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09/07/2020 9.25 

 
 
Tanti anni fa, durante un intervento di “Contenimento dei branchi” alll’interno del Parco della Maremma (da molti conosciuto come Parco dell’Uccellina), in dieci selecontrollori eliminammo nove daini. Quattro li presdi io con la mia Remington 700 calibro 7 millimetri Remington Magnum mentre ben cinque li abbattè un altro cacciatore con una carabina Sako in calibro 264 Winchester Magnum. Il regolamento interno del Parco prevedeva che era compito del cacciatore preparare i capi dopo averli abbattuti, quindi, nell’ampio locale adibito al trattamento delle spoglie dell’Ente Parco ci ritrovammo soltanto in due (i più fortunati?) a svolgere il lavoro “sporco”. Quando pulisci un selvatico ed hai un minimo d’interesse e di esperienza balistica, verifichi sempre gli effetti dei proiettili. Quelli del mio sette millimetri li conoscevo già, ma devo ammettere che rimasi sorpreso dall’ottimo lavoro svolto dal 264 Winchester Magnum sui capi abbattuti dal mio collega. Gli proposi di vendermi la bella carabina Finlandese, ma ricevetti soltanto uno sguardo che equivaleva ad un: “Ma sei matto?” Effettivamente dovevo aspettarmi una risposta simile, perché se quella carabina fosse stata mia me la sarei tenuta ben stretta. Mi concesse almeno di provarla e tanto bastò per dedicare al 264 WM un piccolo studio.
 
 

Il 264 Winchester Magnum è un calibro usato pochissimo, se non addirittura sconosciuto dai cacciatori italiani. Nacque nei laboratori della Winchester nel lontano 1958, con tutti i numeri necessari per diventare un’ottima cartuccia per la caccia alla media selvaggina a lunghissima distanza in spazi aperti. Ma nonostante le sue doti di precisione, velocità, potenza e radenza il 264 WM fu ben presto relegato in “soffitta” subito dopo la sua apparizione sul mercato. Qualcuno (chissà, forse la concorrenza!!) gli affibbiò l’appellativo di “Barrel burner, Bruciacanne” tramutandolo immediatamente in un calibro “tabù” da evitare come il fumo negli occhi. Gli addossarono addirittura la colpa di limitare la vita delle canne a meno di mille colpi. E’ vero che il 264 WM, lavorando a pressioni elevatissime (vicine ai 4000 bar) e sviluppando velocità molto sostenute, provoca un’usura delle canne abbastanza precoce, ma né più né meno di molti altri calibri della stessa categoria.

Il 264 Winchester è un 6,5 millimetri (diametro reale 6,7 mm) a tutti gli effetti con un bossolo Belted cinturato derivato dalla 300 H.& H. come quello adottato dal 95% dei calibri Magnum. Venne progettato con gli stessi criteri che portarono alla luce calibri come il 458 e il 338 WM, avere delle munizioni ad alte prestazioni ma di dimensioni contenute. Possiamo definire il 264 WM come un progenitore dei calibri Short Magnum tanto in voga ai giorni d’oggi. Con un angolo di spalla di 25° e un bossolo lungo 2,5” (63,5 mm uguale a quello del 30.06) il 264 WM è una cartuccia bella a vedersi e facilmente camerabile in azioni standard. Questo facilitò molto la Casa costruttrice perché per lanciarla sul mercato aveva già pronta l’arma: la mitica carabina modello 70 “Westerner” Pre-64.
 
 
 
Gli ingegneri statunitensi, affinché la nuova combinazione arma–munizione fosse valida, furono costretti ad adottare una canna lunga 26” (660 millimetri) forse troppo ingombrante per i gusti dei cacciatori sportivi e professionisti statunitensi. Alla Winchester sospettarono che una delle cause dello scarso successo del calibro fosse proprio il peso e l’ingombro delle armi, così corsero ai ripari accorciando le canne dei modelli costruiti dopo il 1964 a 24” pollici. Nonostante la modifica, anche le nuove Bolt Action modello 70 calibro 264 WM non riscossero mai il meritato riconoscimento, come non credo che lo riscuota tuttora il più moderno 6,5 Remington Magnum di recente progettazione.
 
Negli States i calibri 6,5 non sono mai stati troppo di moda. Oltre ai due Magnum della Remington e della Winchester, gira soltanto qualche ex-ordinanza in calibro 6,5 x 55, ma di gran lunga, soprattutto i cacciatori, gli preferiscono il 25.06, “Sua maestà” il 270 Winchester e il micidiale 7 mm RM.
 
 

Adesso che abbiamo cercato d’individuare i motivi per cui la bella 264 WM non ha avuto molti consensi, vediamo comunque le sue superbe caratteristiche balistiche. Attualmente viene offerta in munizioni commercialmente soltanto dalla Remington e dalla Winchester. La prima ha in catalogo un solo caricamento con palla da 140 grani Pointed Soft Point Core-Lockt che raggiunge i 930 metri al secondo con relativi 400 chilogrammetri di energia cinetica, mentre la seconda ne ha uno con palla da 140 grani Power Point che sfiora i 957 m/s ( 425 Kgmt). In qualche angolo di magazzino forse si possono ancora trovare dei caricamenti originali Winchester con palla da 100 grani PSP (1103 m/s e 402 Kgmt).
 
Corro il rischio di ripetermi, ma se con il calibro 6,5 x 55 Swedish nei Paesi scandinavi abbattono anche l’alce, con il 264 WM puoi praticamente atterrare qualsiasi selvatico cammini sul suolo americano, europeo e su buona parte del continente africano, con esclusione dei grandi animali a pelle spessa e/o pericolosi. Tanti anni fa ho letto il racconto di un cacciatore italiano che recatosi in Canada ha abbattuto senza problemi sia l’alce che l’orso nero proprio con una carabina in quel calibro. Comunque le prede d’elezione del 264 WM sono i selvatici di media mole (fino a 100 chilogrammi di peso) tirati a lunga distanza; è ottima per caprioli, camosci, mufloni, stambecchi e daini, ma non ha nessun problema a fermare anche grossi cinghiali e cervi a patto d’usare sempre proiettili di peso e foggia adeguati.
 
 

Di palle calibro .264” (6,5 mm) ne esistono moltissimi e tutti con coefficienti balistici tra i più alti in assoluto; variano dalle leggere 80 grani sino ad arrivare alle pesantissime 160 grani. Il calibro 264 WM dà il meglio di se con le palle da 120-140 grani, (eccezionali le Nosler Partition, le Swift Scirocco e A-Frame, le Barnes –X e le Hornady Spire Point) ma eroga delle prestazioni di tutto rispetto anche con le 100 e con le 160 grani. A questa bellissima munizione diedero molta fiducia anche alcune famose fabbriche d’armi europee, come la Sako, la Steyr Mannlicher, la Voere, la Francotte, la Dumoulin e Franzoj costruendo carabine in questo calibro. Questo perché una munizione simile non poteva passare inosservata agli appassionati di caccia in montagna. Non a caso il suo eterno termine di paragone è sempre stato il 6,5 x 68 S, in passato Re indiscusso della caccia al camoscio, ma che, specialmente nel dopoguerra, ha dato non pochi problemi a causa di vecchie partite di munizioni difettose. Franco Pesenti, famosissimo cacciatore italiano degli anni sessanta, nel sul libro “Kumi Safari” racconta che quando cominciò ad avere problemi con alcuni lotti di munizioni calibro 6,5 x 68 S per le sue cacce montane più impegnative come quella al camoscio, alla capra ispanica e allo stambecco, ripiegò senza esitazioni su una carabina Francotte in calibro 264 Winchester Magnum.
 
 

Come abbiamo visto, esistono soltanto due cariche originali in commercio (forse ancora tre) e pochissime armi in calibro 264 WM, ma sono fermamente convinto che chi ne possiede una ne sarà sicuramente rimasto soddisfatto. Non posso dirvi se in qualche armeria è possibile reperire ancora qualche carabina in 264 WM, ma in compenso posso consigliarvi alcune dosi di ricarica. Molti Manuali riportano dati precisi e indicano polveri ancora facilmente reperibili. Tutti i propellenti elencati sono molto progressivi e di conseguenza, viste le quantità in gioco, è bene usare sempre degli inneschi tipo Magnum. Per i Dies e relativo Shell Holder non esistono problemi, purtroppo sono i bossoli nuovi quelli difficili da reperire. Se proprio ne abbiamo bisogno dobbiamo metterci alla ricerca sul “Mercatino” degli appassionati di ricarica o al limite cercare di farceli da soli partendo da quelli comunissimi del 7 mm RM, basta passarli ben lubrificati un paio di volte nel Die Full Lenght e controllarne la lunghezza totale. Elencherò alcune dosi da considerare come MASSIME e chi volesse utilizzarle per uno studio proprio è bene che parta da pesi inferiori di circa il 5%.


POLVERE DOSE (grani) PALLA (grani) VELOCITA’ (Ft/sec)
 

 

 
Sinceramente non so se è vero che il calibro 264 Winchester Magnum è un “Bruciacanne”, che limita la durata delle armi ad appena mille colpi, ma ve lo immaginate cosa significa, dopo averne consumate una decina per tarare la carabina, tirarne altre 990 a caccia?

Io mi accontenterei!



Marco Benecchi
 
 
 
 
 

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9 commenti finora...

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

L'incredibile è appena accaduto nella mia vita, mio ​​marito che ha lasciato me e il mio bambino di 2 anni per un'altra donna, è tornato da me. Le cose erano difficili perché non ho un lavoro e chiedo da mangiare così mia madre è venuta in mio soccorso per portare me e il mio bambino di 2 anni a casa, anche se i problemi non sono stati risolti ma è stato un po 'meglio per me uscire in cerca di lavoro mentre mia madre mi aiutava con il bambino a casa non lavorava, mio ​​fratello era quello che si prendeva cura di lei, le cose non andavano bene per me proprio perché non ho un lavoro. Mentre ero ancora in cerca di lavoro, sono entrata in contatto con una donna che mi ha raccontato come si è liberata da un problema simile grazie all'aiuto del DR ISIKOLO. Mi ha dato le informazioni e l'ho contattato e dopo il mio incontro con il DR ISIKOLO, mi ha dato informazioni rilevanti su come mi aiuterà che ho rispettato e con mia sorpresa, mio ​​marito è tornato da me dopo 2 giorni e ha ottenuto me così stupito. quando è tornato l'ho perdonato perché lo rivoglio indietro, è tornato a casa e ci siamo sistemati e le cose sono tornate come stavano o anche meglio. Ecco il suo contatto se vuoi provare: [email protected] Puoi anche Whatsapp su +2348133261196. Grazie DR ISIKOLO.

da Fabienne Artur  07/09/2020 9.13

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

vengo dal Canada, sono molto felice di condividere la mia grande e meravigliosa testimonianza con tutti su questa piattaforma ..: Sono stato sposato per 4 anni con mio marito e all'improvviso è entrata in scena un'altra donna che ha iniziato a odiarmi ed era offensivo e tutto perché non gli ho mai dato alla luce un bambino. ma lo amavo ancora con tutto il cuore e lo desideravo a tutti i costi ... Ha chiesto il divorzio e tutta la mia vita stava andando in pezzi e non sapevo cosa fare, si è trasferito da casa e mi ha abbandonato tutto da solo, un giorno un mio caro amico mi ha raccontato di aver provato i mezzi spirituali per riportare indietro mio marito, quindi sono andato online per cercare e ho trovato così tanti incantatori che hanno solo perso tempo e preso molti soldi da me, ma sono tornato da lei e le ho detto che il modo spirituale ha solo preso i miei soldi e non ha prodotto nulla, e lei mi ha fatto conoscere un incantatore chiamato Dr.Wealthy, quindi ho deciso di provarlo. anche se non credevo in tutte quelle cose a causa di quello che ho passato di recente, ho contattato il Dottore e gli ho spiegato tutti i miei problemi e mi ha detto che non avrei dovuto preoccuparmi quando ha lanciato l'incantesimo su di me e sul mio marito che mio marito tornerà da me e che entro 3 settimane rimarrò incinta, quindi ho fatto il piccolo che mi ha chiesto di fare ed ecco che tutto funziona, mio ​​marito è tornato da me e in questo momento abbiamo gemelli ragazzo e ragazza, quindi grazie a Dr.Wealthy sei davvero un grande incantatore, nel caso in cui qualcuno abbia bisogno di aiuto ecco il suo indirizzo email; [email protected] I suoi incantesimi sono per una vita migliore O whatsapp ora +2348105150446

da MARIELA GARCÍA  31/08/2020 5.48

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

Bravo Marco ! Bruno riposa in pace!

da Fede  22/07/2020 13.49

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

Come Lui stesso si definiva nei miei confronti, Ma credo che tra noi due ci fosse qualcosina in più.. Non voglio fare commenti triti e ritriti perché a Bruno non sarebbero piaciuti.. Ma vorrei invece pronunciare una frase che abbiamo gridato insieme una infinità di volte, oltre al mitico brindisi (con Bruno che diceva:"Con Marco Benecchi che beve acqua" perché io quando vado in auto e a caccia non tocco alcolici) "Alla faccia di chi ci vuole male...." MO DAVVERO SO CAZZI! Perché? Perché non se n'è andato per me quasi un secondo padre, il migliore, il numero uno, il più bravo. il più simpatico, il più altruista, il migliore amico, il grande professionista etc etc etc.. Se n'è andato L'UNICO che ha difeso la caccia SEMPRE in tutti i suoi 87 anni di avventure (zio era del 33, come il dott. Chiri, Grassani, Masera..un’annata di Grandi, grandi uomini!) Da quando stava in RAI ad oggi.... NON HA MAI RINNEGATO LA SUA PASSIONE MAI!!!!! Non vedo l’ora di vedere qualche TG se qualcuno si degnerà di spendere due parole per uno tra i migliori giornalisti televisivi RAI del secolo scorso Ora vorrei rivolgermi a te Zio Mi mancherai tanto Caro Bruno, anzi mancherai a tutti noi... Ti lascio con una lacrima dolce – amara, ma anche un sorriso Perché vorrei dedicarti tutti i futuri trofei che il destino mi riserverà e ..vedere Quanti Pseudo cacciatori - giornalisti - esperti (tutto minuscolo ovviamente!) stanno già facendo a gomitate per prendere il tuo posto.. Elogiando a destra a manca la Vostra amicizia … Perdonami, ( te l'ho sempre detto in faccia……… o No?) Ma di tutto il codazzo che avevi sempre dietro ultimamente non ce n'è mai stato uno degno di camminarti al fianco..Figuriamoci di prendere il tuo posto... Stasera aprirò una bottiglia di Morellino di Scansano e me la scolerò alla tua salute. Ti saluta anche Nadia (mia moglie!) che tu conoscevi cosi bene... che per l’occasione sta cucinando…..il cinghiale! Non ho il coraggio di chiamare Oletta, ma vedrò di trovarlo entro oggi...vaiA h… dimenticavo…Prima o poi mi deciderò a scrivere un paio di libri sulla caccia a palla, come tu stesso m’ai sempre spronato a fare… con la tua prefazione che conservo ancora gelosamente da…saranno passati più di vent’anni… Basta così altrimenti mi metto a piangere… Ciao Bru…
Ho conosciuto Marco nella macchia, quella stessa che è il teatrino di molti dei suoi racconti di caccia. E sempre in quella macchia, mentre i bracchieri richiamavano i cani e il trattore cominciava a risalire la linea delle poste per raccogliere i morti, Marco mi ha messo tra le mani, con innocente crudeltà, l’originale del suo libro. Dapprima sospettoso, ho poi letto volentieri questi racconti, puntuali e meticolosi. Marco Benecchi non è, e non crede nemmeno di essere, Turgheniev, ma nemmeno Fucini. Non è Hemingway, e nemmeno Niccolini. Non è Tolstoi, e nemmeno Rigoni Stern. Non è Landolfi, e nemmeno Pieroni. Semmai, per certi versi ricorda Herbert Nadler, il mitico direttore dello zoo di Budapest, cacciatore appassionato, meticoloso raccoglitore di ricordi. A lui si deve il sistema per la classificazione dei trofei, adottato poi dal CIC. Per una vita ha fatto il giro delle riserve ungheresi, sparando a destra e a manca. Puntualmente, tornato a casa, annotava tutto quello che aveva visto, cervo per cervo, capriolo per capriolo. E quanti, e dove, e perché e che cosa stavano facendo. E un giorno mise tutto in un libro, che è diventato la bibbia dei cacciatori di ungulati: “Spari nel bosco”. Una rigorosa classificazione di animali, di comportamenti, di piante, di luoghi. In tutto il libro manca lo stupore dell’uomo di fronte agli eventi della natura, di fronte alla magnificenza dell’opera del Creatore. Una sola volta, se ricordo bene, Nadler dà spazio a un’emozione: quando assiste al combattimento di due giganteschi cervi coronati. Marco Benecchi, cacciatore e figlio di cacciatore, un bel giorno della sua vita ha deciso anche lui di fissare i ricordi sulla carta, come se non bastassero le foto, come se non bastassero i trofei e le testimonianze degli amici e dei compagni di caccia. Marco, racconta, sì , le sue avventure. Ma onestamente, come lo farebbe davanti al caminetto, senza cercare giustificazioni, né etiche né poetiche, all’atto di premere il grilletto e di uccidere una creatura. E c’è una ragione in particolare che mi ha fatto gradire le pagine di questo libro: la profonda competenza tecnica sulle armi, i calibri, le cariche e le ricariche. C’è anche la complicità di una passione maniacale di chi ha scelto un’arma, ha deciso un tipo di ricarica e vuole testimoniare che effetto fa. E, al ritorno da ogni uscita di caccia, si è preoccupato di annotare ogni apparecchiatura usata. Telemetro Bushnell Yardagepro 1000, ottica Kahles 6x42 montata con attacchi a piede di porco, bossolo RWS, innesco CCI 250 M, palla Nosler Partition da 200 grani che “spinta da 73,5 grani di polvere Rottweil R904 raggiunge i 920 m/s erogando un’energia cinetica di circa 550 chilogrammetri, più che sufficienti ad abbattere qualsiasi selvatico sia a pelle tenera che a pelle dura con la sola esclusione dei pachidermi”. Vi riferisco tutto questo per sottolineare i risvolti tecnici di un solo episodio, il primo. E così è per ogni racconto. Torniamo ai confronti. Nadler descrive con puntiglio i suoi incontri nel bosco con gli animali, trascurando il particolare della fucilata. Gli uomini sono soltanto delle ombre sfuocate che si muovono in silenzio. Marco annota con precisione maniacale calibri, cariche, cause ed effetti. Dei suoi compagni di caccia parla come fossero diafane comparse, la cui importanza è accessoria. Un afflato di tenerezza è per il padre. Un po’ di affettuosa supponenza per l’amico, quasi un fratello di macchia, che lo accompagna da anni in giro per il mondo. Gli sono grato di non aver cercato di comunicarci le sue emozioni di fronte allo spettacolo della natura. Di non aver parlato di albe e tramonti. Di non essersi avventurato sul terreno minato della lirica domenicale. Di non averci ubriacato con la mitologia del bosco, come spesso e maldestramente fanno prima o poi tutti i cacciatori che si scoprono il sacro fuoco delle lettere. Grazie a Dio, non c’è spazio per lo sbigottimento, la magia, il mistero. E spesso, tra le righe, si affaccia il sospetto che Marco abbia usato, anche nei confronti di se stesso, l’arma sottile dell’ironia. O, almeno, la speranza che sia così.
Bruno Modugno

da MARCO BENECCHI IN MOMERIO DI ZIO BRUNO  22/07/2020 12.55

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

Pippo,
io sarò anche un giornalista e/o quel che altro vuoi, ma PRINCIPALMENTE sono un CACCIATORE con pochina esperienza, TANTA autocritica e ancora TANTA voglia di .......sperimentare...
Per concluderei vorrei soltanto dirti che se certi "mostri sacri" come
MANNLICHER SHOENAUER FRANCOTTE HOLLAND & HOLLAN DUMOULIN etc avevano in catalogo armi camerate in calibro 264 WM un motivo ci sarà pur stato..
Che dici?
Io comunque gli preferisco il 7 mm RM e forse ancora di più il 257 Weatherby...
Saluti
M

da Marco B x Pippo  21/07/2020 13.24

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

marco capisco sei un giornalista e come tale devi scrivere di tutto e di più! La mia era solo una nota , un pochino polemica, su questo calibro!

da pippo  20/07/2020 13.56

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

Caro Pippo,
oggi con l'avvento dei moderni telemetri è diventato tutto più facile,
Figurati che anche gli Sniper dell'esercito sono tornati al buon, vecchio 308
Perché quando conosci con esattezza a che distanza si trova il bersaglio FERMO hai tutto il tempo per fare i tuoi calcoli
Ma 50 anni fa, chi praticava la caccia in montagna e/o a lunghissima distanza cercava di utilizzare i calibri più tesi possibili
Ed ecco che sulle nostre alpi sono cominciati ad apparire i Weatherby 240, 257, 270, 300 etc,
Ed anche il 264 WM era (ma lo è tuttora) uno splendido calibro per tirare molto lungo..

E' ovvio che nessuno entra ora in armeria e chiede un 264 WM, perché è più semplice acquistare un 7 mm RM, ma se "dovesse capitare" di trovare qualche bel pezzo di storia armigera degli anni 70 - 80 a buon prezzo perché non toglierci lo sfizio?

Stiamo pur sempre parlando di un calibro ad altissime prestazioni..
Saluti
Marco

da Marco B x Pippo  20/07/2020 7.26

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

in armeria si trova ancora qualche esemplare di 6,5 x 68 shuler che a mio personale parere
è piu che migliore. cia o pippo salute a tutti

da carlo48  17/07/2020 12.59

Re: BALISTICA Il calibro 264 Winchester Magnum

MB questo è un calibri che non serve a niente e nessuno! NESSUNO COMPERA UN 264 WM ! entra in una armeria italiana e chiedi se hanno un 264 WM forse una in tutta Italia !

da Pippo  17/07/2020 7.48
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