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Quando l'animalismo perde ogni lucidità


martedì 17 febbraio 2009
    
VeronesiTroviamo un interessante articolo a firma del Professor Veronesi, oncologo di fama internazionale, che dà alcuni spunti di riflessione su come troppo spesso si abbiano concezioni distorte e superficiali quando si vestono i panni dell'animalismo più irrazionale. Il professor Veronesi tratta il tema dell'animalismo in modo chiaro ed onesto confessando di non provare diverse sensazioni di fronte all'uccisione di un vitello piuttosto che di un cane. Gli animalisti che tanto si scaldano quando si tratta di difendere animali domestici e quelli in libertà, sono gli stessi che mostrano una quasi totale indifferenza nei confronti di vitelli e agnellini nei mattatoi. “Se una persona ama davvero tutti gli esseri viventi – scrive Veronesi -  li vede come parte di un unico disegno biologico e li rispetta, non fa distinzione fra specie di serie A e di serie B. Gli animali di allevamento, poi, sono sottoposti a un trattamento crudele. Sono considerati “macchine di trasformazione” di una merce (i mangimi) in un’altra (la carne), il cui prezzo deve essere remunerativo al massimo. Anche la pratica della macellazione è violenza allo stato puro e risveglia un senso di ripugnanza. “Il vitello – dice Veronesi –  uno dei più evoluti nella scala neuropsichica, che quindi soffre molto di più delle cavie da laboratorio, non trova molti oppositori contro la fine cui viene sottoposto per garantire quelle belle fettine sulle nostre tavole”.
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