
"Avevamo appena gioito per i risultati ottenuti sulle cacce in deroga, e subito dobbiamo ricrederci: siamo alle solite. La giustizia ha colpito ancora con una sentenza durissima, che abolisce la caccia su circa il 70% del territorio lombardo, ovvero nei cosiddetti “valichi” e nelle aree circostanti" – dichiara Pietro Macconi, consigliere regionale bergamasco di Fratelli d’Italia.
"La legge 157/1992 è una normativa nata e cresciuta male: sembra avere come obiettivo principale quello di ostacolare l’attività venatoria in Italia. Con un’impostazione eccessivamente prescrittiva e restrittiva, ha finito per offrire strumenti interpretativi capaci di limitare ulteriormente una pratica storicamente regolamentata e radicata nei nostri territori". "Quattrocentosettantacinque (475) valichi lombardi chiusi alla caccia: non se ne può più. È difficile comprendere come una categoria di cittadini civicamente onesti e rispettosi delle regole riesca a sopportare simili provvedimenti, che a molti appaiono persecutori. La virtù più esercitata dai cacciatori, ormai, sembra essere la pazienza: non solo quella legata all’attività venatoria, ma anche quella verso un sistema giudiziario sempre molto attento nei loro confronti e una politica sempre più distratta".
"Nonostante tutto, anche questa situazione sarà affrontata alla radice con determinazione, intervenendo sulle disposizioni legislative che hanno consentito un simile esito giuridico. Ci eravamo preparati: abbiamo predisposto un piano su due direttrici. La prima riguarda il ricorso al Consiglio di Stato; la seconda prevede modifiche alla legge nazionale in materia». «È ormai evidente che questa legge vada cambiata in modo radicale. Anche chi le leggi le scrive è stanco di schermaglie giuridiche “buone solo per allungare il brodo, affinché il cuoco non risponda mai davvero della qualità dei piatti serviti”», conclude Macconi.