Nasce ad Ovada l"Associazione Liberi Tartufai Alessandrini", con l'intento di tutelare, "incrementare e incentivare la salvaguardia del tartufo sul territorio provinciale e regionale e porsi come punto di riferimento e di azione per tutti coloro che vogliono dedicarsi alla ricerca del tartufo e non si rassegnano a rimanere impotenti di fronte alla cancellazione delle loro tradizioni". Il gruppo, che aggrega già 500 tartufai, si oppone all'aumento di terreni chiusi e riservati all'uso esclusivi di pochi.
L'obbiettivo quindi è quello di mettere ordine nel settore della raccolta dei preziosi tartufi bianchi d'Alba, un prodotto d'eccellenza dell'alessandrino, sempre più spesso al centro di speculazioni. L'associazione, si legge sul Secolo XIX- avrà comunque il compito di rapportarsi con Provincia e Regione (dall'assessore regionale, Aberto Valmaggia, è arrivata la disponibilità a un incontro). Il problema è importante anche perchè in provincia le aree con le tartufaie più diffuse sono 32 e occupano circa 600 ettari di estensione.
I raccoglitori hanno anche ipotizzato uno "sciopero del tesserino”, che costa140 euro: sarà uno degli argomenti da mettere sul tavolo per arrivare a una seria regolamentazione della materia.