Sono diversi i comuni italiani (soprattutto dell'area nord occidentale) ad aver approvato misure di contenimento per la nutria, specie dannosa e diffusissima per la quale il Governo ha dovuto eliminare ogni forma di protezione, adeguandosi ai piani europei di intervento sulle specie alloctone invasive. Nonostante l'inserimento di questi provvedimenti in un quadro complessivo comunitario, che ha visto il nostro Paese inadempiente in tutti questi anni in cui il roditore ha avuto campo libero (l'eradicazione di fatto è già fuori dalla nostra portata), c'è ancora chi si ostina ad apporsi agli abbattimenti.
E lo fa davanti ai giudici amministrativi, pesando quindi sulla spesa pubblica. Non tutti sanno per esempio che il Tar del lazio due mesi fa ha cassato la domanda di annullamento della Circolare ministeriale con cui sono state disposte le procedure per la soppressione delle nutrie da parte dei Comuni. Lav ed Enpa hanno fatto ricorso contro Ministero della Salute, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Regione Abruzzo, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Ispra . Il Tar ha evidenziato quello che tutti sapevano già da tempo: ovvero che per la nutria non esiste nessuna protezione, e che per loro non si applicano le norme sul controllo della fauna selvatica.
Non convinte, le associazioni animaliste, non si sono certo arrese e presentano sistematico ricorso contro ogni comune che applichi la suddetta circolare. Incassando altre sconfitte. L'ultima è arrivata dal Tar di Brescia mercoledì 15 aprile. I giudici hanno respinto la domanda cautelare proposta dalla Lac nei confronti del comune di Isola Dovarese. Analogo verdetto è arrivato, sempre nell'ultimo mese, dal Tar dell'Emilia Romagna per i provvedimenti di Casola Valsenio, Sant'Agostino, Solarolo e Soliera. Diversamente, per ora, ha deciso il Tar del Veneto, che ha accolto la domanda cautelare urgente dell'Associazione Vittime della Caccia sospendendo il provvedimento del Comune di Salizzole e quella del Comune di Villa Bartolomea fino al 6 maggio (data della prossima udienza). Anche il Tar del Piemonte ha accolto la sospensione per Granozzo con Monticello, fissando addirittura la trattazione di merito della domanda cautelare al 12 gennaio 2016.
Per i ricorsi citati le associazioni animaliste ricorrono al patrocinio pubblico (ovvero le spese legali le paga lo Stato), ovviamente concesso in virtù del loro status di associazioni riconosciute.