Il divieto europeo di commercializzare prodotti di foca sta avendo effetti importanti in Canada, dove si assiste ad una diminuzione di circa il 25 per cento delle vendite di carne di foca e prodotti annessi.
Il divieto ha messo in crisi una parte dell'economia del paese, decimando anche il numero dei cacciatori che praticano questa forma di prelievo. Frank Pinhorn, portavoce dell'Associazione Canadese dei cacciatori di foca, conferma il calo delle vendite spiegando che molti dei principali acquirenti hanno in magazzino ancora le pelli derivate dalla caccia degli anni passati e che nel breve periodo la situazione non cambierà. Il ministro canadese della Pesca e degli Oceani Gail Shea ha sottolineato il lavoro del Governo alla ricerca di nuove opportunità ma è una corsa ad ostacoli. La recessione economica ha fatto il resto abbattendo il prezzo delle pelli: da 100 dollari di qualche anno fa, ora ogni pelle viene venduta a 8 dollari soltanto.
La quota per il prelievo decisa quest'anno è di 388.200 animali, ma il basso margine di profitto nel commercio di carne e pelli, unito alle condizioni ambientali e alla drastica riduzione del ghiaccio degli ultimi mesi, che rende difficile e pericolosa la navigazione, farà sì che i cacciatori saranno molti meno.
(Ansa)