Contro l’istituzione del parco naturale del Monviso (che fa parte del disegno di legge regionale sul riordino delle aree protette) si schiera anche il Comprensorio Alpino CN1 Valle Po, che ha raccolto 1557 firme, già trasmesse alla giunta e all'assessorato. Anche il Comune di Casteldelfino ha promosso un'altra sottoscrizione, raggiungendo quota 1026 firme, raccolte insieme ai comuni della valle. “Sono stato isolato da qualche collega che dopo la classica ‘furia francese e ritirata spagnola’ si è arreso ad aleatorie concessioni parziali: il fronte del ‘si’, non dimentichiamolo, è del tutto esterno al Parco” dice il primo cittadino di Casteldelfino, Domenico Amorisco.
“Noi sottoscrittori del presente appello – si legge nella sottoscrizione - diciamo con fermezza NO alla costituzione del Parco del Monviso, così come prospettato in un recente disegno di legge della Regione Piemonte, perché riteniamo che esso comporterà nuovi vincoli all’agricoltura, alla pastorizia,alla silvicoltura ed all’attività venatoria nelle Valli Pellice, Po e Varaita, su estensioni di migliaia di ettari. La creazione del Parco del Monviso contribuirà allo spopolamento della montagna, con la creazione di non pochi problemi per l’assetto idrogeologico dei suoli, come alle attività umane, anche in conseguenza dei danni che la fauna selvatica potrà arrecare già nel breve periodo. Le priorità per il mondo della montagna sono altre, non certo la costituzione di un nuovo “baraccone” capace di diventare l’ennesimo esempio di una cattiva gestione dei fondi pubblici. Per questo chiediamo alla Regione Piemonte e al competente Assessorato alla montagna ed ai parchi di riconsiderare prontamente l’intero progetto”.
“Sono perfettamente d’accordo – puntualizza il primo cittadino di Casteldelfino Domenico Amorisco - con quanto sostenuto dai firmatari di questa seconda sottoscrizione che ribadisce la posizione e le motivazioni espresse anche dalla prima sottoscrizione e, soprattutto, conforta con le complessive 2.583 firme la mia personale e convinta avversione al Parco, isolato ormai anche da alcuni Sindaci dei Comuni inseriti nel parco che, purtroppo, dopo la classica ‘furia francese e ritirata spagnola’ si sono arresi ad aleatorie concessioni parziali, lasciando me e il Comune di Casteldelfino da soli a combattere contro la uniforme di colore e, in questo momento, imperante classe politica del fronte del Sì, non dimentichiamolo, tutta esterna al parco che vuol decidere sulla sorte di quei pochi montanari rimasti in montagna!”.