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Fauna e danni all’agricoltura: precisazione del presidente castellani


giovedì 1 settembre 2011
    

Riceviamo e Pubblichiamo

Il 20 luglio 2011 la XIII Commissione Agricoltura, presieduta dall’On. Paolo Russo, ha approvato e successivamente presentato il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva deliberata dalla stessa Commissione nella seduta del 20 gennaio 2009 sul fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche.

L'argomento trattato rappresenta uno tra i problemi principali che anche l’ANUUMigratoristi auspica possa trovare quanto prima adeguata soluzione grazie a opportune modifiche dell’attuale legislazione in materia faunistico-venatoria per garantire il ruolo economico, sociale e ambientale svolto dalle imprese agricole italiane.

L’importante documento approvato dalla Commissione contiene elementi che potranno risultare utili alle Istituzioni competenti per adottare le più efficaci risposte a un problema che interessa gran parte delle aree rurali italiane, ma nello stesso tempo a giudizio dell’ANUUMigratoristi richiedeva alcune puntualizzazioni.

Per questo motivo il Presidente Marco Castellani ha inviato una lettera all’On. Russo, sottolineando in particolare che, contrariamente a quanto sembrerebbe emergere dal documento, l'attuale flusso frammentato e contraddittorio di informazioni e di dati "inaffidabili" sui danni da fauna selvatica non è certo dovuto alle Associazioni venatorie, non avendo queste alcuna funzione diretta in proposito.

Castellani, inoltre, ha evidenziato che anche se i rappresentanti di Associazioni venatorie o di loro articolazioni organizzative sul territorio avessero un qualche ruolo in tale materia, non si capisce perché il loro lavoro dovrebbe a priori - e in modo generalizzato - essere ritenuto "inaffidabile" in quanto "parti in causa". Per lo stesso principio, allora, bisognerebbe considerare - in modo altrettanto aprioristico e generalizzato - "inaffidabile" il servizio di vigilanza svolto dalle guardie volontarie espressione delle Associazioni animaliste e anticaccia perché trattasi di soggetti di parte e prevenuti in materia in modo diametralmente opposto.

Le Associazioni venatorie – ha aggiunto Castellani - sono veramente "parti in causa" esclusivamente per il fatto che rappresentano i cittadini cacciatori, ossia gli unici soggetti chiamati a rispondere finanziariamente di tali danni poiché a tal fine, con l'unica eccezione dei risarcimenti riguardanti i danni all'interno delle aree protette e degli istituti privati, vengono utilizzate inconfutabilmente ed esclusivamente le risorse finanziarie derivanti dalle tasse di concessione regionale e dalle quote associative agli ambiti territoriali e comprensori alpini di caccia che essi annualmente pagano.

Infine Castellani ha sottolineato che se è vero che i cacciatori devono pagare tali tasse per poter godere del diritto di usufruire coscienziosamente di una risorsa, la fauna selvatica cacciabile, che per legge è classificata patrimonio indisponibile dello Stato, è altrettanto vero che i danni all'agricoltura, all'ambiente, alla biodiversità e alla sicurezza dei cittadini non sono prodotti solo da specie selvatiche autoctone cacciabili (in particolare dai grandi ungulati), ma anche da molte specie selvatiche autoctone protette, da specie alloctone come la nutria e da specie inselvatichite come i piccioni che nulla hanno a che fare con la caccia e i cacciatori (chiamati oltretutto a doversi occupare materialmente della loro gestione per la prevenzione dei danni che esse provocano) e quindi tali danni dovrebbero essere prevenuti e risarciti con il concorso di tutti grazie al coinvolgimento finanziario di tutte le articolazioni istituzionali interessate.
 

 

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