Il governo polacco, al fine di fermare la diffusione della peste suina africana, che si sta diffondendo in alcune aree del Paese, ha deciso di abbattere quasi tutta la popolazione nazionale di cinghiali. Il timore è che l'epidemia si possa estendere ai maiali di allevamento, con conseguenze molto gravi per l’industria polacca della carne. Già lo scorso anno il Servizio veterinario nazionale polacco aveva disposto l’abbattimento di 185 mila cinghiali. Da aprile, con l'aiuto dei cacciatori, sarebbero già stati 168 mila gli esemplari abbattuti. Entro fine gennaio dovrebbero essere prelevati altri 20 mila cinghiali.
Secondo i dati diffusi i casi di peste suina africana registrati dall’inizio dell’epidemia, nel 2014, sono stati 3.407. Solo nel 2018, sono stati confermati 2.443 casi di peste suina nei cinghiali selvatici. Secondo il ministero dell’Agricoltura polacco, lo scorso anno la Polonia ha speso circa 47 milioni di euro per combattere la peste suina africana.
La soluzione dell'abbattimento massiccio di cinghiali secondo alcuni biologi potrebbe rivelarsi controproducente e contribuire alla diffusione del virus. A inizio gennaio diversi gruppi di ambientalisti avevano organizzato una manifestazione contro il governo fuori dal Parlamento polacco a Varsavia e migliaia di persone avevano espresso online il loro appoggio alla causa, cambiando la propria foto profilo di Facebook con l’immagine di un cinghiale selvatico. Una petizione online per chiedere al governo di abolire l’abbattimento dei cinghiali ha già raggiunto più di 300 mila firme.
Da parte sua, la Commissione Europea ha affermato che la lotta contro la peste suina africana è una priorità dell’Unione, dal momento che l’epidemia rischia di diffondersi negli altri paesi membri ed è una minaccia per l’intero settore europeo della carne. "L’uccisione per motivi sanitari dei cinghiali è una misura per contenere l’epidemia" ha detto la portavoce della Commissione, Anna-Kaisa Itkonen, durante una conferenza stampa a Bruxelles: "può essere usata per ridurne la popolazione a condizione che sia fatta nel posto giusto e nel modo giusto e, stando alle informazioni che abbiamo, è quello che sta facendo la Polonia".