“Aspettiamo di effettuare gli approfondimenti che stiamo predisponendo in queste ore”. Così l'assessore all'Ambiente in Piemonte, Roberto Ravello, ha rassicurato la popolazione rispetto agli allarmi sulla radioattività che sarebbe stata riscontrata su alcuni cinghiali abbattuti durante la stagione venatoria 2012 - 2013 in provincia di Vercelli. L'assessore ha invitato a non creare allarmismi in mancanza di dati certi.
L'allarme è uscito da controlli di routine eseguiti dal servizio veterinario regionale alla ricerca della trichinellosi. Le carni sono state sottoposte anche al rilevamento del Cesio 137, un isotopo radioattivo tipico nelle aree contaminate di Cernobyl, come previsto da una raccomandazione dell'Europa. In alcuni campioni sarebbero stati trovati livelli di radioattività al di sopra dei livelli di guardia.
La notizia ha subito fatto scattare le misure di sicurezza del caso, tanto da indurre il Ministro alla Salute Balducci a convocare un summit (in corso mentre stiamo scrivendo) con l'Istituto Zooprofilattico di Torino, la prefettura, l'Arpa e i carabinieri del Nucleo anti sofisticazione.
“I cinghiali sono degli animali sentinella delle condizioni di inquinamento dei territori in cui vivono, perché ci forniscono delle informazioni precise grazie ad un certo modo si sfruttare l’ambiente. Quindi, senza fare ipotesi azzardate su gli esemplari positivi al cesio 137, come quella di un retaggio di Chernobyl, una contaminazione degli animali deve richiedere approfondimenti e analisi del contesto ambientale, metereologico e idrogeologico in cui vivono” spiega all’Adnkronos Salute Aldo Grasselli segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica (Sivemp). “Ora – aggiunge Grasselli – si devono analizzare gli esemplari, la loro età e morfologia, capirne la dieta e se, ad esempio, sono migrati da altre zone”.