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Fondi dall’Ue per ripristino zona umida Venezia


mercoledì 10 novembre 2021
    

 
Nell’ambito del progetto Waterlands, finanziato dall’Ue, la laguna di Venezia beneficerà dei finanziamenti disposti dalla Commissione Ue (23 milioni di euro in totale) al fine di sviluppare soluzioni pratiche da applicare qui e in altri cinque siti europei selezionati per il ripristino degli ecosistemi naturali. 

L’importanza delle zone umide è fondamentale, dato che in esse vivono il  40% delle specie viventi. Non solo, catturano anidride carbonica, rimuovono inquinanti, proteggono da inondazioni. Purtroppo in Europa abbiamo già perso il 90% di queste zone, con conseguente perdita di biodiversità, acqua, cibo, devastanti alluvioni e incendi, subsidenza ed erosione costiera. Walterlands ha l’obiettivo di invertire questa tendenza portando benefici all’ambiente e alle comunità locali.

La laguna di Venezia è la più grande zona umida costiera d'Italia      (8% di isole, 12% di barene, 13% di velme, 67% di acqua) ed ospita una gamma unica di biotipi, barene, canneti, prati di fanerogame, distese fangose. L'integrità dell’ecosistema è a rischio considerando la perdita drammatica delle barene, l’erosione in atto, i limitati apporti di sedimenti nuovi e al contempo la loro esportazione in mare. Tali fenomeni sono esacerbati dall'urbanizzazione e l'erosione dovuta alla navigazione e al traffico d'acqua locale e al dragaggio dei canali.

Waterlands intende dunque portare attenzione alla qualità dell’ecosistema lagunare, coinvolgendo tutta la comunità locale nonché attori istituzionali ed economici, per meglio rappresentare e spiegare i vantaggi economici e sociali ad esso associati, oltre a quelli ambientali. Si lavorerà per accelerare e migliorare la rigenerazione di tutta la laguna, ottimizzando il processo di colonizzazione da parte di specie tipiche delle barene, per massimizzare prestazioni ecologiche specialmente in termini di sequestro del carbonio, purificazione dell'acqua, e ripristino della biodiversità.

Nel progetto è direttamente coinvolta l’Università di Venezia. Il Dipartimento di economia Ca’ Foscari si occuperà in particolare degli aspetti economici, dei valori anche intangibili, di analisi costi-benefici e costi-efficacia. “Analizzeremo il valore in termini di reddito e lavoro delle attività esistenti in ciascun sito - spiega Carlo Giupponi, responsabile del team cafoscarino in Waterlands e docente di Economia ambientale - inoltre lavoreremo sulle misure finanziarie legate alle soluzioni di recupero che saranno individuate”.

La perdita di biodiversità è un rischio con risvolti economico-finanziari. Investire in modo innovativo sul recupero di queste aree cruciali, infatti, potrebbe portare benefici. Ad esplorare questo ambito saranno gli esperti cafoscarini di finanza sostenibile, coordinati da Monica Billio. Investire in biodiversità potrebbe rivelarsi un’opzione interessante per investitori pubblici e privati, a beneficio delle comunità locali. Il progetto rientra quindi nell’ambito delle attività di ricerca e didattica di Ca’ Foscari dedicate al tema emergente della finanza sostenibile. (Fonte: Università di Venezia Ca' Foscari)

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