È destinata a far discutere la recente sentenza del TAR relativa ai valichi montani in Lombardia, che impone un divieto di caccia nel raggio di un chilometro attorno a ben 475 valichi identificati nella regione.
Un provvedimento che potrebbe aprire la strada a restrizioni simili anche in altre regioni italiane, creando un precedente di grande rilevanza per il mondo venatorio. Tra le prime reazioni, quella dell’onorevole Francesco Bruzzone (Lega), che non ha usato mezzi termini per commentare la decisione dei giudici amministrativi: "Una sentenza catastrofica, disastrosa, eclatante e incomprensibile".
Secondo il parlamentare, quanto deciso dal TAR lombardo non è solo un problema regionale, ma rischia di avere ripercussioni a livello nazionale: "Se passa questo principio, tutte le altre regioni italiane rischiano di seguire la stessa strada", ha avvertito.
Bruzzone ha poi ribadito la necessità di agire rapidamente, non solo sul piano giudiziario con un possibile ricorso al Consiglio di Stato e la richiesta di sospensiva, ma soprattutto sul fronte normativo: "Serve una soluzione definitiva. Un anno fa, con il decreto Agricoltura, avevo presentato un emendamento che avrebbe risolto il problema. Purtroppo non è stato approvato e oggi ci troviamo in questa situazione".
Il deputato ha anche messo l'accento sulla situazione anomala del nostro Paese. "La questione dei valichi montani è puramente italiana. Non esiste alcuna direttiva europea che obblighi a identificarli. È una scelta che ci siamo inventati noi anni fa, e oggi andrebbe superata". Infine, un appello rivolto ai cacciatori di tutta Italia: "Non è una questione lombarda, ma una battaglia che riguarda tutte le regioni. Vigilate e restate uniti, perché il rischio è che questo principio venga esteso ovunque". Bruzzone ha annunciato che tornerà a sollevare la questione anche in occasione della revisione della legge 157/92.
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