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Cosa cacciavamo 250 mila anni fa?


mercoledì 10 agosto 2016
    

Le analisi di laboratorio, su tracce di proteine rinvenute sugli utensili utilizzati da ominidi vissuti 250 mila anni fa in Giordania, sono in grado di rivelarci cosa cacciavano e mangiavano i nostri antenati nel paleolitico. Migliaia di resti rinvenuti nel deserto di Azarq, nell'est Giordania, accette e punte di frecce, riportavano tessuti microscopici risultati compatibili con una grande varietà di animali: anatre, cavalli, cammelli e perfino rinoceronti, leoni ed elefanti. 7 mila gli utensili analizzati dagli scienziati dell'Università di Victoria, in Canada, in collaborazione con studiosi americani e giordani. 17 di questi sono risultati positivi al contatto con sangue e parti di animali.

Oltre alle abitudini di caccia i risultati dimostrano nel tempo la grande capacità di adattamento degli ominidi, antenati del genere homo, che progressivamente hanno variato i loro strumenti in base alla prede disponibili, in un ambiente che pian piano andava desertificandosi.

Una delle conclusioni dei ricercatori riguarda l'aspetto sociale. E' infatti emerso come queste popolazioni fossero organizzate in comunità per poter tenere lontani i predatori.  L'insediaento era sistemato vicino a un bacino idrico e quindi possibile meta di grandi animali in cerca di prede, dai quali proteggere se stessi e la carne cacciata. Questa situazione fa pensare che "gli hominini dovessero avere strategie altamente efficaci per evitare i predatori e proteggere le carcasse - si legge nello studio - è possibile che si siano organizzati con una divisione del lavoro come quella degli uomini" che potrebbe aver incluso anche "gruppi di lavoro specializzati".

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