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14/04/2017 

Il 30 marzo 2017 la Conferenza Stato – Regioni ha raggiunto un accordo sul c.d. Piano Antibracconaggio.

Si tratta di un esame a livello nazionale delle emergenze di atti illeciti contro gli uccelli selvatici e delle “azioni” da porre in essere per contrastare tali atti di bracconaggio.

Pacifico che le misure antibracconaggio sarebbero ben accette anche da parte dei cacciatori, anche allorché si tratti di colpire non solo i veri e propri bracconieri, ma anche quei – pochi e sempre meno – cacciatori che violano le regole uccidendo specie non cacciabili o usando mezzi non consentiti durante l’attività venatoria. E anche perché leggendo il piano ISPRA si capisce che il bracconaggio è una attività illecita che solo in una parte minoritaria riguarda la violazione di norme sull’attività venatoria, ma spesso l’opinione pubblica associa la figura del bracconiere al cacciatore.

Ma l’impostazione data riporta anche una demonizzazione delle nostre tradizioni culturali e gastronomiche, che ISPRA e il Ministero vogliono combattere a prescindere dal loro eventuale (o ormai marginale) collegamento con attività illecite di prelievo e benché oggi siano mantenute in maniera perfettamente lecita mediante l’uso di selvaggina cacciabile e legalmente cacciata.

Premesso che ormai è un lontano ricordo la “polenta e oséi” preparata con i c.d. “estatini” e con uccelletti ormai non più cacciabili dal 1977 (ma fino ad allora legalmente cacciabili con ogni mezzo), si vuole ricordare che quanto meno il consumo privato di specie cacciabili come tordi e allodole legalmente cacciate è perfettamente lecito.

Parlo di consumo privato: un ristoratore che osasse mettere nel menù un tordo lecitamente cacciato già oggi sarebbe perseguito più di un narcotrafficante!

Ma la “polenta e oséi” preparata con specie cacciabili (e comunque prelibate) è e deve essere un piatto con la stessa dignità della cassoeula milanese o di un gulash di cervo del Tirolo. Anzi, un piatto tradizionale da tutelare, che invece che vietato dovrebbe essere rilanciato per il turismo enogastronomico delle nostre valli! E come lo dovrebbero essere le “grive” (i tordi in sardo) al mirto del sud della Sardegna.

E invece cosa si legge nel “piano antibracconaggio?”

Si legge che “campagne di informazione a scala nazionale possono dimostrarsi utili per sensibilizzare il grande pubblico su alcune tematiche, ad esempio scoraggiare il consumo di piatti locali tipici, come la “polenta e oséi” o “le grive al mirto”

Insomma il piano antibracconaggio diventa la scusa per toglierci ancora un pezzo della nostra storia e delle nostre radici e in questo periodo pasquale non posso che pensare alla guerra mediatica scatenata contro il consumo di agnello. La prevenzione del bracconaggio diventa una scusa per additare come sconveniente un piatto preparato anche con selvaggina legalmente cacciabile.

E domani cosa vorranno colpire? Per prevenire il bracconaggio indiranno una campagna per scoraggiare l’uso del burro in quanto ingrediente fondamentale per la “polenta e osèi”? Ci lasceranno usare il burro per i casonséi?

Per non dire che si parla anche di sensibilizzazione nelle scuole per i più piccini: dobbiamo pure aspettarci un ulteriore giro di vite nel lavaggio del cervello perpetrato già oggi sui bimbi per farne bay-eco-terroristi da far esplodere (in senso figurato si intende) nelle famiglie che ancora oggi si possono fregiare di sapere come è fatta una gallina viva o di come si cucina e gusta una sontuosa “polenta e oséi”. Si dovrebbe pensare invece a scuole dove le mense propongano e mantengano i piatti tipici e non che li demonizzino. Son certo che “polenta e osèi” e un piatto di “casonsèi” avrebbero presto la meglio su certe mode.

Chi ha puntato i fucili contro la “polenta e osèi” dovrebbe invece leggersi “La pacciada. Mangiarebere in pianura padana” di due grandissimi della cucina e del giornalismo: Luigi Veronelli e Gianni Brera, grandissimi buongustai e amanti dei piatti delle nostre radici. Si lascerebbe magari incuriosire da quanto potevano essere buoni i beccafichi, quando si potevano mangiare. E potrebbe accontentarsi di venire a Bergamo ospite di qualche cacciatore a gustarsi due tordi preparati con burro di malga in un nido di polenta di farina di spinato di Gandino. Con un bicchiere di Valcalepio DOC. Giusto per pensare a quale sia la giusta campagna di sensibilizzazione.
 

Lorenzo Bertacchi (Presidente di Fidc Bergamo)

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8 commenti finora...

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

bip... bip...bip... e poi bip!

da [email protected]  21/04/2017

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

I rompic@@@@ni sono ovunque nel mondo , solo in Italia però hanno voce in capitolo.

da Pasquino  19/04/2017

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

Resta comunque assurdo quanto la politica snaturi molti piatti tipici italiani affidandoli a surrogati o bandendoli del tutto. La migliore cucina del mondo assaltata da falsi naturalisti che con buone o cattive maniere propalano nuove "culture" prive di carne, pesce, uova e formaggi. Tutto ciò con l'assenso della politica. Uomini e donne di ogni area politica hanno allattato, sbaciucchiato e accarezzato animali inneggiando ad evitare "massacri". Svilita la natura e occupato ogni spazio disponibile per coltivare insalatine e soia non potremo che mangiare la plastica. Per quanto riguarda il piano antibracconaggio è chiaro l'intento di colpire in special modo i cacciatori (perchè i bracconieri in un modo o nell'altro ci saranno e evranno ancora più agibilità in un ambiente sempre più vuoto). Siamo ben sotto i 600.000 secondo un ultima indagine.

da Flavio romano  18/04/2017

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

Roberto...non è che non ce ne frega niente è che ne io ne tu ci possiamo fare niente...solo sperare che prevalga il buon senso .....però stare li a "piangerci addosso" ...cosa vogliamo fare? Continuiamo a vivere fino a che ci è consentito.

da Carlo rm1  18/04/2017

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

Siamo a rischio di una guerra nucleare e facciamo convegni sul bracconaggio dio salvi la regina no salvi litalia da questo squallore.

da roberto  18/04/2017

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

caro carlo rm1 da noi ,c'e tutto l'anno al supermercato. cinghiale lepre e altra selvaggina la provenienza??romania polonia ungheria loro hanno una filiera carne di selvaggina dove ci gudagnano e non hanno i rompicoglioni come da noi. i prodotti più dubbi, uccelli e quant'altro dalla cina. buone feste e salute a tutti

da carlo 48  17/04/2017

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

Se vogliamo parlare di bracconaggio però non ci dobbiamo fossilizzare solo sugli uccelli, non esiste un bracconaggio a settori.....il bracconaggio è bracconaggio e allora nel calderone ci dobbiamo mettere anche le pappardelle alla lepre ...ancora nel menù di molti ristoranti e quelle al cinghiale sempre presente ovunque, specie nelle sagre a tema....e allora, ricordando il 50esimo anno dalla scomparsa del grande e unico Totò mi sovviene una sua celebre frase....." ma mi faccia il piacere!"

da Carlo rm1  17/04/2017

Re: Piano anti-bracconaggio demonizza la caccia legale

Tristezza infinita!

da 100% cacciatore  14/04/2017
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