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Veneto: in forte aumento i danni causati dalle specie invasive


martedì 3 marzo 2009
    
Secondo una stima molto verosimile resa nota dai Consorzi di bonifica, i danni causati dalle specie invasive nella regione Veneto ammontano a 10 milioni di euro l'anno, di cui almeno la metà sono da attribuire alle nutrie e alle loro tane scavate lungo gli argini dei canali. Proprio a questi infimi roditori, in continua crescita numerica, si deve infatti il vertiginoso aumento (10 per cento) dei danni nell'ultimo anno. La situazione è grave non solo in termini economici, a Vicenza vengono segnalate ormai intere colonie in prossimità di centri abitati ed il pericolo di contagio di leptospirosi (di cui le nutrie sono portatrici) è sempre più una minaccia da considerare. La situazione viene sminuita dalle stime della Regione che non tengono conto dell'ammontare complessivo dei danni. Stessa cosa succede per i danni causati dal resto della fauna selvatica, primi tra tutti cinghiali ma anche cervi, daini, storni e cormorani. Per la Regione in totale si registrano poco più di 2 milioni di euro di danni accertati, mentre le stime di Confagricoltura sono dieci volte più alte. Queste situazioni sono spesso attribuibili alla noncuranza dell'uomo, che in alcuni casi ha introdotto in natura delle specie senza valutare i rischi che queste possono causare agli equilibri biologici. Un esempio lampante in Veneto è la nutria, da non sottovalutare anche l'impatto disastroso del gambero rosso della Louisiana, liberato per errore in Toscana e diffusosi in poco tempo in molte regioni italiane, nel lago di Fimon (VI) ha praticamente eradicato tutte le altre specie presenti.
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