Il calendario venatorio da poco approvato dalla Regione Puglia non piace al presidente della sezione foggiana di Federcaccia, Attilio Goffredo, secondo cui il documento “manifesta  chiari intenti vessatori, persecutori e di scherno nei confronti della categoria di onesti cittadini appassionati della Caccia”.
“Quando al cacciatore pugliese - spiega Goffredo - si dice di andare a caccia di gazze ( uccelli di nessuno interesse venatorio e per lo più presenti in aree urbanizzate) e non di quaglie, selvatico tipico dell'estate - autunno meridionale, di interesse venatorio classico con l'ausilio del nobile cane da ferma, si provoca deliberatamente lo sdegno dei cittadini cacciatori; lo stesso sdegno e mortificazione si incute con l'imposizione di miseri carnieri (dieci allodole) non sufficienti per la famigliola di un cacciatore neanche per gustare il sapore di una pietanza naturale e genuina; e , ancora, si persevera discriminando perfino i cani dei cacciatori; costretti per lunghi mesi (da gennaio a settembre) all'immobilità e alla frustrazione dentro le mura di un canile da assurde imposizioni che ne precludono la libertà di movimento e di vita venatoria a cui sono portati per natura”. 
Goffredo è critico anche sulla scelta di ridurre di dodici giorni le possibilità di caccia e specie come il tordo e la beccaccia in gennaio, “quando invece – spiega il presidente di Fidc Foggia -  i cacciatori si aspettano nel rispetto delle leggi europee, qualche giorno in più a febbraio”.
Secondo il presidente dell'associazione  quanto predisposto  è un attacco alla dignità dei cacciatori, che esorta a  non versare più nemmeno un centesimo dei propri risparmi nelle casse di una Pubblica Amministrazione ormai ostile e ad andare a caccia all'estero “con buona pace della economia locale così "florida" da voler rifiutare e distruggere il nostro apporto”. 
(Teleradioerre)
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