Riceviamo e pubblichiamo:  
Dopo la sospensione  degli interventi di controllo , dura presa di posizione di Federcaccia ed Arcicaccia che chiedono all’Amministrazione di  confermare le decisioni nella loro integrità. 
“Strumentale, arrogante e infondata”: cosi Federcaccia e Arcicaccia  stigmatizzano la campagna scatenata dal fronte delle organizzazioni animaliste contro le disposizioni emesse dalla Provincia di Siena per il controllo numerico della volpe, in una nota emessa al termine di un incontro cui hanno preso parte i Presidenti Nazionali, Regionali e Provinciali.
Una campagna, si legge nella nota “inspiegabilmente  supportata dalle dichiarazioni di alcuni esponenti politici”   e che, nel merito, “riguarda un provvedimento  per il quale la Provincia di Siena ha  scrupolosamente seguito il dettato normativo ed  i percorsi procedurali, acquisendo il parere favorevole dell’ ISPRA”. Si tratta di interventi definiti “secondo le modalità e tempi  approvati dall’Istituto” e riguardano  esclusivamente le  aree “in cui non si immette selvaggina e dove annualmente sono realizzate stime quantitative di volpi e di fauna selvatica di interesse conservazionistico  e venatorio”. In una parola: controllare il numero di volpi serve a consentire ad altre specie, pernici, fagiani, starne,lepri, di trovare spazio, incrementando biodiversità ed equilibrio.  
Solidarietà piena quindi alla Provincia ed al suo assessore Anna Maria Betti, che già aveva difeso la legittimità del suo operato e cui si chiede adesso di “dare seguito coerente alle proprie decisioni confermandole nella loro integrità” . A favore della richiesta anche il pronunciamento del TAR Toscana  che aveva definito questo tipo di interventi, rispondendo ad un ricorso della LAC “pienamente in linea con le finalità per cui sono istituite le Zone di Ripopolamento e di Rispetto” e che non riguarda la caccia perché “si tratta di attività pubblica di controllo selettivo delle specie selvatiche”.
Nel mirino sembra esserci però il modello toscano di gestione della fauna: un modello, si ricorda, nato dalla concertazione e integrato con gli altri strumenti di programmazione del territorio: “cedere oggi alle pressioni sulla volpe, assumerebbe l’oggettivo significato di un cedimento sull’intera linea della gestione” spiegano le Associazioni , con il risultato di compromettere  “un equilibrio che solo l’intervento continuo dell’uomo – secondo criteri e metodi di razionalità sostenuti e dettati dal supporto tecnico e scientifico – è in grado di garantire”
E dopo la volpe, sarebbe  allora probabilmente la volta di cinghiali, daini e caprioli, in barba alle esigenze degli agricoltori e  con l’effetto, si legge nella nota “di  disperdere e vanificare l’impegno fino ad oggi profuso dal mondo venatorio nel prestare la propria opera al servizio di attività, il controllo della fauna, di interesse generale”.  Di qui l’appello di Federcaccia e Arcicaccia a “confermare le decisioni nella loro integrità. La Provincia di Siena – concludono le Associazioni - ha dunque una grande responsabilità. Ci sia consentito esprimere la certezza che le attese di coerenza e fermezza non andranno deluse ”. 
        
FEDERCACCCIA 
ARCICACCIA