Era stato il Wwf ad alzare i toni qualche giorno fa diffidando l'Assessore alla Caccia in Abruzzo, Mauro Febbo, a non modificare il posticipo a novembre della caccia nelle zone in cui è presente l'orso marsicano. Ed è con i fatti “incontrovertibili” che Febbo risponde alle accuse, mosse dall'associazione ambientalista di “essere ostaggio del mondo venatorio”.
E' un fatto per esempio, che Wwf figuri tra le associazioni che hanno sottoscritto il Patom, nel quale si afferma che “il potenziale impatto delle attività venatorie dirette sull'orso è limitato ad una pratica venatoria: la caccia al cinghiale in braccata”. Su questo punto concorda anche l'Ispra, nelle sue linee guida relative all'applicazione del Patom, non ancora ufficialmente adottate. “E' necessario – sostiene Febbo - che questa pratica sia progressivamente vietata in tutto l'areale dell'orso, partendo immediatamente con le aree critiche di presenza. Restano invece ampiamente accettabili e talvolta anche espandibili le altre forme di caccia (girata al cinghiale, carabina su altri ungulati, ecc.) eventualmente contrattando flessibilità locali e limitate nel tempo per proteggere situazioni temporanee di criticità".
“Per la stagione venatoria 2011-2012, per non creare i conflitti con il mondo venatorio e contemperare le esigenze di tutte le parti coinvolte – spiega poi l'assessore - si è scelto applicare, nella Zona di Protezione Esterna (ZPE) del Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise, le modalità di caccia previste nel protocollo d'intesa, stipulato nel 2008, tra il Parco stesso e la provincia dell'Aquila, ancora vigente, che prevede come forme di caccia al cinghiale compatibili con la presenza dell'orso la girata e l'abbattimento selettivo. Tale scelta è stata ampiamente condivisa dall'Ispra (che ha curato la supervisione scientifica del Patom) il quale ha formulato una serie di indicazioni di dettaglio per l'esercizio della caccia perfettamente condivisibili, ed ha altresì assicurato la propria disponibilità al percorso partecipativo che questo assessorato intende avviare, per l'attivazione di una gestione faunistico-venatoria che rispetti pienamente le esigenze di conservazione dell'Orso bruno marsicano”.
“A tal proposito – continua la nota dell'assessore -, questo assessorato ha chiesto al Ministero dell'Ambiente l'affidamento delle azioni relative alla gestione venatoria nelle aree interessate dal Patom". Un percorso cui intende partecipare anche L'Università Sapienza di Roma, che ha curato la parte scientifica del PATOM. "I consensi espressi dall'ISPRA e dall'Università Sapienza di Roma - conclude l'assessore Febbo - confermano la validità delle azioni intraprese da questo assessorato, che ha adottato una gestione dell'attività venatoria improntata a criteri tecnico-scientifici, sensibile alle tematiche faunistico-ambientali ed attenta al contemperamento delle esigenze e delle istanze di tutte le parti interessate".
(14/09/2011)
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