Discussa in Consiglio Regionale della Lombardia una mozione presentata dal consigliere della Lega Simona Pedrazzi per chiedere alla Giunta di avviare un progetto sperimentale con l’obbiettivo di monitorare maggiormente la presenza del lupo, per informare la collettività a tutelare gli animali domestici e le attività rurali tradizionali.
“La mozione- spiega Pedrazzi- fa seguito alla mia mozione già approvata dall’aula lo scorso anno relativa ad “Interventi a tutela della zootecnia rurale lombarda e coesistenza con il lupo”. In considerazione anche del fatto che in Conferenza Stato Regioni non si è ancora raggiunto un accordo per l’approvazione di un piano d’azione nazionale per la conservazione del lupo, ho voluto presentare oggi una nuova mozione per sollecitare una maggior coscienza e una maggior conoscenza di questa tematica. Infatti sono convinta che non ci si possa basare solamente su dei numeri per approntare degli interventi, poiché il contesto montano non ha allevamenti intensivi e la sua peculiarità sta proprio nei piccoli numeri, che hanno permesso di avere prodotti di nicchia e di grande qualità".
Il tavolo di confronto
"La biodiversità delle praterie alpine utilizzate per secoli a pascolo degli alpeggi è il risultato di attività tradizionali, che oltretutto portano anche occupazione. Il rischio, inoltre, sarebbe proprio quello dell’abbandono delle terre alte, con la conseguente perdita di valori, tradizioni e qualità dei prodotti a danno e dell'ambiente e della vita stessa delle persone. ha proseguito Pedrazzi - Considerazioni queste che hanno stimolato la sensibilità dell’assessore all’ambiente Raffaele Cattaneo ad aprire un tavolo dì confronto allargato, coinvolgendo tutte le commissioni regionali interessate, quindi la Commissione Ambiente, Agricoltura e la commissione speciale Montagna. Sono molto soddisfatta del risultato raggiunto oggi, che potrà consentire dì affrontare quelli che sono i problemi reali del territorio".
Più si ritarderà il momento delle decisioni a tutti i livelli sulla gestione di questa specie, - ha concluso Pedrazzi - limitandoci ad effettuare degli studi e delle politiche volti solamente a favorire l'affermazione del lupo sull'arco Alpino e più si dovranno in seguito, mettere in atto delle politiche gestionali e compensative drastiche, a partire dallo stesso lupo”.