Giovedí 5 dicembre 2019, presso il Parlamento europeo, si é svolto un importante convegno sulle popolazioni di lupo e grandi carnivori presenti sul territorio europeo. L’incontro, suddiviso in tre fasi, ha inizialmente trattato le tematiche relative lo status, la distribuzione e il regime di tutela del lupo, la cui popolazione é ad oggi stimata in circa 17.000 capi, 13.000 dei quali presenti all’interno degli Stati membri.
In Europa la popolazione del lupo é costantemente aumentata a partire dal 1960, espandendosi da est verso ovest. Nel nostro paese sono presenti dai 1.100 ai 2.400 esemplari - ha comunicato il prof. Luigi Boitani, dell’Universitá La Sapienza di Roma - con tendenza all’incremento. Il successo di questa espansione sta nella grande adattabilitá della specie, in grado di colonizzare qualsiasi tipo di ambiente che garantisca la presenza di prede, nell’aumento delle popolazioni di ungulati selvatici e dall’abbandono di molte aree agricole. Se inizialmente alcuni relatori come il dott. Fernandez, hanno rimarcato il regime di tutela del lupo, escludendo qualsiasi tipo di azione a svantaggio della specie, gli interventi successivi dei rappresentanti delle categorie degli allevatori e agricoltori, hanno invece evidenziato la difficile o impossibile convivenza col carnivoro.
Il parlamentare sloveno Bergant, ha denunciato come la zona alpina, considerata un elemento chiave dello sviluppo rurale, stia paradossalmente pagando lo scotto maggiore delle normative che tutelano il lupo, visto dell’abbandono di molte piccole attivitá zootecniche. Dello stesso parere l’allevatrice Michéle Boudoin, che ha parlato di 10.000 capi di ovini uccisi dai lupi in Francia, per un danno economico di 24 mln di euro, asserendo che non si possono accogliere oggi, i nuovi agricoltori in condizioni da medioevo, incitando la Commissione a prendere celeri provvedimenti, in maniera diversificata per territorio, suggerendo di spaventare i lupi tramite sparo e non necessariamente per mezzo dell’abbattimento, pratica invece adottata dal governo finlandese, a seguito del danno economico, causato dai predatori, agli allevamenti di renne.