In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, che si celebra domenica 2 febbraio in ricordo della firma della Convenzione Ramsar nel '71, Federcaccia chiede al Governo italiano un impegno legislativo per la conservazione ambientale degli habitat umidi, per la loro manutenzione e ripristino.
L'associazione chiede che siano riconosciuti i cacciatori come soggetti attivi nelle azioni di gestione, poiché si tratta della categoria di portatori d’interesse che – dati alla mano – più di ogni altra oggi ha ripristinato e conservato aree umide in Italia e in Europa.
"Guardando al nostro Paese, purtroppo la situazione generale non è soddisfacente - si legge nella nota Fidc - . Nonostante la designazione di 66 siti, dei quali alcuni in corso di approvazione ufficiale, e di circa 80.000 ettari di superfici umide classificate Ramsar, dobbiamo constatare che ancora oggi molte aree umide scompaiono, subiscono degrado oppure non sono gestite correttamente".
"Si assiste ancora oggi a vari esempi di mancata gestione e in vari casi di inquinamento o addirittura di distruzione o danneggiamento delle zone umide - scrivono da Fidc - . Gli esempi non mancano: dalla canalizzazione e cementificazione delle foci dei fiumi, alla costruzione di infrastrutture in particolare sulle coste, alla bonifica di aree sottoposte a periodici allagamenti, alla coltivazione delle risaie in asciutta, fino al mancato contenimento della vegetazione anche in aree protette, col risultato di un impoverimento della biodiversità e una diminuzione delle presenze di uccelli acquatici".