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News Natura

Rolfi: valore a selvaggina con marchio ‘Cacciato in Lombardia’


lunedì 29 giugno 2020
    

 
 
 
“Nelle prossime settimane istituiremo il marchio ‘Cacciato in Lombardia’ che metteremo a disposizione per valorizzare la selvaggina locale e contribuire ulteriormente al contenimento dei cinghiali. Con la nuova norma regionale già gli agriturismi possono fare rientrare la selvaggina lombarda come prodotto locale e l’obiettivo è quello di stimolare una vera e propria filiera della carne di selvaggina lombarda”. Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, intervenendo a Porlezza (Como), al confronto sui cinghiali promosso da Coldiretti.
Presenti il sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega ai rapporti con il Consiglio regionale, Fabrizio Turba, il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, il presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, il vicepresidente di Coldiretti Lombardia, Paolo Carra, e il numero uno di Coldiretti Como e Lecco, Fortunato Trezzi.

Mancano gli aiuti dal Governo

“Cinghiali, ma anche nutrie e altre specie – ha sottolineato l’assessore lombardo – sono dannose e pericolose, sia per la produttività agricola sia per la sicurezza del territorio. Purtroppo mancano gli aiuti del Governo, anche per una presa di posizione ideologica. Servirebbe un adeguamento normativo nazionale della legge 157, quella sulla caccia, che risale al 1992. Come Regione Lombardia – ha spiegato – abbiamo varato una norma che consente la caccia di selezione del cinghiale, anche con il visore notturno e con la tecnica del foraggiamento, per tutto l’anno. Ho deciso di utilizzare tutti gli spazi lasciati dalla normativa nazionale. L’unico modo per contrastare la diffusione del cinghiale è la caccia. Per questo rilancio la necessità di una alleanza tra mondo agricolo e mondo venatorio”.

Caccia di selezione e di controllo strumento efficace


“La caccia di selezione e di controllo – ha sottolineato – è importante perché, se fatta bene, consente di intervenire sullo sviluppo e sulla diffusione e presenza della specie. Con innegabili benefici sia per il mondo agricolo che per i cittadini. E invitiamo, per questo, tutti, come ha detto Coldiretti, a denunciare sia i danni all’agricoltura sia quelli patiti in conseguenza di incidenti stradali“.
Turba: un confronto utile sui danni da ungulati

“Il confronto promosso da Coldiretti – ha detto il sottosegretario alla Presidenza, Fabrizio Turba – è stato molto utile. La sede di Porlezza, uno dei luoghi simbolo dei danni da ungulati, è risultata di grande efficacia avendo unito il Comasco, l’alto Comasco e il Lecchese con la Valsassina che conta numerosi danni”. “Da rappresentante del territorio lariano – ha aggiunto – mi sono sempre attivato per portare le istanze degli agricoltori, dei cacciatori e dei cittadini comaschi in Regione. Per tentare di risolvere i problemi”.

Regione in prima fila e attenta al Comasco


“Ricordo che Regione Lombardia è in prima fila per la difesa dell’agricoltura e del territorio. E sottolineo la bontà del provvedimento messo in campo dal collega di Giunta, l’assessore Rolfi, della caccia di selezione che potenzia le difese a favore del territorio e dell’agricoltura nei limiti dell’attuale datata normativa nazionale”.

E l’attenzione della Regione ai problemi del Comasco e del Lecchese per i danni derivati dai cinghiali è stata sottolineata anche dal presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, nel suo intervento a Porlezza.
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3 commenti finora...

Re:Rolfi: valore a selvaggina con marchio ‘Cacciato in Lombardia’

OLTRE AL MARCHIO" CONTAGIATO IN LOMBARDIA" ORA C'E' ANCHE QUESTO, ENNESIMA CAZZATA SULLA PELLE DEI CACCIATORI.PRIVATIZZA ANCHE LA CACCIA COSI'ALMENO SCOMPARE.

da Basta cazzate 30/06/2020 15.29

Re:Rolfi: valore a selvaggina con marchio ‘Cacciato in Lombardia’

Luca, con la caccia c'entra tutto e niente. Basta intendersi su cosa si definisce caccia oggi. Secondo me, aldilà delle culture e delle epoche, l'idea guida anche nostra dovrebbe essere quella degli indiani d'America, che tuttavia non avevno concorrenti pretenziosi come gli agricoltori. In ogni caso, la caccia dovrebbe essere un'attività sacra, non disgiunta dalla sacralità dell'ambiente. Il prelievo rispettoso della sacralità dell'animale, e commisurato alla consistenza. Con le popolazioni in equilibrio con l'ambiente e il popolo dei cacciatori, usufruibili in termini di bellezza (non di pericolo) da tutti, anche non cacciatori. Oggi invece siamo solo consumatori, non solo di selvaggina. Abbiamo rapporti conflittuali con gli agricoltori e con i non cacciatori, consideriamo la selvaggina non come soggetto ma come oggetto. E così con tutto. E' la nostra mentalità (di uomini) che è malata. Da ciò derivano tutte le altre malattie dell'uomo, della selvaggina, dell'ambiente.

da Carlo M. 30/06/2020 8.52

Re:Rolfi: valore a selvaggina con marchio ‘Cacciato in Lombardia’

Caro assessore vede i cacciatori della provincia di Como,si sono dati da fare nel contenimento del cinghiale;con poco meno di 4000 cacciatori totali e di cui forse solo meno di un terzo di questi cacciavano il cinghiale;hanno abbattuto 2189 capi,Bergamo e Brescia con ben 45 mila cacciatori circa,1241(BS)1181(BG)???

da Fucino Cane 29/06/2020 21.14