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La Toscana conferma la propria posizione sul lupo


venerdì 3 febbraio 2017
    

"Sto dalla parte degli allevatori, negli ultimi 5 anni abbiamo perso il 40% degli ovini e rischiamo la rese di nuove aziende". Lo ha detto l'Assessore regionale all'Agricoltura e alla Caccia in Toscana, Marco Remaschi, rispondendo così picche al tweet bombing e alle proteste di piazza degli animalisti e ambientalisti.
 
"Ci sono lupi dappertutto tranne nell'asta fluviale dell'Arno" aggiunge il dirigente regionale Paolo Banti. La Toscana conta il numero più alto di esemlari, censiti 550, di cui 108 riproduttivi, oltre che 22 coppie formate da ibridi. "Abbiamo provato anche con la rimozione non cruenta delle specie ibride ma siamo riusciti a catturare solo 10 esemplari. Di fatto i lupi spariranno per le ibridazioni e non per l'abbattimento che, secondo il piano, sarebbe attivato in modo sporadico. Tutto questo a fronte di costi elevati: ci sono stati danni per gli allevatori di un milione e 45.000 euro". 
 
"Dalle Regioni – commenta Coldiretti in queste ultime ore - ci attendiamo ora la stessa responsabilità nella difesa degli allevamenti e dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Non si possono lasciar morire pecore e vitelli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane. Senza i pascoli - sostiene la Coldiretti - le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città".

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