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set19 19/09/2024
Dalla Toscana giunge notizia di un nuovo attacco di lupo all’uomo. Il fatto sarebbe avvenuto lo scorso 13 settembre a Vicopisano (Pisa), quando due esemplari hanno inseguito ed aggredito una persona che faceva jogging, proseguendo poi nell’aggressione mentre la persona terrorizzata cercava di fuggire loro. Presentatosi al Pronto Soccorso di Pisa, gli sono state riscontrate “morsi sulle gambe e graffi su un gluteo”. Ovviamente silenzio assoluto da parte dei tanti, troppi, lupofili italiani, e quando se ne parlerà non saranno pochi quelli che si arrampicheranno sugli specchi per cercare di spiegare l’accaduto: e certamente non sarà mai colpa di lupi, né vi sarà certezza che di lupi si sia trattato! Dopo anni ed anni di menzogne, ecco che oggi sono gli stessi lupi che stanno sempre più smentendo i soloni che le hanno propalate. Ovvio, i fatti del passato risalivano a quando di lupi in Italia ce n’erano molti, perché è notorio come sia l’unione che fa la forza (regola che vale anche per gli animali, e non solo per l’uomo). E se oggi dopo decenni di non aggressioni all’uomo, oggi di fatti simili se ne verificano sempre più spesso, è semplicemente segno che i lupi sono aumentati a dismisura, tanto far loro passare l’atavica paura dell’uomo. L’Italia non è l’Alaska, ribadiamo, o l’Idaho, dove la crescita dei lupi non sarebbe un problema emergenziale. Eppure in Alaska e Idaho le autorità controllano la loro crescita (seppure con non poche polemiche). In Italia, unico paese al mondo dove la presenza del lupo non si controlla benché risulti sempre più spesso essere la nazione mondiale con il maggior numero di lupi viventi in regioni iper urbanizzate, coltivate e popolate! E dove lo scotto dell’eccessiva presenza di questo predatore non lo paga la società tutta, ma solo il mondo rurale. E qualcuno la chiama giustizia!
2. Intanto in Abruzzo si incancrenisce la situazione di sbandamento della popolazione dell’Orso marsicano. In particolare nella Marsica, tra i paesi di Lecce nei Marsi, Gioia dei Marsi e Ortucchio (tutti prossimi a quello di San Benedetto dove lo scorso anno fu uccisa l’orsa Amarena) alcuni orsi non hanno mai smesso di frequentare nottetempo le vie, le piazze, gli orti e i pollai alla ricerca di quel cibo antropogenico che le autorità del Parco si ostinano a non far loro trovare in alta montagna, dove lo trovavano un tempo, speranzose che gli orsi si accontentino della ricerca della faggiola (i semi del faggio, minuscoli e sparsi e di non certo facile reperimento per giungere a satollarsi: specie in questa stagione pre-letargica per cui l’accumulo di grassi è necessario ed urgente), e di erba e altri frutti e bacche selvatiche: ovvero, per farli ritornare ad un epoca che in Italia è lontana migliaia di anni, e che neppure i grizzly americani rispettano più dopo la colonizzazione del continente americano che gli ha portato bestiame e pecore dove un tempo pascolavano solo bisonti e antilocapre (dei cui resti si cibavano soprattutto quando li predavano i branchi di lupi). Non è questo il modo di ricreare la “wilderness” in Italia. La “wilderness” la si ricrea smantellando strade e rifugi, invece di rispettarli per il Dio turismo: non volendo costringere gli orsi a cibarsi solo di erba, ghiande e faggiola! O anche, se proprio si vuole questo ritorno alle origini, lo si faccia almeno abbattendo qualche cervo dei troppi che erodono i pascoli e devastano le foreste, per dare agli orsi quel cibo sostanzioso che, non trovandolo più di origine antropogenica (coltivazioni e pascolo di bestiame domestico) vengono a cercarlo nei paesi: sarà un cibo artificialmente “naturale”, ma almeno si terranno gli orsi in montagna, e non già, visto l’approssimarsi dell’inverno, col rischio che finiscano perfino di venire nei paesi a cercare… “tane” in cui svernare! E non è una battuta, visto che si è a conoscenza di un precedente dello scorso anno quando nel tardo autunno una persona si sarebbe imbattuta in un orso addormentato nel fieno della sua stalla, e l’estate scorsa sarebbe addirittura stata avvistata un’orsa che stava allattando i suoi cuccioli non lontano da case abitate! Da un fatto all’altro il passo per il letargo è breve! Ma, in fondo, forse non è che la cosa non dispiacerebbe poi tanto agli “orsofili” animalisti che vedono orsi e lupi come li vedeva Walt Disney nei suoi pur superbi cartoni animati? È questa la natura selvaggia, la “wilderness”, che essi vorrebbero ricreare? Perché non è vero che gli orsi marsicani hanno lasciato le montagne perché i cacciatori gli sparavano, come qualcuno ha autorevolmente sostenuto: nessun cacciatore gli ha mai sparato nel territorio protetto del Parco dopo che, per ultimo, lo fece lo stesso fondatore del Parco: Ermino Sipari (ed è storia: ma erano altri tempi!). Gli orsi hanno cominciato a lasciare l'area del Parco perché disturbati da una presenza antropica a cui non erano abituati (il turismo escursionistico) e poi dal progressivo abbandono delle coltivazioni alla loro base e dallo spopolamento pastorale dei pascoli (questo, non poche volte favorito - in passato ma ancora oggi - dalle stesse autorità).
3. Ecco un esempio di come, MENTENDO, si disinforma la gente e si denigra una libera e legittima associazione ONG: «Questa associazione è la stessa che attacca costantemente il Parco D’Abruzzo per le sue politiche di gestione degli orsi e trova che la caccia sia il miglior modo di tutelare l'ambiente. Sono tanto convinti da andare a cercare soldi e consenso sui siti dei cacciatori.» Il riferimento, ovviamente, è all’AIW, e la frase incriminata che accompagna il logo dell’AIW diffuso da una collaboratrice dell’AIW appartenente al mondo della caccia (come lo fu il più grande ambientalista riconosciuto tale da TUTTE le ONG ambientaliste e le Università del mondo: Aldo Leopold!) sulla pagina di Instagram “Amici di Wilderness”, con le seguenti parole: «Difendi la Caccia Salvando la Natura. Aiuta Wilderness Italia. L’unica associazione ambientalista che difende il diritto di cacciare! Aderisci inviando la tua quota di adesione o contribuisci col tuo 5xMille.» Quindi, nulla di scandaloso o illegittimo o immorale. Eppure il solito anticaccia, ritenendosi detentore di una verità assoluta, si permette di denigrare l’AIW sostenendo, quindi MENTENDO, che l’AIW ritenga “che la caccia sia il miglior modo di tutelare l’ambiente”. FALSO!!! L’AIW non ha mai sostenuto, né scritto o divulgato una simile asserzione! L’AIW più semplicemente ritiene che i cacciatori abbiano tutto il diritto di praticare la loro passione né più né meno degli appassionati alpinisti, degli appassionati escursionisti, degli appassionati fotografi naturalisti, degli appassionati osservatori di uccelli e fauna, degli appassionati studiosi di foreste e flora, degli appassionati studiosi e collezionisti di mineralogia, degli appassionati studiosi e collezionisti di insetti e rettili, degli appassionati fungaioli, degli appassionati raccoglitori di frutti di bosco, degli appassionati del rafting e canoeing, degli appassionati di mountain bike, ecc. Tutti appartenenti al grande circo degli “outdoristi” (se si può dire!) che, come i cacciatori, vanno sì controllati, limitati, disciplinati, ma MAI impedendo loro il legittimo diritto di praticare le loro passioni. Se poi proprio una critica si volesse fare ai cacciatori, è proprio quella di occuparsi poco o niente della salvaguardia ambientale e dei loro territori di caccia: e l’appello dell’AIW ha proprio lo scopo di farli impegnare in una difesa di cui scarsamente si occupano (attirandosi non poche giuste critiche da tutte le altre categorie di “outdoristi”!). Solo vero il fatto che l’AIW “attacca costantemente il Parco d'Abruzzo per le sue politiche di gestione degli orsi”: ovvio, l’AIW è nata nel Parco d’Abruzzo avendo come logo proprio l’Orso marsicano, in quanto il fondatore dell’Associazione è stato il primo studioso sul campo di quest’animale, e non già con lo scopo di trarne studi esaltanti il proprio ego di studioso, ma per stabilire, per conto delle autorità, le cosa che queste avrebbero dovuto da fare per salvarlo: cose stabilite cinquant’anni or sono e mai applicate dalle autorità del Parco! Se gli animalisti anticaccia ritengono di stare nel giusto, se ne facciano una ragione, e cominciano a riflettere sul senso della vita ed il suo grande cerchio voluto dal Creatore: magari riusciranno a capire che sono loro a stare dalla parte sbagliata! Franco Zunino, Segretario Nazionale AIW Tags:3 commenti finora...
Re: Lupi e orsi, nuove e vecchie problematiche Mi risulta che quella dei cani sia solo l' ipotesi dei carabinieri che l' hanno ritenuta piu' plausibile. Nessuna prova scientifica. Si attendono i risultati del test sul DNA....dove sta questo attestato UFFICIALE???? da x questo qui sotto
02/10/2024
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Re: Lupi e orsi, nuove e vecchie problematiche Infatti era un cane, come attestato da analisi del dna. da Crodo
02/10/2024
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Re: Lupi e orsi, nuove e vecchie problematiche Non e' proprio vero che i cacciatori si occupano poco (o non si vogliono occupare) dei territori di caccia. Gli viene impedito. Non saprei dire se e' tutta colpa degli ATC ma questa e' la realta'. Parlo per me e della la Regione in cui caccio. L' esempio piu' lampante e' quello delle Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC). Queste dovrebbero essere oasi esclusivamente per la piccola selvaggina. Gli ungulati non ci dovrebbero essere o in numero molto limitato. Invece sono piene zeppe di cinghiali ed altri ungulati che di fatto limitano ed a volte azzerano la piccola selvaggina. Nessuno muove un dito, se provi a fare qualcosa ti bloccano all' istante. Se la ZRC funzionasse, non servirebbe catturare un bel nulla per ripopolare le aree libere attorno. Parlo per esperienza DIRETTA. Gli animali ci si spostano in maniera naturale. Le catture servono solo per ripopolare aree molto distanti dove non ci sono altre oasi. Un altro tipo di oasi che funziona alla grande per ripopolare le aree limitrofe fino a diversi km di distanza e' la Zona Addestramento Cani (ZAC). Sono oasi che appartengono esclusivamente al mondo venatorio. da Flagg
27/09/2024
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