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Nasce l'associazione che tutela le vittime della fauna selvatica


lunedì 14 novembre 2016
    

Incidenti stradali cinghiali E' stata ufficialmente registrata l'associazione dedicata a Daniela Martorella, la 37enne di Bomba (CH) morta pochi mesi fa a seguito di un incidente stradale sulla Fondovalle Sangro causato dalla presenza di  alcuni cinghiali sulla carreggiata. L'associazione Vittime degli animali selvatici (Avas), è stata promossa da un gruppo di persone compostao da familiari, amici ed esperti sul tema.

"L'Avas - dice un articolo dell'Eco Alto Molise, sito che sta facendo un'ampia informazione su questo tema e sulla necessità di incrementare gli abbattimenti degli ungulati - si propone di divulgare, nel modo più ampio possibile, attraverso la creazione di un proprio sito web, i social, la stampa, la televisione e ogni altro mezzo di comunicazione di massa, le vigenti normative sulla gestione della fauna selvatica, sulla responsabilità nella gestione della stessa e sui mezzi di tutela attualmente posti a beneficio dei cittadini e delle aziende". La neonata associazione si occuperà anche di supportare e assistere le vittime e i familiari nel caso di danni provocati dagli animali selvatici, siano essi danni alle persone fisiche, che alle colture e ai mezzi, attraverso la consulenza e l'assistenza di esperti ed avvocati. 
 
L'associazione è presieduta da Carla Martorella, sorella di Daniela. Ecco come ha dato l'annuncio su facebook: "finalmente siamo riusciti a creare l'Associazione AVAS Daniela Martorella. [...] Ora compete a tutti coloro che le vogliono bene fare in modo che in sua memoria si operi per ristabilire un equilibrio nella natura e che altre persone evitino di perire o di ricevere danni".

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4 commenti finora...

Re:Nasce l'associazione che tutela le vittime della fauna selvatica

Sinceramente non mi aspetto che un tecnico-faunistico sia anche un cacciatore! ...lo preferisco laico! Essendo imparziale, ne animalista ne cacciatore deve solo pensare agli interessi delle popolazioni di ungulati senza curarsi di possibili attacchi al proprio operato provenienti da questa o quella fazione. Mi aspetto che sia una persona capace di utilizzare i dati raccolti sugli animali abbattuti (perchè è attraverso i capi abbattuti dai cacciatori, che transitano dai centri di controllo, che arrivano la maggior parte dei dati disponibili per le ricerche), per effettuare ricerche esaustive su ecopatologie , filiera eco-alimentare, ecc. ecc. Ma aspetto che interroghi Ispra sulle varie "cazzate" incredibili che fa anche a livello di gestione in nome di tradizioni, ecc. ecc. Mi aspetto anche di trovarli ai centri di controllo della fauna selvatica! ...e che siano andati a caccia oppure no, quando gli si presenta un camoscio evirato spacciato per femmina di certo sanno che tipo di cacciatore hanno difronte! whidmanseill!

da Edoardo 17/11/2016 17.29

Re:Nasce l'associazione che tutela le vittime della fauna selvatica

Si magari con tecnici faunistici che la caccia in genere o al cinghiale non l'hanno mai fatta, però ne hanno sentito parlare.

da Il Nibbio 17/11/2016 15.30

Re:Nasce l'associazione che tutela le vittime della fauna selvatica

ben scritto Edoardo, mi associo in pieno.

da vecchio cedro 16/11/2016 9.00

Re:Nasce l'associazione che tutela le vittime della fauna selvatica

Innanzitutto esprimo il mio cordoglio per le vittime ed i loro familiari. Lo Stato in questi casi se ne lava sempre le mani semplicemente apponendo sulle strade la cartellonistica dell'attraversamento ungulati; ...e la colpa ricade sul guidatore che "imprudentemente" a dire loro non ha moderato la velocità dell'automezzo! Sebbene lo Stato da decenni finanzi con soldi di privati cittadini (es. i cacciatori) fantomatiche assocciazioni ambientaliste/animaliste nulla viene fatto in termini di prevenzione (ne da queste ne da altri soggetti pubblici) per limitare gli attrraversamenti stradali dei selvatici attraverso a mio modesto avviso: 1) corridoi "verdi" che più volte abbiamo visto realizzare nell'europa del nord, e più volte segnalati su questo sito con specifici articoli; 2) barriere elettrificate a basso voltaggio che coprano i punti a più alto rischio della nostra rete stradale. Il solo aumentare il numero degli abbattimenti, per un ungulato a strategia di crescita R come il cinghiale, non porterà ai risultati sperati dall'associazione. Purtroppo in una regione come il Molise dove, per accedere alle caccie colletive al cinghiale, non serve neanche avere uno stralcio di abilitazione il livello "culturale medio" dei cacciatori sul selvatico risulta essere molto basso. Anche a livello nazionale non ci sono norme che tutelino alcune tipologie di soggetti in questo tipo di caccia; le limitazioni sono a discrezione delle squadre che applicano ai propri soci multe o allontanamento dalla squadra per aver abbattuto le femmine trainanti durante le "battute"; evitare i foraggiamenti sempre sbagliati a prescindere, ecc. ecc. La cosa migliore è essere stati formati da personale qualificato tipo Dottori Medicina Veterinaria con specializzazione in fauna selvatica o chi per loro perché il bagaglio tecnico-scientifico che ti trasmettono non lo trovi nei circoli di caccia colpevoli in molti casi di diffondere addirittura "leggende metropolitane"

da Edoardo 14/11/2016 12.38