
Ancora una volta un esempio positivo dalla vicina Francia ci dimostra come basti in realtà poco per 
abbattere quelle barriere ideologiche che relegano la caccia a un ruolo marginale. Grazie ad un progetto che si è proposto proprio di favorire la
 mediazione tra il  mondo venatorio e la rete Natura 2000 realizzato dal 
Governo francese e dalla Regione Languedoc Roussillon con la partecipazione della 
Federazione Regionale dei Cacciatori (FRC) e della 
Fdc (Federazione Dipartimentale dei cacciatori), i cacciatori sono stati direttamente coinvolti nella gestione del 
Parco Regionale dei Pyrénées.
Oltre ai cacciatori, il progetto ha visto la partecipazione di tutti gli attori della gestione ambientale (agricoltori, guardiaboschi e pubbliche autorità) dimostrando come in realtà il coinvolgimento del mondo venatorio nella realizzazione e nella gestione della rete Natura 2000 sia più che auspicabile a tutti i livelli.
I cacciatori francesi in questo particolare contesto, hanno trasformato in realtà un concetto più volte espresso anche in Italia ma, qui da noi, rifiutato soprattutto per ragioni ideologiche, quello di 
essere fra i maggiori artefici nel contribuire a sostenere una rete a garanzia della biodiversità. Che peraltro è l'obiettivo del progetto Natura 2000, come al solito travisato in Italia e trasformato in un ennesimo provvedimento di penalizzazione dell'attività venatoria.