Verrebbe da dire che chi di cittadino ferisce di cittadino perisce o perirà. Ma è tempo ormai che Di Maio e co. hanno dismesso le casacche dei parlamentari eroi per un giorno e indossato quella dei veterani da transatlantico.
Se Di Maio infatti lambisse almeno saltuariamente il territorio agro silvo pastorale del nostro Paese avrebbe ben chiaro in mente il diagramma che non temo di chiamare "della Pannocchia". Di ogni spiga, frutto o pannocchia che le nostre campagne producono circa l' 80% è sicuramente esclusivamente e solitariamente frutto del sudore dell'agricoltura, il 10 % del terziario che commercializza e vende il prodotto e il rimanente 10 per cento da un patto sociale ed ambientale che contadino e cacciatore stipulano ogni giorno affinchè il "selvatico" stia il più possibile lontano da quella pannocchia. Questo ruolo, il contadino lo accetta e gradisce, l'uomo di marketing lo vede e lo conta e il cacciatore lo interpreta con passione.
Poca cosa? Non ne sono convinto. Tradizionalmente il circuito che orbita intorno al mondo agricolo-venatorio e di servizi applicati può muovere nel suo complesso agevolmente circa il 10 per cento dei cittadini-elettori e movimentare, dall'ultima ricerca sviluppata almeno due miliardi di euro l'anno senza invadere il campo dell'indotto indiretto. Diverso sarebbe aspettarsi un cittadino cacciatore elettore organizzato e compatto, una chimera... ma questa volta non si tratta di votare per..bensì di votare contro!
Altra cosa, ma questo è rivolto alle altre forze politiche sarebbe l'auspicabile superamento della legge 157 e la ricerca di una valorizzazione sociale ed anche reputazionale del cacciatore sempre più specializzato, sempre più formato e sempre più arbitro qualificato degli eccessi che fenomeni antropici non gestiti e abbandono e aumento delle superfici forestali stanno provocando nel sottile equilibrio della convivenza tra uomo raccoglitore e la sua preda d'eccellenza, la natura abbandonata a se stessa in un contesto produttivo diffuso. Di Maio quanto è consapevole del fatto che se un kg di pane costa 3 euro, per la siccità domani costerà 3 euro e 50 e a causa dei predatori dopo domani si comprerà a 4 euro? Ne conosce l' impatto sul settore primario di qualità e nelle tasche dei suoi attori principali, agricoltori in primis? Di Maio non lo sa o fa finta di non saperlo ma una bella fetta di elettori si, se andranno a votare, e tra questi molti pentastellati pentiti. Proviamo per un istante a pensare alla Toscana senza " economia del cinghiale" senza il mito della braccata e senza fettuccine al ragù di cinghiale nei mille ristoranti e agriturismi presenti. La caccia oltre a se stessa è anche la miccia, ma certamente la miccia.., di un flusso economico virtuoso che crea e trasforma un sistema del buono e del bello nel Made in Italy alimentare che rende o renderebbe ricco il Paese e i suoi cittadini-elettori. Non serve parlare con " paludati ed anacronistici" Presidenti di categoria, basta aprire gli occhi sul mondo reale e magari starci, ogni tanto, nel mondo reale, vero Di Maio?
Andrea Severi