L'Associazione Italiana per la Wilderness rende noto che la Federazione Italiana della Caccia ha contribuito in modo sostanziale all’acquisto, per una finalità di conservazione, di circa 5 ettari di boschi nell’ambito di due selvaggi burroni del famoso complesso delle Langhe, in Comune di Piana Crixia (Savona), regno di calanchi, pernici rosse e, oggi, cinghiali e caprioli.
"Tutti i terreni boschivi acquistati - fa sapere Franco Zunino, segretario generale dell'associazione - andranno a fare parte delle Aree Wilderness Burrone di Lodisio e Langhe di Piana Crixia, che l’AIW ha designato su terreni parte ottenuti in gestione mediante il filantropico gesto di una propria iscritta e parte già acquistati in passato grazie a donazioni e contribuzioni di vari associati ed organismi sensibili alla conservazione del patrimonio naturalistico del nostro Paese confluiti in un Fondo “Wilderness 2000” appositamente creato per questa finalità".
Si tratta di boschi di elevato valore ambientale per la biodiversit�che presentano e della quale sono ricchi i due burroni, sia di specie botaniche (alcune vere e propri rarità) sia faunistiche, ma anche caratterizzati da una bellezza aspra e selvaggia d’insieme. Una parte di questi boschi saranno dedicati quali “Boschi Commemorativi” a personalità od organismi secondo la volontà dei contributori all’iniziativa. Con i nuovi acquisti le due Aree Wilderness si estendono ora, la prima su circa 57 ettari e la seconda su circa 5. La prima ricade nell’ambito di un’Azienda Faunistico-Venatoria, e quindi resterà aperta alla caccia, la secondo in quella del Parco Regionale Langhe di Piana dove la caccia è invece vietata.
Secondo Zunino questo è un primo esempio di come anche il mondo della caccia possieda una sensibilità ambientalista e di come anche la sappia esprimere se non si cercano solo motivi di contrasto per sentimenti più animalisti che conservazionisti. "Con questa collaborazione tutti potranno apprezzare lo sforzo che anche i cacciatori possono fare per salvare qualcosa del nostro bel Paese - scrive Zunino - e che, come avviene in tante altre nazioni (Francia, Belgio, Inghilterra, USA, Sud Africa, ecc.), non sia più solo una tutela dell’ambiente a parole o della solo selvaggina strettamente finalizzata alla caccia, ma che anche assicuri la conservazione di patrimoni ambientali sia per il godimento e la soddisfazione spirituale di chi a caccia non va ma che ama profondamente la Natura, sia per la preservazioni di importanti patrimoni di biodiversità".
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