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30/11/2009 15.25 

Che nella caccia a palla non siano il diametro del calibro e la sua potenza ad essere decisivi per un abbattimento netto e pulito, credo che oramai dovrebbero averlo capito tutti, o almeno lo spero, perché altrimenti dovrei ricominciare tutto daccapo! Credetemi se affermo che sono la foggia ed il peso della palla ad essere decisivi. E nella scelta della munizione dovrebbero essere sempre considerati dei fattori come: la mole e la resistenza del selvatico cacciato; la conformazione del territorio; la distanza di tiro; il rinculo e le nostre abitudini ed i gusti personali in fatto d’armi. E’ chiaro che una munizione di medio calibro “non magnum”  con un bossolo relativamente corto, spesso viene camerata in armi più leggere, più maneggevoli e più compatte.

C’è persino, poi, chi si esalta con l’estetica delle ogive  e persino chi viene afflitto dai costi delle cartucce, ma in linea di massima, ricaricatori e non, a caccia dovremmo sempre impegnarci ad usare il calibro e soprattutto la palla giusta. Per fare un esempio, a parità di proiettile impiegato, se prevediamo di cacciare esclusivamente grosse prede a distanza elevata, la scelta cadrà su un 300 Magnum piuttosto che un su un 308 W, ma purtroppo spesso non è così. Per decenni una delle regole d’oro del cacciatore a palla è sempre stata: palle leggere a rapida espansione per cacciare prede di piccola taglia a pelle tenera e palle pesanti abbastanza dure e ad espansione controllata  per insidiare i grandi animali a pelle spessa.

Oggi le cose sono leggermente cambiate. Alle comuni pallottole di piombo rivestite in rame, acciaio, tombacco nikelato o ramato, ecc se ne sono aggiunte di monolitiche (con il corpo in un unico materiale) e di speciali: a doppio nucleo, con sistemi di ritenzione del piombo, saldate  con procedimento bonded e/o rivestite con materiali antifrizione (bisolfuro di molibdeno), ecc. Non passa IWA, EXA, Shot Show che sul mercato internazionale non s’affacciano, a volte timidamente a volte prepotentemente, delle nuove palle che promettono miracoli.

Purtroppo quel che manca è soltanto la selvaggina sul quale verificarne la reale letalità! Un cacciatore italiano di montagna, un selecontrollore o un cinghialaio, se è molto bravo, fortunato, ben “ammanicato” come conoscenze e se ha anche un buon portafoglio, quanti colpi di carabina riesce a tirare a caccia ogni anno? I colpi che ha l’occasione di sparare, tanti o pochi che siano, sono sufficienti a creare intorno al calibro utilizzato una valida statistica? Come fa uno a dire: “Quella palla non mi piace come lavora” se ci ha abbattuto un solo selvatico e magari anche in condizioni particolari?

Io spesso mi sono permesso di consigliare un calibro  o un tipo di palla perché, oltre ad andare personalmente a caccia molto spesso (forse anche troppo!), accompagno anche tantissimi cacciatori. Ed in veste di “spettatore” si capiscono molte più cose di quando si tira il grilletto. Per questo mi posso permettere di giurare che il 5,6 x 50 R Magnum è sufficiente per il camoscio, che il 243 Winchester è in grado di abbattere un bel solengo, che il 6,5 x 57 R non ha problemi ad atterrare un grosso cervo coronato e che tutti i 300 ad alta intensità, se usati contro piccola – media selvaggina a distanza ridotta, non fermano quasi mai l’animale sul posto! In tanti anni di “fango, sudore e polvere da sparo” ho avuto modo di provare personalmente e a dovere tantissimi calibri rigati e, come già accennato, ho avuto soprattutto  l’occasione di vederli in azione utilizzati da altre persone. Ho constatato che un giusto compromesso tra un calibro medio ed una buona palla non fa quasi mai feriti, salvo che non decidiamo di partire per un impegnativo (e dispendioso) safari africano durante il quale con un’arma si spera di abbattere di tutto.

Ogni volta che un cacciatore decide di dedicarsi ad una caccia specifica, come quella al cinghiale, al capriolo, al daino, al cervo, al camoscio, ecc, dovrebbe sempre usare oltre all’arma e all’ottica adeguate anche il calibro e la palla specifici per ogni selvatico. Quali sono le caratteristiche principali che dovrebbe avere una buona palla da caccia?

Ottima precisione (che spesso dipende anche dalla qualità dell’arma e dal tipo di caricamento), una traiettoria discretamente radente, una deformazione ottimale conforme con le distanze di tiro ed un alto potere di arresto. Quest’ultimo è il fattore da tenere maggiormente in considerazione perché al cacciatore interessano principalmente due cose: abbattere pulitamente la selvaggina senza provocargli inutili sofferenze e senza farlo allontanare troppo dal punto dove è stato colpito, e recuperarne la spoglia in condizioni decenti, sia dal punto di vista etico sia da quello culinario.
 
Purtroppo queste sono cose più facili a dirsi che a farsi e che spesso, per privilegiarne una si deve andare a discapito di un’altra. Per farmi capire meglio cercherò di fare degli esempi. Se per la caccia al capriolo usassimo delle munizioni Hallow Point da tiro o delle Soft per il Varmint saremmo quasi certi di avere degli abbattimenti istantanei con il selvatico fulminato sul posto, ma in che condizioni ridurremmo la spoglia? Allo stesso modo, se invece usassimo delle palle completamente camiciate tipo Full Metal Jacket o Vollmantel, non rovineremmo il corpo del selvatico, ma ben difficilmente avremmo un abbattimento istantaneo.
 
Personalmente ho avuto a che fare con un  problema simile prima di dedicarmi alla caccia delle marmotte. Mi si presentò il classico dilemma: palla solida o palla espansiva? Se avessi deciso di usare la palla blindata non avrei rovinato il corpo del sospettoso roditore, ma sarebbe stata altissima la possibilità di perdere l’animale che, data la sua natura estremamente diffidente, non si allontana mai troppo dal suo rifugio. Se invece avessi deciso di usare una palla spiccatamente espansiva (tipica dei piccoli calibri iperveloci) avrei corso il rischio di danneggiare irrimediabilmente il prezioso trofeo. Ho risolto abbastanza bene il problema (con tanto di complimenti da parte del Guardia austriaco!) utilizzando delle palle Soft Point piuttosto dure, pesanti (in rapporto al calibro) e non troppo veloci (per chi volesse saperne di più, vi rimando ad un mio articolo specifico su quella bellissima caccia). E  poi c’è la controversa questione delle palle (per non dire dei calibri) idonei alla caccia al cinghiale in battuta.
 
Il cinghiale ha il corpo che sta dentro un ovale. Se la palla colpisce la “cupola” anteriore non ci sono problemi, qualsiasi palla e qualsiasi calibro dal 6 mm in su, sono in grado di fermare il selvatico, ma è quando non si riesce a colpire un cinghiale in un punto vitale che si vede la bontà di un proiettile, quando non tocca ossa o grandi masse muscolari che subentra l’esperienza acquisita in trent’anni di Cacciarelle!
 
Ci vuole una palla ad espansione precoce, ma di ottima fattura ed abbastanza veloce, che sia in grado di lavorare bene anche sui capi di piccola taglia e che, grazie allo shock idrodinamico, produca ferite invalidanti anche quando non colpisce con precisione. Una volta era facile e simpatico elencare tutti i tipi di palle presenti sul mercato, oggi è quasi impossibile. Ce ne sono di tipo: T-Mantel, VM, KS, DK, TIG, TUG, TOG, Ballistic Tip, Partition, Accubund, Solid Base, Interbond, Accutip, Core Lockt, A-Frame, Scirocco, Dual Core, SST, A-Max, V-Max, Interloockt, Spire Point, Bronze Point, Silvertip, CDP, Scenar, Mega, HP, JSHP, THP, Oryx, Vulcan, Grand Slam, Tungsten Solid, Fail Safe, X- Bullet, Monolitic Solid, ecc, tanto per citarne alcune. 
 
Dieci – quindici anni fa un cacciatore su dieci ricaricava le proprie munizioni a palla, mentre oggi lo fanno un po’ tutti. Le moderne aziende produttrici di componenti per la ricarica non solo sono in grado di offrire un’ampia gamma di prodotti, ma non si fermano mai! Sono sempre alla ricerca di soluzioni nuove sia per i tiratori sia per i cacciatori. Un ultimo consiglio che mi sento (e mi permetto) di dare è che, in funzione al tipo di caccia che solitamente praticate, concentrate la vostra attenzione su pochi tipi di palla, trovate una cartuccia originale o una ricarica che vi soddisfi appieno e poi utilizzate sempre quella. Se non siete degli accaniti sperimentatori, date retta a me, rimanete fedeli alle munizioni che avete avuto modo di provare bene. Purtroppo abbiamo poco tempo e soprattutto pochi capi a disposizione per “testare” veramente tutte le palle come e quando vorremmo. Cerchiamo un buon compromesso tra tutti i fattori sopraelencati ed impegniamoci ad evitare di fare feriti ed oscene devastazioni. 
                                                                   Marco  Benecchi 

 

 

 

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6 commenti finora...

Re: Caccia a palla. L’ IMPORTANZA DELLA PALLA

Ciao Marco, sono il capo caccia di una squadra di cinghiali in calabria, o usato per parecchi anni un automatico benelli con canna slug e cartucce a palla gualandi o solengo da quattro anni uso anche io una benelli argo confortech calibro 30-06 e sono contento,le munizioni che uso sono le federal 180 grani soft point, e le winchester 180 grani silver tip, nelle armerie della mia zona non si trova altro,ora ti voglio fare una domanda, alcuni componenti della mia squadra litigano tra di loro sostenendo che le palle calibro 12 tipo gualandi e simili rimbalzano di meno delle palle calibro 12 espansive come solengo e simili, mi potresti dare una risposta secondo la tua esperienza elencandomi quali sono le palle cal 12 che rimbalzano di meno se esistono grazie Giovanni.

da Giovanni, per Marco Benecchi  16/11/2012 10.11

Re: Caccia a palla. L’ IMPORTANZA DELLA PALLA

ciao marco è un po di tempo che leggo i tuoi articoli, tantochè mi sono dato alla caccia di selezione per caprioli. ho acquistato una carabina zoli mod alpen in cal 308, è stata dura la scelta del calibro ma alla fine è andata.

Ti chiedevo visto che ricarico, cosa mi consigli per il capriolo. tieni conto che qua da me in alta toscana i tiri sono nbell'ordione dei 100-150metri.
Ci sono molte palle come tu saprai in commercio e qs mi mette in crisi.
ciao
Grazie e complimenti per le tue esperienze.

da fe  22/05/2012 11.33

Re: Caccia a palla. L’ IMPORTANZA DELLA PALLA

TROVATI UN BEL SOPRAPPOSTO ANCHE VECCHIO, E COLPISCI

da DA TURI X GIORGIO  24/06/2010 17.22

Re: Caccia a palla. L’ IMPORTANZA DELLA PALLA

30 anni di caccia unico soprapposto del nonno circa trecento bestie nere portate a casa le vostre teorie sulle moderne armi mi rimbalzano.

da turidduzzu  22/06/2010 20.35

Re: Caccia a palla. L’ IMPORTANZA DELLA PALLA

Ciao Marco. Domanda semplice e diretta.
Devo comprarmi una carabina per cinghiale, Argo Comfortech. Caccio il cinghiale in battuta zona SI 18 e MS 13. Al momento attuale che calibro compreresti? Io sono sinceramente affascinato dal 9,3x62!
Ho già esperienze sia in .308 che in 30.06 che non ho più e vorrei tornare alla rigata.
Ringrazio in anticipo.

da Giorgio  17/01/2010 11.37

Re: Caccia a palla. L’ IMPORTANZA DELLA PALLA

Sono daccordo con te, Marco. Capisco che all'inizio, appena acquistata una carabina, ognuno di noi voglia fare le proprie sperienze, poi però bisogna essere in grado di fare una analisi corretta di tutte le esperienze avute e tirare le somme. Personalmente sono passato alla carabina per la caccia al cinghiale da due anni(questo è il secondo..) e posso dire che sono ampiamente soddisfatto sia del calibro che dell'arma. Uso il 30-06 e l'arma è una benelli confortech. La cosa principale da tenere in considerazione credo sia la distanza di tiro media che affrontiamo nel corso dell'intera stagione venatoria e la stazza degli animali insidiati; per il tipo di caccia che svolgiamo noi qui in Calabria, difficilmente sono costretto a tirare oltre i 70 mt, però capita molto spesso di dover tirare a veri colossi chesuperano abbondantemente i 120/130 kg. Il primo anno si è concluso con 28 abbattimenti su 32 selvatici sparati e solo due volte ho dovuto doppiare il colpo( le prime 2 padelle le ho fatte ai primi due cinghiali della stagione al battesimo dell'arma il giorno dell'apertura, una scrofa col suo porcastro che mi hanno fregato 4 colpi a circa 50 metri, poi però ho recuperato abbattendo tre porcastri in fila..la 3^ l'ho fatta su un verro da 100 kg che mi ha sorpreso mentre abbattevo un porcastro, la 4^ su una scrofa a 40 mt miseramente mancata con tre colpi.. ) . Il secondo anno è ancora in corso e sono a 20 abbattimenti su 21 (un solengo a circa 200 mt l'ha fatta franca). Uso palle T mantel da 170 grani in caricamento Geco, SST da 180 grani della Fiocchi, Norma Alaska da 180 grani e Federal Power-shok 180 grani soft point. Ho provato anche altre munizioni ma queste non le lascio più. Semplicemente pefette. Nel corso della stagione ho effettuato anche due bellissimi tiri su una scrofa di 90 kg colpita a circa 250 mt e su di un solengo da 120 kg colpito a oltre 150 mt entrambi centrati da una federal che ha lasciato gli animali sul posto anche perchè ben centrati in zona torace; la palla comunque ha fatto un ottimo lavoro penetrando in profondità abbattendo sul colpo i selvatici. Un'altro bel tiro di 120 mt l'ho fatto con una Geco che ha atterrato un porcastro di 50 kg colpito appena dietro le costole perforando i polmoni. Questa palla ho potuto notare che produce un foro d'ingresso netto che lascia fuoriuscire molto sangue favorendo il recupero. Tutte queste palle comunque non devastano gli animali ( le federal forse un pochino in più delle altre ), consiglio di usare le Norma Alaska sugli animali di grande taglia, oltre il quintale non hanno concorrenti, cadono semplicemente fulminati. A volte si ha la difficoltà a reperire lo stesso tipo di munizioni perchè gli armieri cambiano ditta fornitrice, queste munizioni comunque sono abbastanza comuni e non costano un occhio della testa. Sarei curioso di provare con un punto rosso, fin'ora ho usato le mire dell'arma(bindellino e mirino) ma mi ci vorrebbe un qualche cosa di compatto, poco pesante e soprattutto poco voluminoso... vedremo in futuro, per ora va bene così, in bocca la lupo a tutti.

da mario  02/12/2009 21.05
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