Un'interrogazione della Lega Nord ha portato in evidenza l'emergenza ungulati in Liguria in relazione ai danni causati all'agricoltura e all'aumento dei sinistri stradali (in alcune zone fino a 4 incidenti al giorno). In particolare Maurizio Torterolo, Edoardo Rixi e Francesco Bruzzone chiedono conto delle iniziative intraprese "per porre un freno al proliferare del numero dei caprioli nella provincia di Savona ed, in particolare, in Vallebormida" e sottolineano l'esigenza di piano di abbattimento per contenere la specie.  
"Organizzeremo un tavolo con la  presenza delle province per affrontare la questione - ha risposto in assemblea l'assessore regionale competente, Renata Briano - . Come è noto i  ricorsi al Tar hanno interrotto l’attività di abbattimento selettivo tra  l’altro creando squilibri fra maschi femminile nella fauna di caprioli e  di cinghiali. Non c’è dubbio: occorre fare più battute di caccia, ma   il controllo della fauna è di competenza delle province. Queste ultime  hanno la possibilità, in base all’articolo 36 della legge 29/1994,  previo parere dell’Ispra, di varare appositi piani di abbattimento  selettivo e di regolamentare la caccia agli ungulati anche in periodi  diversi da quelli previsti dal calendario venatorio. Lo possono fare per  la tutela del patrimonio storico artistico e delle produzioni  zoo-agro-forestali. Tali piani possono essere attuati dalle guardie  venatorie dipendenti dalle Province, dalle guardie volontarie, da  cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore al controllo delle  specie di ungulati".   
"Per altro la Regione - ha continuato Briano - provvede a ripartire alle  province il 90% del gettito del tesserino sulla caccia, che fornisce  ricavi decrescenti da alcuni anni ma che è comunque attestato al di  sopra del milione e mezzo di euro. Alla fine dello scorso anno, 20 mila  euro sono stati impegnati a favore della provincia di Genova per un  progetto relativo alla prevenzione degli incidenti stradali nell’ambito  del piano nazionale della sicurezza stradale e siamo disponibili a  valutare eventuali proposte che pervenissero da parte della Provincia di  Savona. Infatti le nostre elaborazioni evidenziano che la percentuale  di realizzazione dei piani di prelievo venatorio in provincia di Savona è  solo del 55 per cento. A fronte di un risultato così modesto, è utile  avvalersi di tutte le opportunità consentite dalla legislazione  vigente".