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Estinzione di massa: fra le vittime potenziali anche l'uomo


martedì 23 giugno 2015
    

Estinzione di massaAlla specie umana viene attribuito l'inizio della sesta estinzione di massa che, dopo quella che 66 milioni di anni fa eliminò i dinosauri, sta cancellando specie viventi a un ritmo 114 volte più veloce del normale. Si legge sempre più spesso anche su autorevolissimi mezzi d'informazione (vedi anche Repubblica) che il maltrattamento che infliggiamo alla natura stavolta rischia di ritorcersi contro di noi.
 
Uno studio delle Università americane di Standford, Berkeley, Princeton e di quella del Messico, uscito venerdì 19 giugno sulla rivista Science Advances, ha calcolato il ritmo normale di estinzioni sulla Terra e lo ha paragonato a quello innescato dall'attività dell'uomo a partire dalla rivoluzione industriale. Tra il 1500 e il 1600 si sono perse 54 specie di vertebrati, mentre tra il 1600 e il 1700 le specie sono state 22, salite a 60 nel secolo successivo. Nel XIX secolo con la mano dell'uomo le specie estinte erano 144, salite a 396 nei cento anni appena trascorsi. Di fatto senza il nostro intervento per l'estinzione di così tanti animali ci sarebbero voluti 10.000 anni.
 
I ricercatori attribuiscono la colpa di questo fenomeno a diversi fattori: il riscaldamento climatico, la deforestazione, la distruzione degli habitat, la cementificazione, l'introduzione di specie aliene, l'acidificazione degli oceani e l'inquinamento. Senza tralasciare tuttavia la crescita eccessiva della popolazione in un sistema economico basato sul consumo e sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.

Dallo studio si deduce che i primi a scomparire saranno i sistemi complessi come quello dell'impollinazione delle piante e dei fiori (a causa del declino di api e vespe) e della purificazione del ciclo dell'acqua. Già oggi secondo l'Unione mondiale per la conservazione della Natura (Iunc) il 41% delle specie di anfibi e il 26% di quelle di mammiferi sono minacciate di estinzione.
In particolare anche la giraffa ha un futuro a rischio: negli ultimi 15 anni ha subito un declino del 40%, con 80.000 esemplari rimasti in natura, tanto che lo Iunc nel 2008 ha inserito l'animale nazionale della Tanzania nella “lista rossa” delle specie a rischio estinzione.

In definitiva, per distruggere i meccanismi della natura potrebbero bastare anche solo tre generazioni umane, ma la vita sulla terra potrebbe altresì impiegare diversi milioni di anni per rimettersi in piedi.

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2 commenti finora...

Re:Estinzione di massa: fra le vittime potenziali anche l'uomo

Io non mi preoccupo,affatto ,!

da Toni el cacciator 25/06/2015 16.43

Re:Estinzione di massa: fra le vittime potenziali anche l'uomo

Tutto ha un inizio, uno svolgimento ed un termine...perciò...

da Ezio 24/06/2015 18.17