Ridurre i tassi di estinzione di specie a rischio, che sulle isole raggiungono livelli altissimi, dovuti alla diretta presenza di altre specie invasive. Questo il mirabile obbiettivo perseguito da un'associazione ambientalista statunitense: la Island Conservation, che secondo quanto si legge sul sito Greenreport.it, dal 1994 al 2009 ha eradicato 54 popolazioni di vertebrati invasivi da 35 isole, per un totale di 523,87 km2 ed ha programmi in Nord America, Sud America, Caraibi e Pacifico tropicale.
“Queste azioni – riporta il sito Springerlink.com - hanno contribuito a proteggere 233 popolazioni di 181 specie e sottospecie insulari endemiche di piante e vertebrati e 258 popolazioni di 54 specie e sottospecie di uccelli marini (11 delle quali sono minacciate a livello mondiale) dalla minaccia di estinzione locale e globale”. Stiamo parlando di ratti, conigli, capre e maiali, fortemente dannosi soprattutto se concentrati su isole di piccole dimensioni.
Ma sforzi di questo genere non sono incoraggiati né misurati in maniera efficiente. Non esiste per esempio un metodo efficace per valutare i tentativi di eradicazione basandosi sulla copertura della Red List di Iucn, che non è in grado di quantificare tutti gli effetti su flora e fauna. Secondo i ricercatori Bernie R. Tershy, Donald A. Croll e Kelly M. Newton, dell'Università di California Santa Cruz, “gli attuali tassi di estinzione sono di un ordine di grandezza due a tre volte maggiore rispetto ai tassi di riferimento e sia al di sopra dei tassi ai quali le nuove specie si evolvono”. “Non erano disponibili sufficienti dati di monitoraggio per la maggior parte delle 200 specie e sottospecie protette - si legge nello studio”.