Jovanotti, colpito nel vivo dalle proteste ambientaliste per i suoi concerti sulle spiagge, non ci sta. Ribatte colpo su colpo, definisce "econazisti" quanti non riconoscono le autorizzazioni ricevute per stabilirsi su litorali scelti dopo sopralluoghi con le amministrazioni locali e sotto la supervisione di WWF che “ha coordinato un team di tecnici ed esperti, ha scandagliato ogni metro quadro e valutato tutte le questioni perché tutto si svolgesse sempre in aree senza criticità ecologica di nessun tipo“, rivendica la bontà ambientalista del suo progetto, che sta raccogliendo fondi per la raccolta di plastica dal mare, cosa che - dice - nessun altro soggetto privato ha fatto in queste dimensioni (si parla di milioni di euro). Da parte sua il Wwf interviene, sostenendo che le zone scelte sono già urbanizzate o di poco interesse naturalistico oppure già oggetto di altre manifestazioni e feste locali ma, a differenza delle sue, mai attaccate con altrettanto livore.
Dall’altra parte un gran numero di biologi e protezionisti mostrano le foto di habitat di specie protette modificati e per questo distrutti. A questo nutrito gruppo di ambientalisti si aggiunge anche l’arcinoto Mario Tozzi, che in una lettera garbata al cantante (che, dice, segue dai tempi di Serenata Rap), sottolinea che sono le dimensioni dell’evento a preoccupare per l’impatto sulle spiagge e sugli ambienti naturali, dato che ad ogni concerto partecipano decine di migliaia di persone che si spostano in massa. Tozzi ha poi contestato l’espressione “econazisti”. “Se pure ci sono voci estreme - ha scritto - , ci sono anche altri, ecologisti di lunga data come me, che studiano l’ambiente da un punto di vista scientifico e che ne hanno viste abbastanza per suggerirti di rinunciare a questo progetto e rimodularlo legandolo a vere iniziative di compensazione ambientale”.
Jovanotti nella sua replica rincara la dose, definendo chi lo ha attaccato “mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell’ecologia dentro a piccoli brand personali non accreditati se non da loro stessi e dai like rimediati a vanvera. Li ho chiamati econazisti perché essi lo sono, serpeggia nei loro post (che sono un nuovo tipo di arma) e nelle loro minacce squadriste dirette e indirette questa idea di purezza assoluta da perseguire ad ogni costo”. Definizione in cui pare non rientri il geologo, a cui scrive: “tu sei uno serio, che sa le cose e sa comunicare”, e a cui rivolge l’invito di parlarne faccia a faccia davanti a una birra.
La cosa che più salta all'occhio in tutta questa vicenda è come le persone (in questo caso il cantante toscano) si accorgano dell’oltranzismo animalista o ambientalista solo quando questo urta i propri diretti interessi. Quando per esempio il tema è la caccia, contestata in ogni sua forma nonostante la sostenibilità ambientale di gran lunga superiore a quella di altre attività anche turistiche, nessuno se ne accorge. E infine una considerazione: accreditare Tozzi come rigoroso studioso guidato solo dalla scienza (pare che anche qui gli italiani abbiano le fette di salame sugli occhi) fa a cazzotti con certe espressioni violente del geologo. Come dimenticare quando in diretta radiofonica dichiarò di sperare che i cacciatori si sparassero tra di loro e augurò una pallottola in testa ad un dirigente venatorio? E quando poco tempo fa ha utilizzato una trasmissione della Rai per esprimere quanto detestasse i cacciatori?
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