Report torna ad occuparsi degli affari nel settore ittico dell’On. Michela Vittoria Brambilla, per altro già noti da almeno un decennio, come anche le diverse risposte contraddittorie ed evasive della stessa (vedi qui) susseguitesi negli anni. Famosa per il suo impegno animalista e per la promozione di un’alimentazione priva di prodotti animali, avendo anche fondato un partito (ormai defunto), un'associazione animalista (Leidaa) e, per ultima, la societa' IoVeg, che ha lo scopo di incentivare la dieta vegana, a partire da mense pubbliche di scuole e ospedali, la deputata torna nell’occhio del ciclone a causa di un nuovo servizio di Giulia Innocenzi. La giornalista, anch’essa animalista, già nei mesi passati l’aveva criticata per un uso improprio dei fondi (in parte provenienti da enti pubblici) destinati alla tutela degli animali, tramite la Leidaa e la trasmissione mediaset Dalla parte degli animali, tra cui il mezzo milione di euro proveniente dall’Enci. Come i lavori di manutenzione ai giardini della proprietà di Calolzio Corte (LC) o l'utilizzo di auto private per gli spostamenti della deputata o ancora l'acquisto di bottiglie di vino (vedi notizia).
Il servizio si sofferma ora sul commercio di salmoni, ricostruendo il filo che legherebbe l’attuale attività della società Food from the World, fondata nel 2022, con le precedenti imprese di famiglia, la Prime Group e Blue Line, già coinvolte nel business del salmone e oggetto in passato di controversie fiscali. Un camion carico di salmone è stato ripreso mentre entrava in un capannone a Brivio (Lecco), oggi sede dell’azienda vegana Io Veg, legata alla Brambilla. Secondo l’inchiesta, i salmoni sarebbero stoccati e reindirizzati alla grande distribuzione con il marchio Food from the World, comparso anche sugli scaffali Esselunga.
L’azienda che commercializza salmone non compare formalmente riconducibile a Brambilla (come era invece con le società precedenti), ma l'intreccio di nomi è impressionante: a rappresentare la fiduciaria, stando alle carte mostrate su Rai3, ci sarebbe infatti Pierpaolo Giuliani, già descritto da Repubblica come “l’uomo della Brambilla”; a redigere lo statuto societario, la notaia Laura Mutti, firma anche degli atti di Leidaa e Io Veg; il segretario dell’assemblea è Fabrizio Mittino, lo stesso che cura le vendite per la società “vegana”. Un gruppo ristretto, sempre lo stesso, sempre orbitante attorno alla deputata. A peggiorare le cose, l'intervento dell’ATS Brianza, che ha sanzionato Food from the World per gravi irregolarità nelle etichettature: alcuni prodotti, presenti sugli scaffali Esselunga, risultavano privi del codice sanitario corretto o ne riportavano uno inesistente.
Il paradosso più grande? Gli allevamenti scozzesi da cui proviene parte del pesce venduto: stando al servizio di Report luoghi di sofferenza documentati da investigatori e ambientalisti, con salmoni scarnificati vivi dai parassiti e un tasso di mortalità altissimo. “Una nuotatina nei fiordi”, li aveva definiti con leggerezza Brambilla anni fa.
All'epoca minimizzava la questione, per lei solo apparentemente incoerente con l'attività animalista. Salvo poi in seguito negare ogni coinvolgimento. Report ha infatti mostrato un filmato mai andato in onda tratto da una trasmissione di Chiambretti nel lontano 2019. Al termine di un intervento a favore della filosofia vegana, con tanto di maialino in braccio, paragonato a un pet, rispose picche al direttore di Chi Alfonso Signorini, che tentò di portare a galla la contraddizione - ripetiamo arcinota -, dell'esponente animalista con interessi diretti nella vendita di pesce morto. In trasmissione rispose semplicemente che si trattava di una bufala, di non aver nulla a che fare con i salmoni. Insomma, evidentemente l'aveva sparata troppo grossa...
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