nulla, da comunque una misura del dissenso al direttivo.
E c'è un modo sicuro, eventualmente, per bocciare un direttivo e costringerlo a dimettersi: si vota contro il bilancio. Ovviamente occorre un quorum, e per ottenerlo bisogna essere sempre disposti a perorare le proprie cause di fronte ai soci tutti.
Insomma, qualche rimedio ci sarebbe ed uno non esclude l'altro.
Il punto, casomai, è quanto noi cacciatori siamo disposti a romperci le scatole e a rompere le scatole, anziché limitarci alla lamentela perenne...

da Inforziato  21/06/2011

Re: AAA giustizia ed equità cercasi...

C'era una volta il cacciatore

AAA....cacciatore cercasi. Chi non conosce il cacciatore, di disneyana memoria, il cacciatore senza macchia e senza paura che cacciava di tutto, e da perfetto eroe qual'era, salva la nonna di cappuccetto rosso e lei stessa dal lupo cattivo che le aveva inghiottite entrambe.
Ahimè! o per meglio dire ahinoi!! quel genere di cacciatore si è estinto, adesso c'è lo stanzialista, il migratorista, il selecontrollore e non ultimi i controllori di nocivi pescati un po' qua un po' la, che a loro volta si dividono in sottocategorie quali; il beccacciao, il tordista, il cinghialaio, il cellettaro, il leprista, il fagianaro, ecc. ecc., in un tutti contro tutti da "poco allegra" brigata.

Con simili prerogative, quali possono essere, il sospetto e la calunnia tra gli stessi membri di un'unica e comune passione "LA CACCIA" la quale (come gia detto all'inizio) accomunava sotto lo stesso tetto tutti i seguaci della dea "Artemide" spigatemi come possiamo solo lontanamente pensare di essere presi seriamente e visti con un ottica divera dall'opinione pubblica, e che politici "neutri" rischino i consensi elettorali in nome della caccia, se già fra di noi si fa a gare a chi frega meglio l'altro, in nome di qualche "dollaro (euro) in più" di un tordo, una beccaccia, un cinghiale in più, per carità di patria (eufemismo) evito di fare l'elenco completo di pennuti e ungulati.

Come già espresso (non ricordo da quale amico) anche noi cacciatori (italiani) italianetà usata come espressione negativa o positiva, a voi il responso, al pari dei tifosi di calcio (60 miliooni di CT, donne e neonati compresi) come dicevo, noi cacciatori (800.000 mila doppiette, canna più canna meno) ugnuno preso singolarmente, nel proprio intimo retiene di essere ingiustamente incompreso, "Nemo profeta in patria" e che a fronte del tal cretino, che ciarla parole e concetti sensa senso, noi si ha la formula esatta per la quadratura del cerchio.

Al pari degli altri 800.000 mila, naturalmete non sfuggo a questa regola ritenendo di possedere la formula magica, per la verità molto semplice, mi piacerebbe essere uno degli anonimi 799.950 mila cacciatori uniti sotto un unica bandiera, con i restanti 50 dirigenti capaci di sfruttare in maniera efficace, questa forta d'urto non di poco conto.

Utopia?? Beh!! cosa volete i sogni non costano niente.

da Nato cacciatore  19/06/2011
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