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Calabria: le associazioni venatorie chiedono chiarezza su PSA


venerdì 2 giugno 2023
    
 
 
Riceviamo e pubblichiamo:
 
Durante la seduta di Consulta Faunistica Venatoria Regionale del 29 Maggio u.s., alla presenza dell’Assessore Gianluca Gallo, del Direttore del settore Agricoltura Dott. Giacomo Giovinazzo, del dott. Rocco Stranieri e del Dott. Giorgio Piraino Responsabile Sanità Veterinaria, è stato depositato il seguente documento, con cui le AA. VV. regionali riconosciute (FEDERCACCIA, ANLC, ENALCACCIA, ARCICACCIA, ANUU, ITALCACCIA, EPS), stimolano ulteriormente l’intervento della Regione in materia di emergenza PSA, chiedendo maggiore chiarezza e stretta collaborazione con le Autorità Sanitarie preposte:

La disposizione di servizio n. 240295 del 26 maggio 2023 del Dipartimento n. 10 – Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione, Servizio n. 5 – della Regione Calabria, avente oggetto l’Attuazione del PRIU, per il controllo e l’eradicazione della PSA nel cinghiale, sollecita la collaborazione degli AA.TT.CC. e dei cacciatori per la ricerca delle carcasse ed il depopolamento sul territorio interessato dall’emergenza. Serve chiarezza sul punto poiché le fondamentali operazioni di depopolamento attuate prima che sia esattamente circoscritta la zona realmente infetta, cioè solo dopo aver espletato la ricerca delle carcasse soprattutto nella fascia del territorio metropolitano di Reggio Calabria a ridosso delle province di Vibo Valentia e Catanzaro, potrebbero comportare il rischio dell’abbattimento imprevisto di animali infetti e, pertanto, si
ritiene prioritario che vengano rapidamente impartite precise indicazioni operative agli AA.TT.CC. su come suddividere il territorio ai fini della ricerca coinvolgendo i cacciatori e definendo le zone di competenza. Allo stesso tempo è necessario individuare ed attrezzare opportuni “Centri di Raccolta” che possano ricevere e gestire le carcasse oggetto delle attività di depopolamento.
Nel merito si reputa indispensabile che le Autorità sanitarie preposte svolgano un ruolo attivo nella formazione del personale volontario nella ricerca delle carcasse e nelle modalità di gestione delle stesse, d’intesa con gli AA.TT.CC., assumendosi comunque la responsabilità diretta nello smaltimento delle carcasse “positive e/o dubbie” (anche di animali abbattuti). Occorre, inoltre,ù indire rapidamente una nuova e più ampia fase di formazione del personale volontario necessario a coprire efficacemente un territorio assai vasto e di difficile esplorazione, che coinvolga tutti i cacciatori disponibili, soprattutto non potendo in questa fase ricorrere all’uso dei cani. Si sottolinea, a tal riguardo, che la conoscenza del territorio e delle abitudini della specie è patrimonio consolidato delle squadre di caccia al cinghiale e pertanto urge immediata formazione specifica idonea ad affrontare questi compiti gravosi ma indispensabili, sono stati infatti i cinghialai a reperire le prime carcasse infette. Considerata l’attuale delimitazione dell’area infetta, che interessa anche il Parco Nazionale dell’Aspromonte, si sottolinea che gli interventi previsti debbano essere urgentemente pianificati e coordinati anche in tutte le altre aree protette,
compresi Parco delle Serre e Sila, dove peraltro la specie è più abbondante, ma di cui non v’è traccia in questo primo provvedimento di Attuazione del PRIU.
Le AA.VV. ribadiscono infine la disponibilità alla piena collaborazione per affrontare questa grave emergenza sanitaria che ha colpito la Calabria, ma richiamano l’attenzione sulla necessità che gli Enti competenti si coordinino secondo livelli di priorità e svolgano con efficacia anche il ruolo di formazione e coordinamento del volontariato. Resta prioritaria e centrale la salvaguardia del comparto agroalimentare e del settore degli allevamenti suinicoli che nella nostra Regione è rilevante.

Al Presidente/Commissario per la Sanità calabrese On. Occhiuto, all’Assessore Gianluca Gallo ed ai suoi dirigenti, ribadiamo la cogente necessità della modifica della propria Ordinanza n. 1 al fine di recepire integralmente i contenuti della Ordinanza n. 2 del Commissario Nazionale Dott. Vincenzo Caputo, che non ha posto divieto alle altre forme di caccia in zona infetta, sottolineando peraltro il diverso approccio della recentissima Ordinanza del Presidente delle Regione Campania inerente la delimitazione della zona infetta, dove armonicamente a quella nazionale nel recepirne i contenuti, non viene posto divieto “preventivo” alle altre forme di attività venatoria, ma ci si concentra nelle azioni da porre in essere per contrastare la grave pandemia. Invitiamo infine lo stesso Presidente/Commissario ad intervenire presso gli organi di governo delle aree protette calabresi affinché, senza indugio, si applichino le misure previste dal PRIU al fine di adeguatamente fronteggiare l’emergenza proprio in quei luoghi che, data la propria natura conservativa, costituiscono serbatoi per la specie e, di conseguenza, potenziali focolai di PSA.

A conclusione della seduta di Consulta Faunistica Venatoria Regionale, l’Assessore Gallo, recependo positivamente le istanze del mondo venatorio, si è fatto carico di tutte le questioni evidenziate nel suindicato documento e di quanto sollecitato anche da altre componenti del mondo agricolo. Successivamente, con nota del 30.5.2023 avente prot. 245366, il settore competente si è subito attivato per fornire le prime linee guida per avviare le attività di sorveglianza passiva e ricerca carcasse nei territori dei due AA.TT.CC di Reggio Calabria, anticipando che saranno presto coinvolti gli altri ambiti territoriali di caccia. Le Associazioni hanno inoltre sollecitato una riunione della Consulta a stretto giro per la predisposizione del calendario venatorio. Si è infine condiviso che la stessa divenga una task force permanente per mettere a disposizione di tutte le istituzioni competenti esperienze e competenze, al fine di fronteggiare questa emergenza.

Facciamo appello a tutti i Cacciatori affinché prestino la massima collaborazione per lo svolgimento di questa delicata attività e siamo fiduciosi che, con la collaborazione di tutti, si potranno quanto prima raggiungere i comuni obiettivi prefissati.


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