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Pucciniana

Puccini a Ferruccio Pagni - Torre del Lago


lunedì 15 dicembre 2008
    

Lettera di puccini a Ferruccio PagniBuone feste a Lei, a tutti i torrelaghesi, a Venanzio, a Làppore, a Diego, a Boccia, a Stinchi, alle folaghe, ai mestoloni, Dio boffice, un mi ci fa pensare... Al sor Ugenio e signora Ida, se sono ancora lì. Noi stiamo tutti benone. Spero nel marzo fare una visita costì. Ciccia al tondo con patate alle marchese dal cimbraccolo. Tanti saluti da Elvira.

Suo aff. G. Puccini.

Milano, 22 dicembre 1892

Da oltre un anno Puccini era approdato, con Elvira, Fosca e Tonio a Torre del Lago, villaggio della Versilia, formato allora da un gruppo di case, da alcune capanne sparse per i campi e da un centinaio d'abitanti o poco più. Vi aveva trovato d'acchito ciò che più si confaceva al suo temperamento: la solitudîne (che sempre anteporrà a tutti gli strepiti del trionfo), la maniera di dar libero sfogo alla passione per la caccia e, infine, — lui così facile preda della malinconia
— un contorno d'amici allegri e burloni con i quali scherzare e ridere come un ragazzo. Primo, fra tutti, il pittore Ferruccio Pagni che già da un anno vi abitava. Motivi di lavoro, specie nei primi anni, lo costringevano spesso ad allontanarsi, solo o con la famiglia, per periodi di tempo anche prolungati. Ma lo faceva sempre a malincuore, dandone agli amici rimasti prova palmare con missive che, nel loro stile pittoresco e a volte fin troppo colorito, rivelavano dove corressero il suo pensiero e il suo cuore. Questa, inviata al Pagni, è sicuramente tra le prime. Lo prova il fatto che al pittore livornese Puccini dava ancora del «lei».

Tratto dal testo: “Puccini com'era”
A cura di Arnaldo Marchetti
Milano, Curci, 1973

 
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