Le
abbondanti nevicate di questi ultimi giorni
stanno causando gravi difficoltà per la sopravvivenza della
fauna selvatica erbivora delle zone montane
per l'impossibilità di nutrirsi. A lanciare l'allarme è stato ieri il
Parco Nazionale del Gran Paradiso secondo cui a rischio nel territorio del Parco ci sarebbero, tra gli altri ungulati,
centinaia di camosci già stremati dalla stagione dell'amore e ora messi alle strette dall'impossibilità di brucare l'erba, coperta dalla neve. Il problema riguarda però anche gli altri animali: “Le recenti nevicate mettono
a serio rischio la sopravvivenza di un'elevata percentuale di animali dell'area protetta – spiega un comunicato stampa del Parco - Ad essere colpiti saranno soprattutto gli erbivori”.
Le condizioni sono difficili anche per gli uomini, cosa che rende impossibile ogni intervento: “Non possiamo renderci conto, ancora, di quanti ungulati ritroveremo senza vita – ha dichiarato responsabile del servizio scientifico del parco, Bruno Bassano - perché è impossibile muoversi al di là delle strade. Le brutte sorprese sono altrove”. Secondo le autorità del parco questa situazione provocher�
un importante calo demografico di camosci, stambecchi e caprioli.
Ci permettiamo di dire, da cacciatori, che in casi del genere, da sempre,
i cacciatori di montagna si sono preoccupati di portare foraggio agli animali selvatici in difficoltà.
E qui sta la differenza fra chi fa una cosa perchè la deve fare e chi invece la fa perchè ci crede e ci mette la sua grande passione. Ovvero i cacciatori. Se ne ricordino i nostri amministratori quando escludono i cacciatori dalla gestione dei parchi.