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giu21 21/06/2017 13.16
La stagione si è chiusa da un bel po’, l’inverno e la primavera sono state stagioni lunghe e interminabili, ma con l’estate alle porte si ricomincia ad assaporare, meglio ancora ad annusare, il profumo dell’imminente riaprirsi delle danze venatorie. Ma è proprio durante questi mesi di “ferma” che è fondamentale la gestione del proprio cane da caccia, se lo si vuole mettere nelle condizioni migliori affinché non fatichi in maniera eccessiva per ritrova la forma giusta alle porte della stagione successiva.
Eppure non sono in pochi, fra gli appassionati, coloro che, per ragioni di lavoro o “apatia da assenza di fucile”, a fine gennaio chiudono il proprio ausiliare nel box o nel salotto di casa per poi tirarlo di nuovo fuori a metà agosto. Nulla di più sbagliato. Il cane non è un’arma, che basta oliare alla fine della giornata per ritrovarla funzionante anche dopo mesi o anni. Un essere senziente ha bisogno di attenzioni, tanto dal punto di vista emotivo-affettivo quanto sotto l’aspetto prettamente fisico, legato dunque alla salute e alle prestazioni.
Lasciare a riposo il proprio cane da caccia per settimane o mesi interi ne fiacca la resistenza, a prescindere dall’età, ne indebolisce i polpastrelli, ne mina l’umore al pari di noi umani. Inoltre, le buone pratiche acquisite con l’addestramento hanno bisogno di esercizio; se a caccia chiusa il numero di occasioni giocoforza diminuisce, ciò non vuol dire che questo numero debba necessariamente ridursi a zero. Ecco perché, anche a caccia chiusa, è importante uscire in campagna almeno un paio di volte a settimana, possibilmente con una ragionevole possibilità di porre il proprio ausiliare a contatto con la selvaggina. Per esempio a febbraio e marzo si può andare a beccacce svernanti e di ripasso; verso la metà di aprile, o anche prima, si cominciano a vedere le prime quaglie; a giugno gli starnotti di allevamento invadono le zone addestramento cani. Insomma: è tutta una questione di volontà, di predisposizione mentale al lavoro e, soprattutto, di passione per la cinofilia rispetto al mero utilizzo del fucile, sempre più marginale nella scala delle priorità e delle emozioni che l’amante del cane da ferma ricerca.
Mantenere il proprio cane concentrato per tutto l’anno, sia pur con qualche periodo di pausa o comunque di minor intensità, lo aiuta a farsi trovare pronto alla nuova stagione sia sotto l’aspetto fisico sia dal punto di vista mentale. Ogni tanto una breve sessione di ripasso dei principali comandi (“Terra”, “Piede”, Riporto”, ecc) non guasterà.
E’ invece assolutamente da evitare la pessima abitudine di farsi inseguire dal proprio cane mentre si procede in bicicletta o a bordo di un fuoristrada anche se a bassa velocità. Con questa pratica, invero quasi scomparsa, si pretenderebbe di “fare il fiato” al nostro migliore amico costringendolo a percorrere chilometri rincorrendo il proprio padrone. Nulla di più deleterio. Prima di tutto, a seconda del carattere del cane, questi subisce comunque una forte emozione simile a quella dell’abbandono, il che rappresenta già di per sé una crudeltà che chiunque abbia a cuore il proprio ausiliare eviterebbe a priori. In secondo luogo, le prolungate corse ad alta velocità (e 25-30 chilometri orari sono alta velocità per un cane)rappresentano una minaccia molto grave per il cuore del cane, specialmente se si tratta di soggetti insanguati e generosi, che dunque non si risparmiano nelle corse a perdifiato per restare vicini al proprio padrone. Non ha senso sottoporre a tali violenze fisiche e psicologiche il nostro amico a quattro zampe, esponendolo a rischi inutili a front di una preparazione atletica che si può ottenere tranquillamente conducendolo sui terreni con calma e a piedi, cementando inoltre il proprio rapporto empatico-venatorio con l’ausiliare.
Perciò diciamocela tutta: il vero cinofilo non trova scuse ed esce sui terreni anche quando il fucile rimane a casa. Chi non ha tempo, voglia o forze fisiche per farlo è semplicemente qualcuno ancora prigioniero dell’arma e del concetto di caccia intesa come abbattimento del selvatico allo scopo di appropriarsene. Ma la cinofilia è un’altra cosa.
Tags:10 commenti finora...
Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa bello..ma da me si potrebbe (dico potrebbe)andar bene. Cosa c'è di più bello e salutare uscire col proprio cane e assaporare ferme e allunghi,ma....resta i fatto che noi in Piemonte l'adestramento è consentito solo dal primo settembre ( una volta si portavano dal 15 agosto giorno dell'Assunta) e non cambiava niente si trovavano quaglie covate di galli , ma per far piacere agli ambientalisti (perchè sono solo capricci politici) si son prodigati (associazioni comprese) a ritardare sempre di più l'addestramento.Se si viene pizzicati dalle guardi sono almeno 200 euro a cane....mi girano i coglioni già che me li devo sudare tutto l'anno.Allora perchè non si può tornare alle origini? Chi come me non passa un goirno senza fare uscire il proprio amico..ma bisogna fare attenzione.E con questo cocludo in bocca al lupo a tutti da setter'63
31/07/2017 18.17
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa tutto condivisibile ma,come la mettiamo con le zone cinofile che,almeno per il lazio,sono praticamente un sogno????quelle poche che ci sono senza una penna al loro interno.domanda:e' possibile(nn so come)istituire delle zone cinofile ben gestite dove poter portare il cane e metterlo in contatto con la selvaggina?ho provato a sensibilizzare varie ass.venatorie.molta disponibilita' iniziale ma,poi,freddo completo.bisogna ricorrere sempre al fai da te.uscire sempre e,comunque,fregandosene di tutto e tutti. da vet61
25/07/2017 13.22
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa @Daniele Ubaldi: grazie della proposta, attualmente sono un pò incasinato col lavoro (attualmente mi trovo all'estero), e i miei setter appena presi hanno 4 e 2 mesi e mezzo quindi ora devo pensare a fargli il "tirocinio" in autunno (al maggiore dei 2) e prime quaglie, comunque apprezzo la proposta....in futuro chissà! grazie ancora da bios
06/07/2017 16.17
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa @bios: nessun problema, collega beccacciaio: il "sangue latino" è spesso ciò che distingue noi cacciatori da tanta altra gente, più o meno brava... Siamo passionali, e ci sta. Io vivo in Umbria, un po' lontanuccio da Lei, ma volendo un'uscita a forcelli magari durante il censimento - con relativo servizio giornalistico - la si potrebbe anche organizzare... Se lo ritiene possibile e piacevole, ovviamente! Un saluto Daniele da Daniele Ubaldi
06/07/2017 15.33
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa Concordo al 100% con il commento di >. La caccia è una cosa, la cinofilia è un'altra. Ho iniziato con la cinofilia agonistica e dopo 1 anno, quando ero in perfetta simbiosi con il mio cane, sono passato alla SOLA caccia , ( quando era possibile uscire,per godermi il cane .
da Amato
05/07/2017 8.40
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa Buonasera, in verità anche io rileggendomi ora, forse me la sono persa un pò troppo e chiedo scusa. In questo periodo sono "sotto pressione cinofila", lo dico scherzando, avendo appena preso due nuovi setter e che ora causa lavoro furoi non riesco a "godermi" e non vedo l'ora di scendere tra poco più di un mesetto e dargli da fare con le prime quagliette. Purtroppo dalle mie parti (liguria centrale) le zone addestramento ci sono ma sono abbastanza desolanti in termini di eventuali incontri (ma è proprio la zona non vocata per la stanziale), diciamo che comuqnue la mia passione e il discreto numero di beccacce che si poi vi vedono in inverno mi permettono di avere dei buoni cani da caccia, specie per le beccacce (probabilmente diffetterebbero su fagiani selvatici che vanno vi di gamba). comuqnue chiedo ancora scusa se sono stato "irruento" nel commentare......mi sono lasciato prendere dall'enfasi, diciamo che la passione mi ha portato a un commento "di sangue latino" da bios
03/07/2017 18.34
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa Buonasera, amici commentatori. Lungi da me il voler instillare polemiche con quella frase finale! Sicuramente non sono stato abbastanza chiaro, altrimenti non avreste preso così male questo concetto così come l'ho espresso io... Parlando di cinofilia non intendo la cinofilia agonistica esasperata, ma proprio cinofilia nel suo senso più letterale, vale a dire amore/passione per i cani, ciò che ci spinge ad averne e a portarli fuori, a prescindere dal fatto che si possano accompagnare con il fucile o senza. La mia rubrica, del resto, parla di cani, non di caccia o di gare cinofile. Questo per rispondere a "toscano", che è giusto sappia che non ho mai utilizzato il collare elettrico su nessuno dei miei cani pur reputandomi non meno cinofilo di tanti che, del collare elettrico, hanno fatto un'abitudine. Sinceramente ho la mia opinione in merito al collare elettrico, utile in alcuni casi particolari. Magari ne parlerò in uno dei prossimi articoli. Ma finora non lo ho utilizzato. Quanto a "bios", ognuno è libero di pensare e fare come vuole, ma esistono aziende o zone addestramento cani dove è possibile far correre il proprio ausiliare a caccia chiusa con un minimo di "perché". Basta avere la passione per farlo: e glielo dice uno che si è fatto per anni anche 400 chilometri al giorno fra andata e ritorno per andare a sciogliere in tutta sicurezza, prima che nascessero altre realtà più vicine. Infine voglio che Le sia chiaro un fatto: tutti i cani che ho (al momento dodici) e tutti quelli che ho avuto sono e sono stati miei COMPAGNI di vita e di caccia. Forse si è fatta un'idea sbagliata sul mio conto. Quando vuole possiamo andare a farci un giro insieme con i nostri cani, sarà piacere mio confrontarmi con Lei su tutto ciò che Le interesserà sapere sul mio conto. Un saluto a tutti Daniele Ubaldi da Daniele Ubaldi
03/07/2017 15.09
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa io ho preso qualche anno fa un setter che era stato collarato da 1 c.....e di cinofilo garista il cane sembrava compromesso ma con la calma e pazienza sono riuscito a distanza di 2anni di farlo diventare un ottimo cane da beccacce e di avere un collegamento con me come pochi da toscano
27/06/2017 9.36
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa a parte il fatto che a caccia chiusa (salvo rare eccezioni) è vietato andare fuori con il cane, per niente viene regolamentato dal cv "l'addestramento cani", poi dalle mie parti al massimo a caccia chiusa si incontrano zecche e caprioli, quindi meglio evitare, poi ovvio che una sgambata "la si tira fuori sempre" per mantenere il cane un minimo in forma. Infine l'ultima frase "...............ma la cinofilia è un'altra cosa", ecco questa è una delle cose che ha rovinato la caccia I CINOFILI, sul piedistallo di stoc.....biiiip, andare a caccia col cane vuol dire andare con un COMPAGNO di caccia allo scopo di catturare della selvaggina, questa è la caccia....sti discorsi morali, etici etc.....hanno stufato......e poi bella la cinofilia, cani spinti al massimo per fare gare da 20 30 minuti, inservibili per la caccia.......il CANE è L'AUSILIARIO/COMPAGNO DI CACCIA.......prima è venuta la caccia, poi la cinofilia......non è la caccia "ausiliaria" alla cinofilia da bios
22/06/2017 15.17
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Re: L’importanza dell’esercizio a caccia chiusa Il tutto sperando di evitare le salate e spesso insensate multe! da 100%cacciatore
21/06/2017 22.11
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