Le predazioni da grandi carnivori sono in continuo aumento e non si riescono a trovare le tecniche che possano definitivamente salvaguardare le mandrie o le greggi. Recinzioni, cani da guardiania, presenza di personale sembrano non essere sufficienti. E' quanto denuncia Cia-Agricoltori Italiani Trentino nel segnalare i continui casi di predazione.
Dal 6 al 28 giugno, in soli venti giorni si sono verificate diverse predazioni da parte dei lupi, presenti con tre branchi sui monti Lessini. Sono state predate o ferite in modo irrimediabile 13 vitelle e due asini, su un totale di 64 vacche e due asini. l’allevatore Cornelio Bazzanella ha perso 8 vitelle sulle 11 di sua proprietà. E siamo solo all’inizio della stagione. “Il danno non è soltanto la predazione, ma tutto quello che c’è dietro e che non è coperto dal risarcimento: il tempo per la ricostruzione dei recinti, il trasporto e lo smaltimento delle carcasse, le cure veterinarie per gli animali feriti, ma non solo, c’è il trauma degli altri animali per lo spavento, spesso poi le gravide perdono il vitello!” ci ha raccontato Cornelio.
Non solo si lamenta il danno economico, ma anche le conseguenze a livello di tempo, cura degli animali e impatto sul benessere degli stessi. Anche le recinzioni sperimentali anti-lupo, ritenute efficaci, sono state superate dai lupi, creando una situazione drammatica.
Si richiede un adeguamento delle norme di tutela per consentire una gestione più efficace dei predatori e si sollecita un intervento urgente a livello comunitario e nazionale per preservare l'allevamento in montagna e sostenere gli agricoltori che contribuiscono al patrimonio ambientale ed economico della regione.